Tavoli tematici: 12. Giornate di lavoro: 3. Leader in campo: 1.
Ma non e’ la Leopolda, assicura Matteo Renzi presentando l’appuntamento del Lingotto del prossimo fine settimana. Si parte venerdi’, intorno alle 17 e si chiude domenica, all’ora di pranzo. In mezzo ci sono i tavoli tematici per costruire un programma dal basso. Matteo Renzi offre soltanto una serie di spunti, allegando alla Enews la sintesi delle linee programmatiche. Il partito, certo. Ma soprattutto il governo del Paese. L’ex segretario dice chiaramente che il partito e’ chiamato a eleggere il “leader” che guidi il partito e, poi, anche il governo del Paese. Tradotto: anche con il proporzionale, il segretario del partito sara’ candidato naturale a Palazzo Chigi. Questo, mentre Renzi si congratula con il suo successore al Governo per il lavoro che sta facendo: “Ieri il premier Gentiloni ha fatto un ottimo intervento evidenziando come l’obiettivo da perseguire tutti insieme sia continuare nell’opera di riduzione delle tasse”, scrive. E aggiunge: “Va sottolineato come molto positivo il lavoro di firma degli accordi sulle periferie concluso oggi a Palazzo Chigi”.
Per andare avanti in questa direzione, l’ex presidente del Consiglio chiede il sostegno alla mozione “Renzi-Martina”. Il ticket con il ministro dell’Agricoltura e’ confermato e sara’ funzionale alla battaglia per la conquista dell’elettorato Pd piu’ di sinistra rimasto orfano dopo la secessione di Mdp. Elettorato che, non ci fosse il ticket, sarebbe ‘fagocitato’ da Andrea Orlando e Michele Emiliano, i competitor di Renzi. Che si tratti di una corsa a tre lo confermano, da oggi, anche i numeri. Alle 18 scadeva il tempo a disposizione per presentare ufficialmente le candidature, con le firme allegate. Da Statuto occorreva un minimo di mille firme e un massimo di duemila. I tre candidati ne hanno raccolte a sufficienza, Emiliano ha dichiarato di averne ricevute seimila, tre volte quante quelle necessarie. Orlando ha giocato con la cifra 1996, che ricorda la data di nascita dell’Ulivo e che, percio’, e’ particolarmente significativa per chi si propone di ricostruire il campo largo del centro sinistra. Matteo Renzi ha presentato tra le 35 mila e le 37 mila firme, anche se fonti a lui vicine parlano di un flusso che non si arresta nemmeno in queste ore: “Si potrebbe arrivare a quota 40 mila firme”. In Senato, le firme a sostegno di Renzi sono 58, 8 in piu’ rispetto al congresso 2013. Tra le adesioni ci sono anche due ministri di peso come Marco Minniti e Roberta Pinotti, rispettivamente titolari dell’Interno e della Difesa. E a un’ora dalla chiusura delle candidature, il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, ha voluto fare appello ai tre candidati perche’ trovino una intesa per una campagna di alto livello, sul piano di contenuti ed idee, senza scadere nella denigrazione. “Ti rispondo immediatamente accogliendo il tuo invito senza esitazioni, ma chiedendo che il tuo appello, per essere davvero vincolante, sia integralmente accolto da tutti i candidati e dai loro supporter palesi e non”, risponde Michele Emiliano, protagonista di confronti accesi in questi giorni, non solo con esponenti del mondo della politica ma anche con quelli che chiama i “riferimenti mediatici” dei candidati. “Ciascuno di noi – afferma il presidente della regione Puglia – si deve impegnare a chiedere a tutti i propri riferimenti politici e mediatici di rispettare gli altri candidati e a non utilizzare fino al 30 aprile argomenti scorretti o non afferenti rispetto alla piattaforma congressuale di ciascuno”.
Source: corrrierequotidiano.it – politica