Categories: Psicologia

Pensare a se stessi non significa essere egoisti

Molto spesso, quando diciamo di pensare a noi stessi, le persone che ci circondano potrebbero accusarci di essere egoisti. Ma cosa significa essere egoisti? Forse questo aggettivo viene usato in maniera erronea e, soprattutto, ingiusta.

Riflettiamo un momento su questa parola, sulle sue implicazioni e su come dedicare del tempo a se stessi senza sentirsi in colpa.

Essere egoisti vuol dire pensare a se stessi il 100% delle volte senza curarsi degli altri

Proviamo a fare riferimento alle definizioni di egoismo date dai dizionari. Sembrerebbe che l’egoismo sia l’atteggiamento di chi si preoccupa unicamente di se stesso e dei propri interessi, senza preoccuparsi degli altri.

Ognuno di noi ha i suoi schemi (valori e principi più o meno radicati che ci servono ad interpretare il mondo e a farci un’idea di come funziona) e da questi partono i nostri pensieri. Non è raro, dunque, che ognuno applichi la parola “egoismo” in base alle proprie esperienze e al proprio modo di intendere lo stesso e le sue implicazioni. In altre parole, ognuno di noi ha un concetto diverso di egoismo.

Per alcune persone, essere egoista può significare non fare nulla per gli altri o, nei casi più estremi, non ricambiare un favore a qualcuno per mancanza di tempo quando invece quella persona c’è sempre stata. Nel primo caso potremmo accettare questa definizione per il termine “egoismo”, ma nel secondo?

Come ci sentiamo quando una persona ci chiama egoisti senza tener conto di tutto ciò che abbiamo fatto per lei? Ovviamente male, siamo confusi e arrabbiati anche se sappiamo che quel termine che ci hanno rivolto è ingiusto. Prima di proseguire, chiariamo una cosa: se ci è capitato di non fare qualcosa per qualcuno quando ce l’ha chiesto, non significa che siamo egoisti.

Non c’è vera felicità nell’egoismo.
George Sand

Non possiamo cambiare gli schemi altrui

C’è una situazione che si ripete con una certa frequenza: una persona ci chiede un favore, ma non possiamo farlo nel momento esatto in cui ce lo chiede. Questa persona ci chiama “egoisti” o insinua che lo siamo e questo ci fa stare male, non solo per il giudizio negativo sulla nostra persona, ma anche perché ci siamo ritrovati in un bivio davanti al quale abbiamo dato la priorità ai nostri interessi.

Chi sta agendo da egoista, dunque? Chi sta pensando a se stesso senza tener conto dei diritti che abbiamo come persone?

La realtà è chiara: non abbiamo le risorse necessarie per provare (solo provare!) a cambiare gli schemi altrui. Vale a dire, se una persona ritiene che stiamo agendo da egoisti e non fa uno sforzo per cercare di capire le nostre circostanze, possiamo farci due domande:

  • Siamo empatici con il suo problema?
  • Non potendo aiutarla nel momento in cui ce l’ha chiesto, abbiamo proposto un’alternativa?

Se entrambe le risposte sono affermative, ricordiamoci di una libertà fondamentale: abbiamo il diritto di rifiutare qualcosa senza per questo sentirci in colpa.

Inoltre, è bene tenere conto che commettiamo un errore se estendiamo alla personalità un giudizio soggettivo su un comportamento. Ad esempio, una persona può agire in maniera meschina e non essere meschina oppure può scivolare, ma non per questo essere goffa.

Per capire meglio questo concetto, immaginate la seguente situazione: tutte le mattine vi svegliate alla stessa ora. Fate tutto ciò che dovete fare e alla fine della giornata avete portato a termine tutti i vostri doveri. Ora immaginate di svegliarvi 15 minuti dopo del solito. Per qualche motivo, alla fine della giornata non siete riusciti a fare tutto quello che avevate in programma.

Siete persone irresponsabili? Siete persone poco serie? No, semplicemente avete avuto una brutta giornata e forse avete agito in modo poco responsabile. Attenzione, però! Aver agito in questo modo non vi rende persone con questa caratteristica. Di fatto, anche se lo faceste da sempre, non vi si potrebbero attribuire queste caratteristiche perché il passato non sempre consente di prevedere il presente e il futuro.

Bisogna fare una distinzione tra agire ed essere. Essere persone ingiuste non è sinonimo di agire in maniera ingiusta. Analizziamo i comportamenti non le persone.

 

Sfruttate i venti che soffiano a favore, ma non lasciate che sia il vento a governare

Avete la sensazione di non avere tempo per voi? Alle persone del vostro ambiente circostante succede sempre qualcosa per cui richiedono la vostra attenzione allontanandovi dai vostri obiettivi? Vi dedicate troppo agli altri? Sentite di essere come delle vele alla mercé del vento? Bisogna sempre riservare un po’ di tempo per se stessi e in questo senso è necessario imparare un’abilità che è fondamentale per il benessere di una persona: imparare a dire no senza sentirsi in colpa.

Di certo si tratta di un tema complesso e ricco di sfumature. È per questo che non possiamo darvi una regola fissa per come farlo, ma solo sottolineare l’importanza di farlo. Se siete anche voi tra quelli che si sono sempre fatti in quattro per gli altri, dovreste sapere che:

-Il cambiamento è un processo di allenamento. Se siete affezionati a certe abitudini, cambiarle vi richiederà tempo, pazienza e impegno. Di solito le nostre abitudini sono collegate le une alle altre e cambiarne una significa cambiare elementi di tutta la catena. Ad esempio, adottare un atteggiamento più cordiale nei confronti degli altri richiede una certa capacità di conversazione, quando per rimanere in silenzio non c’era bisogno di questa abilità.

-Forse chi vi sta attorno non lo capisce. Se avete abituato gli altri a mostrarvi sempre disponibili nei loro confronti, è probabile che rimarranno sorpresi la prima volta che rifiuterete una loro richiesta. Possono anche rimproverarvi di essere cambiati o di essere egoisti. È bene, quindi, non dimenticare cosa volete per voi. Di fronte al cambiamento troverete sempre degli ostacoli e delle resistenze, soprattutto se significa chiudere con le esigenze altrui.

-Analizzate sempre in maniera oggettiva le situazioni. Se la richiesta non è urgente, non richiede obbligatoriamente la vostra presenza, se avete empatizzato con il problema della persona in questione e avete proposto un aiuto alternativo in un secondo momento che sia compatibile con i vostri impegni e obiettivi, allora non c’è dubbio, non avete motivo di sentirvi in colpa.

In definitiva, pensare a se stessi non significa essere egoisti se si è in grado di mantenere un equilibrio. Se davvero lavorate su questa parte di voi senza fare troppo affidamento al concetto generale e alle definizioni di egoismo, raggiungerete il giusto compromesso tra dedicare tempo ed energia agli altri e coltivare anche le vostre passioni, le vostre attività e i vostri sogni.

Non permettere che facciano di te una vittima. Non accettare che gli altri definiscano la tua vita. Definisci te stesso.
Harvey Fienstein

Source: lamenteemeravigliosa.it

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