Lavorare sì, ma viaggiando e dedicando un po’ di tempo al piacere. È questa la nuova frontiera in fatto di viaggi che si sintetizza in una parola: ‘bleisure’. Si tratta di un neologismo coniato dagli americani che indica la commistione tra business travel e leisure travel, ovvero tra viaggio di lavoro e viaggio di piacere. Un turismo che unisce l’utile al dilettevole, quindi, e che cambia decisamente le abitudini e i criteri di scelta delle destinazioni dei viaggiatori. A prevalere potrebbero essere sempre di più le mete che offrono opportunità di business, oltre che di svago.
Non sono pochi quelli che considerano i viaggi di lavoro un vero e proprio vantaggio, non a casa il 30% dei dipendenti intervistati per una ricerca di Booking.com ha dichiarato che sarebbe disposto ad accettare un compenso più basso a fronte di un numero maggiore di viaggi. Aggiungendo un tocco di divertimento e relax tipici della classica vacanza, l’esperienza del viaggio di lavoro potrebbe rivelarsi un arricchimento professionale e personale. Senza contare che tutto ciò determinerebbe un alto grado di soddisfazione e contentezza e di conseguenza una maggiore produttività da parte dei dipendenti. Negli ultimi 12 mesi, quasi la metà dei viaggiatori business (il 49%) ha esteso il proprio viaggio di lavoro ad un’altra località (città o Paese).
Incoraggiare il bleisure potrebbe essere per le aziende anche un modo per attirare la generazione Y, quella dei millennial, che tende ad essere elusiva e poco affezionata al posto di lavoro. È questa la categoria generazionale più propensa a sfruttare il viaggio di lavoro ricavandosi l’opportunità di trasformarlo parzialmente in uno di piacere. Il motivo è probabilmente la scarsa disponibilità di liquidi da spendere in vacanza e la mancanza di una famiglia propria, con le responsabilità che questa implicherebbe.
Secondo i dati della ricerca di Booking, il 78% dei millennial si è ritagliato un po’ di spazio e relax durante un viaggio di lavoro. Inoltre, il 60% della generazione Y sostiene che i ‘momenti-vacanza’ delle trasferte si ripercuotono positivamente sul business, aiutandoli a rendere meglio. Per i baby boomer, questa percentuale si ferma invece al 49%.
Sembra però che le aziende non abbiano compreso a fondo il potenziale del bleisure. Secondo i dati recenti le due principali ragioni per cui i viaggiatori business non ne approfittano è che non hanno tempo, oppure il regolamento aziendale non lo permette. Per far sì che il bleisure funzioni bene sia per il datore di lavoro che per il dipendente, è necessaria una policy aziendale chiara, che permetta di sfruttare al meglio le trasferte lavorative.
Dall’incontaminata Nuova Zelanda alla modernissima Hong Kong: ecco quali sono i Paesi e le città con le migliori opportunità per il ‘bleisure’.
Source: www.agi.it
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