PALERMO (ITALPRESS) – “Un bilanciamento tra la tutela dei confini e quella dei diritti dell’uomo deve prevalere a favore di questi ultimi. Lo Stato italiano è vincolato al rispetto dei principi del diritto internazionale, tra cui l’obbligo di salvare la vita di chi si trova in pericolo in mare: tale obbligo prevale su ogni altra norma nazionale o internazionale finalizzata al contrasto all’immigrazione irregolare”. Lo sottolinea il pubblico ministero Geri Ferrara durante la requisitoria per il processo Open Arms, nell’Aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, che vede imputato il vicepremier Matteo Salvini.
“Nessuna richiesta di soccorso in mare deve rimanere senza risposta – prosegue Ferrara -. Lo Stato deve garantire i diritti dei soggetti coinvolti, soprattutto in una situazione di stress ovvero di pericolo grave e imminente: una volta ricevuta l’informazione di pericolo lo Stato coinvolto non può più sottrarsi all’obbligo di soccorso. La classificazione del migrante in pericolo è irrilevante: potrebbe anche essere un trafficante o un terrorista, ma secondo le norme del diritto internazionale non può essere lasciato in una barca dallo Stato, che deve salvarli e poi nel caso processarli”.
“Questo è un processo politico? E’ pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”, ha sottolineato Ferrara.
“Nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione e dal fatto che vi fosse il rischio di terroristi a bordo, sono state adottate misure per garantire tutela e protezione dei migranti: nell’introduzione del pubblico ministero è di intuitiva evidenza che si sta procedendo a una requisitoria contro il decreto Sicurezza-bis e contro la linea politica del ‘prima redistribuire e poi sbarcarè, che l’intero governo Conte 1 ha portato avanti. Nel momento in cui si dice che decreti e direttive sono tutte inaccettabili si sta processando la linea politica di quel governo”, ha commentato Giulia Bongiorno, avvocato di Matteo Salvini, a margine della requisitoria.
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