PALERMO (ITALPRESS) – “Papà era capitano di lungo corso, da piccolo mi portava con lui sulla pilotina al porto di Civitavecchia. Salivamo sulla plancia di comando delle grandi navi che lui era chiamato a guidare fino al porto.
Seguivo affascinato le manovre, gli ordini impartiti da mio padre, il lavoro di squadra che si svolgeva lì sopra. E poi c’era il mare che io ho sempre amato”. Lo ha detto, in un’intervista a Repubblica Palermo, Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità portuale del mare della Sicilia Occidentale. “Fu il ministro Altero Matteoli – racconta – a chiamarmi. Gli devo tantissimo, per lui fu una scommessa. Fui il più giovane presidente di un’Autorità portuale nel mondo. E a 39 anni diventai anche presidente di Assoporti, l’associazione dei porti italiani. Ho ricevuto l’International Business Award della Niaf a Washington, ho partecipato alla stesura della legge di riorganizzazione del sistema portuale italiano. Ho anche scritto il libro “Il mare controvento” pubblicato da Mondadori e poi il ministro Graziano Delrio, un’altra persona a cui devo molto, mi ha nominato qui a Palermo”. Nel porto di Palermo è riuscito a far venire Msc e Costa e ha convinto Fincantieri a investire? “Non ho convinto nessuno. Il segreto è evitare cattedrali nel deserto ma legare le opere al mercato. Abbiamo creato le condizioni per attrarre e trattenere imprese…”.
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