Oprah Winfrey compie sessantatré anni e da trenta è considerata la donna più potente del mondo. Wow. Com’è successo?
Noi siamo nate in un mondo già colonizzato dalla fama di Oprah, tendiamo a darlo quasi per scontato, ma come ha fatto una donna afro-americana ad arrivare così in alto in un’industria dominata da uomini bianchi, tanto da venire chiamata “la Regina dei Media?” Una domanda legittima, no?
Come saprete, Oprah Winfrey è una conduttrice televisiva, un’host radiofonica, un’attrice, una produttrice, una filantropa, un’autrice e una donna d’affari. In Italia la conosciamo per sentito dire, ma in America è più di un’icona, più di una celebrità, più di un’opinion leader. È una donna la cui influenza si estende ben oltre i 9 milioni di spettatori del suo talk show – l’Oprah Winfrey Show, conclusosi nel maggio 2011 -, anche perché è a capo di un impero che comprende aziende, case di produzione e associazioni benefiche in tutto il mondo. Sapete quando si dice “tutto quello che tocca si trasforma in oro”? Ecco: qui è l’oro che tocca le cose, sperando che diventino Oprah.
Com’è facile immaginare, Oprah Winfery è il frutto di un perfetto sogno americano. Che abbia iniziato dal nulla è quasi scontato, perché che possibilità poteva avere una bambina di colore nata nei sobborghi americani del 1954? La sua storia, però, è persino più difficile di quanto si possa immaginare, se l’avessi letta in un romanzo avrei pensato “ok, ora state esagerando, non è più credibile”.
Orpah (è questo il suo vero nome, ma nessuno riusciva a pronunciarlo correttamente, così per abitudine è diventato “Oprah”) Gail Winfey è nata a Kosciusko, nel Missisipi, da una ragazza madre adolescente di nome Vernita Lee, che si guadagnava da vivere come domestica di una famiglia bianca. Sarebbe bello poter dire che nonostante le difficoltà Vernita è stata un’ottima madre, ma purtroppo non è così.
Oprah ha vissuto i primi sei anni della sua vita quasi senza contatti con lei ed è invece stata cresciuta dalla nonna, che non esitava a picchiarla con un bastone di legno quando non faceva le pulizie o disubbediva. Erano talmente povere che la maggior parte dei suoi vestiti era ricavati da sacchi di patate, cosa che causava l’ilarità degli altri bambini. A sei anni andò a vivere nel Wisconsin insieme alla madre, che però la mandò via di casa dopo la nascita di sua sorella Patricia, perché non riusciva a occuparsi di entrambe. Questa è forse la parentesi più tragica della storia. Mentre Oprah non c’era, infatti, Vernita ebbe una terza figlia (anche lei chiamata Patricia), che diede subito in adozione per ricevere dei benefici fiscali, e poco più tardi ne ebbe anche un quarto, Jeffrey. Sulla lunga distanza, non andò bene a nessuno: la prima Patricia morì di droga, Jeffrey di AIDS, e in quanto alla seconda Patricia, Oprah ne ha scoperto l’esistenza solo nel 2010. Il contrario di un film Disney. Oprah subì anche abusi e molestie sessuali da tre diversi uomini (di cui due famigliari). Ne avrebbe parlato lei stessa nel 1986, durante un episodio del suo show. Se ci vuole un fegato grosso così oggi, figuratevi trent’anni fa.
A 13 anni fuggì di casa, a 14 ritornò ed ebbe un figlio, che però morì subito dopo il parto. Nel frattempo, però, si era distinta per i suoi risultati scolastici, coi quali si guadagnò l’ingresso alla Lincoln High School. Lì la pressione sociale si rivelò durissima da sopportare. Le giovani donne di colore che proseguivano gli studi erano poche e lei si ritrovò in una situazione da schifo: i compagni di scuola bianchi la deridevano perché era povera e i coetanei afroamericani, con cui prendeva l’autobus, la deridevano perché andava a scuola coi figli delle famiglie ricche per cui loro e i loro genitori lavoravano. Per fingere di essere benestante Oprah iniziò a rubare dei soldi alla madre, che esasperata la spedì via di nuovo, questa volta nel Tennessee. Qui, finalmente, Oprah trovò un po’ di stabilità, grazie al supporto di un ex-compagno della madre che la accolse come una figlia e investì tutto ciò che poteva nella sua istruzione. I primi risultati non tardarono ad arrivare. Vinse numerosi concorsi e borse di studio, che la fecero notare dall’emittente radiofonica locale WVOL, dove lavorò fino al secondo anno di college. Stava diventando chiaro a tutti, a lei per prima, che nonostante la vita avesse fatto l’impossibile per abbatterla, quella ragazza era destinata a qualcosa di grande. Anzi, di enorme.
Quel qualcosa arrivò nel 1983, quando iniziò a condurre AM Chicago, un talk show mattutino di poca importanza e basso richiamo. A pochi mesi dal suo arrivo, Oprah lo trasformò nel talk show più seguito di Chicago. Il successo fu tale che il programma passò alla messa in onda internazionale e venne rinominato Oprah Winfrey Show. Da lì in poi, la scalata fu rapida e inarrestabile.
Lo stile di Oprah era qualcosa di mai visto prima. Dove gli altri conduttori si ponevano su un pulpito rispetto agli ospiti e al pubblico, Oprah si metteva al loro livello, parlava la loro lingua. Era sì colta, intelligente, tagliente, ma anche capace di emozionarsi, e quindi di emozionare a sua volta. Proprio la sua vita così difficile ne aveva fatto una donna empatica, sensibile alle difficoltà altrui e dotata del giusto coraggio per affrontarle.
A lei si deve gran parte dello sdoganamento di tematiche femministe e LGBT nella tv americana e nessun argomento è mai stato tabù nel suo studio, che è stato definito come qualcosa a metà tra un salotto amichevole e una continua seduta di terapia collettiva. Più volte si è esposta anche in prima persona, parlando dei suoi problemi col corpo e col peso, e dei suoi sforzi per superarli, accettarli e diventare più sana. Nel bene come nel male, Oprah ha cambiato la tv, l’ha resa più umana, più emozionale. E ha reso se stessa una sorta di guida spirituale, capace di smuovere l’opinione pubblica al punto che gli statisti la ritengono la vera artefice della vittoria di Barack Obama alle elezioni del 2008, in quanto lui è stato il solo candidato che lei abbia apertamente sostenuto.
Oggi, secondo Forbes, Oprah è contemporaneamente la donna e la persona afro-americana più ricca del mondo. DEL-MONDO. Ha fondato aziende e possiede una mastodontica tenuta con vista sull’oceano in California, una in Florida e numerose case sparse per il mondo, compresa quella di Chicago, dove lavora per la maggior parte del tempo. Non ha mai dimenticato che cosa vuol dire dover indossare sacchi di patate, però. Oprah infatti è anche considerata la più grande attivista afro-americana della storia d’America. Si stima che, solo per l’educazione, abbia donato oltre 400 milioni di dollari. Tra le sue numerose fondazioni e enti benefici spicca la Oprah Winfrey Leadership Academy for Girls, situata in Sud Africa, che sostiene tutte le ragazze di umili origini che dimostrano il carattere, la voglia e le capacità di cambiare il mondo. Oprah, per scelta, non ha mai avuto figli, ma afferma sempre con orgoglio che sono proprio quelle ragazze, le sue figlie. Riuscite a pensare a qualcosa di più bello? Be’, io no.
Source: freedamedia.it