PALERMO (ITALPRESS) – Un momento di gioia ma anche di riflessione, che coinvolge lo stato dell’editoria italiana e le soluzioni possibili per il rilancio della letteratura: del resto il Premio Mondello, giunto alla 48esima edizione, costituisce da sempre un’occasione di condivisione di esperienze e di partecipazione dei giovani, in modo da ribadire l’importanza della cultura del libro. Il riconoscimento è promosso da Fondazione Sicilia e dal 2012 si avvale della collaborazione del Salone internazionale del libro di Torino.
Gli autori premiati per l’edizione 2022, scelti da un comitato di selezione composto da tre scrittori e dal presidente della giuria Giovanni Puglisi, sono: per la sezione Opera italiana Vincenzo Latronico con ‘Le perfezionì (ed. Bompiani), Michela Marzano con ‘Stirpe e vergognà (Rizzoli) e Domenico Starnone con ‘Vita mortale e immortale della bambina di Milanò (Einaudi); per la sezione Mondello critica Mario Baudino con ‘Il teatro del letto. Storie notturne tra libri, eroi, fantasmi e donne fatalì (La nave di Teseo); per la sezione Premio speciale della giuria Franco Moretti. Tutti insieme i vincitori hanno incontrato i media a Palazzo Branciforte, prima di spostarsi alla Società siciliana per la storia patria per la cerimonia di premiazione.
“Finalmente il Premio Mondello, da sempre momento fondamentale per la crescita culturale di Palermo, torna in presenza con 120 studenti provenienti da dodici scuole siciliane secondarie di secondo grado: investire sui giovani significa investire sul futuro della nostra regione, coinvolgerli ci aiuta a contrastare l’impoverimento educativo e culturale”, dichiara il presidente di Fondazione Sicilia Raffaele Bonsignore.
L’incontro tra gli autori premiati e la stampa è stato anche un’occasione di confronto collettivo sul panorama della scrittura italiana. “L’editoria è rimasta uno dei pochi settori dell’industria culturale che sopravvive grazie ai lettori: non chiediamo forme di assistenzialismo, ma leggi efficaci per la promozione della cultura e per la tutela delle librerie storiche”, sottolinea Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone del libro di Torino.
Ringraziamenti e riflessioni sono arrivati anche da ciascun vincitore: Latronico evidenzia come “il racconto deve continuare a essere considerato un aspetto naturale dell’esistenza quotidiana, a prescindere dall’aspetto commerciale ed economico”. Marzano si concentra non sulla dimensione collettiva ma su quella personale, sottolineando di sentire spesso “la sensazione di scrivere sempre gli stessi libri anche se i temi e le forme cambiano: nello specifico, in ‘Stirpe e vergognà ho cercato di trovare una lingua a metà strada tra la fiction, l’autobiografia e la saggistica, raccontando la necessità di fare i conti con un passato che nel mio caso riguarda la figura di mio nonno, fascista della prima ora”.
Starnone allarga la riflessione alla progressiva mancanza di interesse, soprattutto tra i giovani, a opere dal valore storico: “Quei testi che hanno avuto un ruolo importante nella nostra letteratura non dovrebbero sparire dal mercato e meritano di essere trattati con maggiore sensibilità: è pericoloso rincorrere i gusti costruiti dal mercato”. Baudino focalizza l’attenzione sul rapporto autore-lettore, evidenziando come “è bello quando si instaura un dialogo cordiale con il proprio lettore ideale attraverso il racconto”.
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