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Perché I Momenti di Imbarazzo Sono Importanti

Figuracce e momenti di imbarazzo: quando la tua vita assomiglia fin troppo al film Bridget Jones (giusto per citare un personaggio conosciuto) ti arrendi alla consapevolezza che le cose stanno proprio così: sei una specie di generatore automatico di momenti di disagio e le cose non miglioreranno facilmente. Ma impari anche che, in ogni caso, con i momenti di imbarazzo ci si può convivere. Innanzitutto perché, per restare in tema Bridget Jones,  le persone che si rivedono nella protagonista del film (esclamando a ogni scena: ma quella sono io!) non sono poche. E credo che non lo facciano per vezzo, ma proprio perché quei momenti di disagio sono all’ordine del giorno.

Per esperienza personale, posso facilmente raccontare storie di cene disastrose – carbonare liquide, gnocchetti verdi al gorgonzola trasformati in minestre verdi e bianche, cacio e pepe di colla – oppure del mio recente ingresso a un cena importante con amici di mia madre, dove sono riuscita a presentarmi con una vestito-tuta molto carino ed elegante, che però non ho pensato di chiudere con la zip sul dietro (ero di fretta….) e non appena ho dato le spalle agli invitati per andare in cucina, ho mostrato a tutta la sala la mia splendida schiena bianca e le mie gloriose mutande con i fiorellini. (si, è realmente successo e devo dire che l’espressione di mia madre quando si è catapultata da me per avvertirmi che ero praticamente nuda davanti a tutti, è stata il momento più alto della serata).

Ora, questi sono solo degli esempi recenti, ma di storie simili ne avrei diverse da raccontare. E mentre ho la sensazione che tutti siano intenti a costruire l’immagine migliore di loro stessi – tra social e apparizioni a eventi mondani – c’è chi, come me, si augura almeno di uscire indenne (e con i vestiti a posto) da una semplice cena a casa, con gli amici. Eppure, dicevo, si può sopravvivere alla propria goffaggine perché tutti abbiamo fatto esperienza di situazioni di disagio, e riuscire a far leva su questo aspetto e trasformarlo in qualche modo in un punto di forza, è la svolta per sopravvivere all’immediato senso di inadeguatezza e vergogna che ci travolge.

Facendo una rapida indagine tra le mie amiche rispetto ai momenti imbarazzanti, tutte hanno ricordato il vuoto pneumatico che si percepisce quando ci si accorge di aver fatto una gaffe terribile o il timore di non sapere come salutare una persona non gradita, in un’occasione pubblica; ma hanno anche ricordato – tra gli sguardi giudicanti dei presenti – le persone che le hanno aiutate a sdrammatizzare (e a fuggire velocissimamente da quel luogo di vergogna). Se dunque il peso del giudizio si sente, la solidarietà anche. E come dice un’amica esperta “devi essere orgogliosa del fatto che nella vita, nessuno ti ha mai messo in imbarazzo quanto te stessa!

Mai come adesso siamo esposti alla nostra immagine e siamo in grado di controllarla; abbiamo un’idea di come la nostra vita deve apparire – quali colori, quali paesaggi, quali persone – e costruire la propria immagine è diventato, più o meno consapevolmente, una specie di lavoro quotidiano. In questa situazione, è difficile fare i conti con la versione meno brillante di noi; per quanto non mi consideri una fanatica del perfezionismo, ogni tanto mi abbatte l’idea di fallire, di commettere errori grossolani (sul lavoro e nella vita privata), di non essere all’altezza delle mie aspettative – e soprattutto di quelle che gli altri proiettano sulla mia vita. Ma proprio per questo, si può pensare ai momenti di imbarazzo (quelli in cui vorremmo che la terra si aprisse sotto i nostri piedi pur di sottrarci all’inevitabile disagio), come a quel modo per rimettere al suo posto il nostro ego, dirgli che non è così importante; e può essere un’occasione per solidarizzare con gli altri, e ricordarci che la nostra vita non è la somma di successi e di foto invidiabili in cui assomigliamo a tutto quello che ci passa sotto gli occhi su Instagram, ma comprende i fallimenti, i momenti in cui impariamo qualcosa e cresciamo – quelli in cui la vita accade senza che noi possiamo rivendicare alcuna forma di controllo. Questa ansia di fare la regia alla nostra esistenza viene prontamente distrutta dall’imprevisto che ci avverte che per quanti sforzi possiamo fare, c’è ancora un caos che regola le nostre vite e che ci libera dall’idea che tutto dipenda da noi.

Secondo alcuni scrittori, i momenti imbarazzanti sono l’espressione del nostro vero io senza difese (senza i vezzi caratteriali che ci siamo costruiti per sopravvivere). Che sia “vero” o meno, non lo so, ma di sicuro esiste; e nel mio caso, quando vivo un momento del genere, per tirarmene fuori vedo chiaramente che davanti a me ci sono due strade: una è quella dell’autoironia, l’altra della vergogna (del raccapriccio e dell’orrore). Di sicuro a fasi alterne le ho provate entrambe, ma solo grazie alla prima ho capito quanto questi momenti – che viviamo TUTTI – sono quelli che uniscono di più, che ispirano una solidarietà e complicità sincera. Chi riesce a mettersi nei panni di una persona in difficoltà, perché in imbarazzo, conosce bene le sue fragilità e le debolezze e riesce a vedersi nel disagio altrui. Questa è una sensazione che sicuramente va celebrata, perché coinvolge quel senso di empatia così fondamentale nelle nostre relazioni. Ed è per questo che molte amicizie nascono proprio da questi momenti, in cui il sorriso e la battuta di un’amico fanno davvero la differenza. Imbarazzo momento di vergogna? Sicuramente, ma anche – come direbbe la mia amica – “patrimonio dell’umanità”.

Source: freedamedia.it

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