Nella cittadina islandese di Ísafjördur le strisce verticali non vengono più dipinte sull’asfalto ma sono “in rilievo”, ovvero vengono ricreate grazie a un gioco ottico particolare. Un effetto che costringe gli automobilisti a rallentare, ingannati dalla percezione che ci possa essere qualcosa, in mezzo alla carreggiata, a bloccare il passaggio. Come racconta il Fatto Quotidiano, questi attraversamenti tridimensionali sono stati creati da Vegamàlun, una ditta islandese specializzata in segnaletica stradale che ha preso spunto da progetti simili sparsi per il mondo. Dall’India alla Russia passando anche dall’Italia.
Molinella, un piccolo paese di 15mila abitanti a metà strada tra Bologna e Ferrara, ha adottato la stessa misura lo scorso agosto in un progetto più ampio e dal duplice intento: da una parte cercare di capire se questo esperimento sociale potesse avere un reale impatto sulla circolazione e, dall’altra, valorizzare una delle vie principali della città inserendo le strisce all’interno di un programma di “street art”. Così il sindaco Dario Mantovani, autore del disegno e dei contorni azzurri, le descriveva in un’intervista a Repubblica: “Le strisce sono quelle previste dal codice della strada, di cinquanta centimetri per due metri e mezzo. Inoltre chiunque passi di li, sia che arrivi dal marciapiede che dalla carreggiata, non le vede come in foto. Vede delle strisce praticamente normali”. Massima sicurezza e nessun problema per chi guida e per chi attraversa.
Facendo un giro sul web si trovano molti altri casi simili. E tutti hanno una cosa in comune: sottolineano la bellezza estetica di queste strisce innovative che sono quasi sempre disegnate e riprodotte da artisti locali. In India, ad esempio, grazie a Saumya Pandya Thakkar e sua figlia Shakuntala Pandya ma anche in Cina, dove sono attive da diversi anni e cambiano in base al gusto estetico di chi le realizza.
Quella di mettere gli attraversamenti pedonali in rilievo, del resto, non è l’unica soluzione adottata per riuscire a garantire maggior sicurezza a chi è abituato a muoversi a piedi. Da Tbilisi a Tel Aviv, da Varsavia a Montreal. Le metamorfosi delle “zebre” sono state tutte raccolte in una galleria pubblicata dal Guardian, tra colori e ologrammi, riproduzioni tridimensionali e pure sperimentazioni artistiche.
Source: www.agi.it
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