Il pensiero equilibrato ci permette di inquadrare il mondo senza applicare molti filtri e con una distorsione moderata, con autenticità e senza infangarci troppo in pregiudizi, senza che le immagini vengano mosse molto per via delle distorsioni cognitive. Accettare e praticare questo focus ci permetterà di abbandonare un ampio ventaglio di elementi negativi: dall’ansia sino a quelle spirali di sconforto che a volte ci minacciano.
Quando sentiamo la parola “equilibrio”, ci vengono in mente diverse idee. Una è senz’altro la classica immagine di qualcuno che avanza su una corda sospesa in aria cercando di non cadere, procedendo a mala pena, ma con abile maestria al fine di non precipitare nel vuoto. Il suo equilibrio, invece che nei piedi, si trova soprattutto nella sua mente. Questa immagine come tale, non potrebbe essere più azzeccata.
Nella nostra vita quotidiana ci ritroviamo spesso nella stessa situazione. La nostra realtà a volte è caotica, esigente, complessa e perfino dolorosa. La vita è quella corda lenta e noi gli acrobati che devono mantenere l’equilibrio per non perdere il controllo.
Applicare un pensiero equilibrato è fondamentale in tal senso, perché a partire da esso anche le nostre emozioni trovano calma e i nostri “piedi” la direzionalità per consentirci di raggiungere un obiettivo concreto.
Tuttavia, bisogna dire che non è facile. Il nostro cervello la maggior parte delle volte opera in modo incosciente e mediante automatismi. Queste scorciatoie mentali derivano spesso da molte inclinazioni, da molti atteggiamenti limitanti e da schemi molto rigidi che a volte ci spingono verso gli estremi. Dobbiamo, invece, prendere il controllo e il potere del nostro essere per trovare la flessibilità e quel magico equilibrio che riordina (quasi) tutto.
Pensiero equilibrato: trovare la calma in mezzo all’incertezza
Qualche anno fa venne realizzato un interessante studio presso il Centro Medico Universitario di Hamburgo-Eppendorf. Si formarono due gruppi, uno di pazienti con depressione e uno di pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), e vennero inseriti in un programma di allenamento metacognitivo della durata di un anno.
L’obiettivo era preciso e stimolante: far sì che queste persone tollerassero l’incertezza, che riducessero le loro distorsioni cognitive, che riuscissero a riflettere sui propri pensieri e che migliorassero i loro processi di ragionamento. Il risultato dello studio fu molto positivo, al punto che in molti casi si poterono ridurre le dosi dei farmaci.
Tutto ciò ci invita a concludere con la classica frase “pensare positivo ci aiuta a vivere meglio”. Applicare un pensiero equilibrato è, dunque, un modo molto utile di investire su noi stessi e un aiuto inestimabile per demolire molti schemi mentali che ci bloccano in buchi neri. Vediamo qui di seguito quali sono questi processi interni che spesso riducono la nostra qualità di vita.
Molti dei nostri pensieri sono distorti
L’ansia, le preoccupazioni costanti e le paure agiscono tramite ancoraggi negativi. Li applichiamo quasi senza accorgercene, focalizzandoci su quello che accadrà, sugli errori passati, su tutte le conseguenze negative che pensiamo possano verificarsi…
Questo modello cognitivo si basa spesso su un’ingegneria mentale altamente sofisticata, oltre che implacabile: i pensieri distorti. Tra questi possiamo trovare i seguenti, che sono quelli che applichiamo con maggiore frequenza:
- Filtraggio: ci concentriamo sui dettagli negativi intensificandoli.
- Pensiero polarizzato: nella nostra realtà non vi sono termini medi, è tutto bello o brutto, bianco o nero.
- Sovrageneralizzazione: a partire dalle cose più piccole e insignificanti, siamo capaci di giungere alle conclusioni più tremende e drammatiche.
- Visioni catastrofiste: non può succedere nulla di buono, è evidente che qualsiasi cosa si faccia andrà male.
- Personalizzazione: qualsiasi evento casuale o persino tutto quello che fanno, pensano o dicono gli altri ci riguarda.
- Ragionamento emotivo: quello che proviamo ci definisce. Se ci sentiamo dei falliti, vuol dire che lo siamo davvero e che non vi è rimedio.
Visti questi schemi di pensiero, è probabile che più di una persona si chieda se, per correggerli, l’ideale sarebbe “pensare positivo”, ovvero andare in direzione opposta. Bene, per quanto possa sembrare strano, nemmeno questa è la soluzione giusta. Non si tratta di fare uso di un ottimismo estremo, di dire a noi stessi che “andrà tutto bene”.
Anche procedendo in questo modo, si applica un pensiero distorto. Non si tratta, dunque, di andare agli estremi, di pensare solo alle cose positive o a quelle negative. Il bravo “equilibrista” avanza con calma, passo dopo passo e si assume una responsabilità piena con se stesso osservando con attenzione e obiettività tutto quello che lo circonda.
Come applichiamo il pensiero equilibrato?
Applicare alla nostra vita quotidiana un pensiero equilibrato si tradurrà in un minore rischio di soffrire di stress e ansia o di cadere nel vortice della depressione. Pensare in modo equilibrato migliora anche la nostra convivenza, perché evitiamo di fare uso di pregiudizi, egoismo e fanatismo.
Il pensiero equilibrato si sprigiona e lascia andare molte di quelle trappole interne che ci impediscono di vivere con pienezza, consentendoci di amarci un po’ di più e rispettando anche chi ci circonda. Impariamo, dunque, a farne uso.
Source: lamenteemeravigliosa.it