“La strage più efferata e più grande compiuta dalle SS naziste in Europa, nel corso della guerra del 1939-45, è stata quella consumata attorno a Monte Sole, nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, anche se è comunemente nota come la “strage di Marzabotto”.
Partendo da Monte Sole, dove avevano la base principale, i partigiani della brigata Stella rossa Lupo erano in grado di colpire quotidianamente le strade e le ferrovie che collegano Bologna alla Toscana. Di qui la decisione del comando tedesco di “ripulire” la zona, anche quella toscana, per favorire il ripiegamento verso nord delle armate d’occupazione sotto la spinta degli anglo-americani.
Il primo assalto a Monte Sole avvenne nel maggio 1944, seguito da altri, tutti infruttuosi. Nell’agosto-settembre il compito di “ripulire” le zone toscane ed emiliane dalle brigate partigiane fu affidato al maggiore Walther Reder comandante del 16° battaglione Panzer Aufklärung Abteilung della 16° Panzer Granadier Division “Reichs Führer SS”. Dopo avere messo a ferro e fuoco numerosi comuni della Versilia, e ucciso centinaia di inermi cittadini, il 29 settembre 1944 Reder sferrò l’attacco contro Monte Sole.
Il 5 ottobre, quando le SS si ritirarono, centinaia di morti – in massima parte donne, vecchi e bambini – e interi villaggi distrutti testimoniarono la violenza compiuta. Le uccisioni e le distruzioni proseguirono nei giorni seguenti sino a novembre.
I corpi delle povere vittime restarono insepolti per mesi e solo dopo la fine della guerra fu possibile dare loro sepoltura e cominciare a stabilire il numero. Come non si sa, ma furono fatte le cifre più diverse che andavano da un minimo di mille a un massimo di 3.200.
A causa delle distruzioni degli uffici anagrafici per lungo tempo non fu possibile azzardare cifre ufficiali, anche se ci si orientò verso quella di 1830 ottenuta facendo la differenza tra la popolazione residente prima della guerra – in base ai dati del censimento – e le carte annonarie distribuite dopo la liberazione. Questa cifra figura nella motivazione della medaglia d’oro concessa nel 1948 al gonfalone di Marzabotto.
Reder, catturato dagli inglesi a Salisburgo (Austria) il 5 maggio 1945, fu consegnato all’Italia.
Il processo, davanti al Tribunale militare di Bologna ebbe inizio il 18 settembre 1951 e terminò il 31 ottobre con la condanna all’ergastolo per le stragi della Toscana e per una parte di quelle bolognesi. Per Monte Sole fu riconosciuto colpevole della morte di 262 persone uccise a Casaglia, Cerpiano, Caprara, San Giovanni di Sopra, San Giovanni di Sotto, Cà di Bavellino e Casoni di Rio Moneta.
Intanto il 17 ottobre 1945 a Brescia e il 30 settembre 1946 a Bergamo furono condannati i fascisti che fecero da guida alle SS durante l’eccidio.
Il 30 aprile 1967 Reder – al quale la condanna era stata confermata in appello – inviò una lettera alla comunità di Marzabotto per chiedere il perdono. Con 282 voti – espressi dai cittadini di Marzabotto – il perdono non fu concesso. Furono appena 4 quelli a favore. Il 15 luglio 1980 ebbe la semilibertà, ma nel carcere di Gaeta, e fu scarcerato il 23 gennaio 1985. Rientrato in Austria, disse di non avere chiesto perdono e che la lettera era stata scritta dal suo avvocato. É morto il 2 maggio 1991.
Il 16 aprile 2002 il Presidente della Repubblica tedesca Johannes Rau – accompagnato dal Presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi – si è recato a Marzabotto e ha chiesto scusa in nome del popolo tedesco.
Con legge regionale n. 47 del 20 ottobre 1982 è stato nominato il Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, il cui primo compito era quello di controllare – grazie agli uffici anagrafici che nel frattempo erano stati ricostruiti – la causa esatta delle morti avvenute nel 1944 per accertare, nel limite del possibile, il numero esatto delle vittime della violenza nazista. Anche se sussistono ancora margini di dubbio e non tutti i casi esaminati sono stati risolti, è stato accertato che 775 cittadini di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno furono vittime della ferocia nazifascista. Il gonfalone comunale di Marzabotto è stato decorato con medaglia d’oro al valor militare.” [Nazario Sauro Onofri]
A.M.
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