Palermo, Edoardo Cicconi svela a Palazzo dei Normanni la nuova opera

PALERMO (Italpress) – Si chiama 150-93 VIII, ha la forma di un ottagono, e sarà visitabile fino al 20 agosto l’installazione di Edoardo Dionea Cicconi, in mostra al Palazzo Reale di Palermo. Un’opera autentica che segue la geometria radiale della pavimentazione e che cambia aspetto al calar del sole, in un gioco di specchi. Il prisma ottagonale si illumina di giorno, crea l’effetto dell’aurora boreale di notte, in un dialogo senza tempo tra luci e ombre. Il titolo 150-93 VIII rappresenta il codice che richiama la distanza tra le Terra e il Sole, ovvero 150 milioni di chilometri e 93 milioni di miglia; se questa distanza cambiasse di poco, farebbe saltare l’equilibrio probabilmente distruggendo la vita del nostro pianeta. “Questa installazione, dalla duplice identità, è stata la codifica dei veri colori dell’aurora boreale, un fenomeno che avviene mettendo in relazione il nostro pianeta con il sole, con le tempeste solari. Questo è un focus dell’installazione e da dove è partita tutta la narrativa legata in questo caso alla scienza. Di giorno puoi fruirne osservando degli specchi, come se fossero degli scudi, rappresentano tutto ciò che hanno intorno. Dal tramonto in poi invece questi specchi con un gioco di rifrazione delle luci cominciano a dissolversi e si inizia a illuminare l’installazione proprio con i colori dell’aurora boreale”, spiega lo stesso Cicconi. A far da cornice alla presentazione un talk tra l’artista e Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II che da subito ha sposato il progetto. “Stare qui mi fa bene. Palermo fa bene al mio lavoro, fa bene alla mia anima. Secondo me tutta la Sicilia ha avuto il più alto picco culturale con Federico II. L’installazione dialoga fortemente con lo spazio circostante perchè la pianta stessa dell’opera è un chiaro riferimento a quella che è la cultura federiciana. L’aspetto volumetrico, quindi tutto il suo innalzamento, in realtà sono tutti molultipli di otto e questi otto vengono messi in relazione con il cortile di Palazzo Reale, cortile che era anche residenza del Sovrano. Segue lui stesso un codice non casuale, geometrico, cosa che abbiamo scoperto con gli architetti e quindi era bellissimo poter creare una relazione architettonica con questo elemento intruso all’interno del cortile e con lo spazio circostante. Arcobaleno, Aurora boreale, tramonto, sono fenomeni particolari che, per quanto ovvie, sono fonte continua di stupore per l’individuo. Dobbiamo educare l’altro a meravigliarsi, sempre!”. Arte e scienza, Land art e arte urbana sono le parole chiave per descrivere l’operato dell’autore, di origine romana, e con alle spalle numerose esposizioni in giro per il mondo. Le installazioni delle sue sculture nascono in grandi spazi aperti e storicamente significativi, e proseguono con lavori all’interno di importanti spazi urbani come l’hotel De Russie a Roma, le terrazze del Pincio, all’interno di luoghi magici di cui lui cattura la magia. “Quella di Edoardo è un’opera che ha il valore di essere creata per un approfondimento tra le scienze. Questa installazione ci racconta una frattura difficile da sanare, ma fondamentale. E’ una prova di riconciliazione tra arte e scienza, sempre più necessaria nell’ottica di un flebile confine tra matura e artificiale, tra tecnologia e umano, e con un digitale che corre vertiginosamente. Il rischio è un conflitto insanabile”. 150-93 VIII è parte duqnue di iIniziative che si legano indissolubilmente a un tema assai contemporaneo, e dove la materia si trasforma in energia. “La tecnologia e la scienza nascono come visione del mondo, esattamente come l’arte. Ci racconterà di spazio, di tempo, di materia, di forma, proprio come farebbe un fisico, e invece a farlo è un artista. Già negli anni Trenta emergeva nel mondo la necessità di sanare la profonda crepa tra mondo umanistico e mondo scientifico. – conlude Monterosso – E’ dunque un tema caro che nasce da un laboratorio che si chiama Palazzo Reale, per via dell’epoca di Federico II, quando autonomia e scienza camminavano di pari passo con arte e cultura. Viva la libertà dell’arte, viva la libertà della cultura”. Nella sede odierna Edoardo Dionea Cicconi è di fatti protagonista di Pionieri della Cultura #2, laboratori della Fondazione Federico II inaugurati lo scorso gennaio, alla presenza di studiosi e artisti, impegnati nella salvaguardia della cultura dal rischio estinzione.(ITALPRESS).

Redazione

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