Non ho paura di abituarmi a te, al contrario, sono terrorizzata dall’effetto che quotidianamente mi fai.
Ho paura che il mio cuore non regga più la media di quattordici sorrisi fatali nell’arco di una giornata,
la mia mente rischia un crollo emotivo da un momento all’altro:
da quando sei entrato nella mia vita essa non mi da pace,
mi tortura con le motivazioni per cui non avresti mai dovuto scegliere me e per infliggermi ancor più dolore,
mi proietta innumerevoli modi per cui dovresti o vorresti troncare la nostra relazione.
Che ce ne stanno tanti, troppi.
Ho paura che i tuoi occhi non mi trovino bella come tu dici, che le labbra a contatto con le mie non ti diano l’equivalente scossa che percepisco io,
che le tue mani non mi trovino morbida e il tuo corpo abbastanza snodabile.
Ho paura che svegliandomi non ti possa trovare più al mio fianco.
Te ne andresti alla stessa maniera in cui sei entrato nella mia vita, in punta di piedi o creando il caos più totale?
Non riesco a decidermi, ma la mia mente mi proietta un silenzioso dolore, una muta agonia dalla quale non uscirei neanche pagando venti psicoterapeuti.
Ho paura che, una volta abbandonato il disastro che sono, capirai che il tempo trascorso al mio fianco, quel tempo che ti sembrava tanto prezioso in realtà non fosse altro che tempo sprecato.
Ho paura che guardandomi da fuori capirai quanto poco valgo in confronto alle altre ragazze.
Infondo che ho di tanto speciale? Non ho un fisico mozzafiato e tantomeno quell’aria da ragazza indimenticabile, non lascio scie di profumo e non lancio sguardi seducenti.
Non ho nulla di buono, di sistematico fuorché la mente, di pensieri ne sono piena tanto da farti galleggiare in un mare di parole, ma ahimè tu non sai nuotare e non hai la voglia di leggere stupide connotazioni di amore.
Niente di particolare ma sto attenta ai particolari, ti basta per restare?
Quando sei arrabbiato invece di esplodere immediatamente come me, la bomba a mano, ti chiudi in un silenzio mortale che rompi dopo una ventina di minuti con armate parole.
Quando sei felice ti brillano gli occhi e le tue labbra si increspano in un sorriso bambinesco,
prima sollevi l’angolo sinistro della bocca e successivamente tutto il resto.
Sei nervoso ti stringi le mani incastrandole come se volessi creare da un momento all’altro una voragine in cui scomparire o che,
quantomeno possa far scomparire gli altri.
Hai le mani sempre fredde, anche in estate, le dita lunghe da pianista e le violacee vene in evidenza.
Quando urli la vena del collo si ingrossa dandoti un colorito paonazzo e quando vuoi baciarmi mi stringi sempre a te coprendomi il volto con le mani.
Ho amore da vendere, ma sai quel detto?
“Qualità, non quantità .” Io ne ho a dismisura ma il mio essere è ammaccato, livido, pestato.
C’è chi dice che i frutti macchiati siano i più succosi, i più maturi ma io ho sempre evitato alimenti dal colorito poco invitante!
Che stupida, dici che abbia fatto del razzismo sulla frutta?
Non ti terrò in catene pur essendo incatenata dal tuo sguardo.
Non ordinerò ne pretenderò mai nulla, ma una semplice richiesta ho da farti. Resti con me?
Magari solo un’ora, magari solo un giorno, una settimana o magari, una vita intera.
Ho paura che il mio cuore non regga più, citazione di Perlabionda
Source: alicegiaquinta.altervista.org
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