Nella loro analisi pubblicata di recente, i medici e i chirurghi italiani prendono una precisa posizione secondo cui la pratica inventata nell’Ottocento dal medico tedesco Samuel Hahnemann, che sostiene si possa stimolare la forza vitale dell’organismo per raggiungere la guarigione dalle malattie, non avrebbe effetti scientificamente dimostrati.
Insomma, è questo un po’ il ricalcare i risultati di parecchi studi già svolti in precedenza. Uno tra tutti, uno studio australiano che dimostrò quanto l’omeopatia fosse inefficace, sottolineando come chi la sceglie in alternativa ai comuni farmaci lo fa addirittura a proprio rischio e pericolo
Quel che emerge dalla scheda a firma di Salvo di Grazia, allo stato attuale non esistono prove scientifiche né una certa plausibilità biologica che possano dimostrare che le teorie omeopatiche siano fondate sui canoni classici della ricerca scientifica.
Nessuna patologia otterrebbe miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici, ma dei successi terapeutici dovuti all’omeopatia potrebbero essere dovuti piuttosto all’effetto placebo, al normale decorso della malattia o all’aspettativa del paziente.
“L’effetto placebo è conosciuto da tempo, ha una base neurofisiologica nota e funziona anche su animali e bambini, ma il suo uso in terapia è eticamente discutibile e oggetto di dibattito”, scrive Di Grazia.
Quanto alla sicurezza della omeopatia, essendo questa una terapia basata su sostanze in quantità infinitesimali o inesistenti non si registrano rischi di effetti collaterali o pericolosi, ma “sono comunque riportati eventi avversi gravi dovuti a errori di fabbricazione o contaminazione”.
Quel che vogliono dire i medici è, inoltre, che curare con la sola omeopatia delle malattie più o meno complesse può esporre a problemi ulteriori, anche gravi, perché può ritardare il ricorso a medicine efficaci e curative. È anche per questo motivo che in Italia l’omeopatia può essere praticata solo da medici chirurghi abilitati alla professione. Il che non significa “attribuire una base scientifica a questa pratica”, precisa la Federazione, ma solo garantire il diritto alla libertà di scelta terapeutica del cittadino e un uso integrativo e limitato alla cura di disturbi poco gravi e autolimitanti, evitando il rischio di “ritardare una diagnosi più seria o che il paziente stesso sia sottratto a cure di provata efficacia”.
In ogni caso, il medico deve specificare che il prodotto non agisce su basi scientificamente provate e raccogliere il consenso da parte del cittadino, secondo quanto prescritto dall’articolo 15 del Codice di Deontologia Medica.
La Commissione
Un punto importante che emerge dalle dichiarazioni della FNOMCeO è che “il consiglio nazionale del 24 marzo 2018 ha accolto la richiesta del presidente Anelli di istituire una commissione che riveda la posizione […] in tema di omeopatia”. Per ora, infatti, nel codice deontologico dei medici l’omeopatia è solo un caso particolare non citato esplicitamente tra le cosiddette medicine non convenzionali trattate dall’articolo 15 del testo del 2014, in si afferma solo che “il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia […] nel rispetto del decoro e della dignità della professione”.
I medici italiani sono quindi ben schierati a prendere nettamente le distanze dall’omeopatia.
Ma cosa ne pensano gli omeopati?
Non fanno attendere la loro risposta e in un comunicato congiunto di 9 Associazioni di Omeopatia manifestano un “assoluto dissenso” all’iniziativa della FNOMCeO e parlano di un vero e proprio attacco scagliato nei giorni in cui viene pubblicato online un database che raccoglie più di 1.000 studi scientifici sull’efficacia dell’omeopatia, presentato al Presidente FNOMCeO e all’Esecutivo della Federazione a Roma il 3 maggio scorso, per un incontro a margine del quale la FNOMCeO con un proprio comunicato stampa aveva dichiarato di “voler chiedere rispetto per tutti i medici, e di sostenere le Società scientifiche di Omeopatia nel chiedere all’Istituto Superiore di Sanità di aprire un tavolo di confronto per una revisione della letteratura scientifica e delle evidenze disponibili in materia”.
I medici omeopati, quindi, non comprendono il senso di questa iniziativa che “nello specifico pone sullo stesso piano l’effetto placebo con una pratica, l’omeopatia, che è invece fin dal 2002 definita come ‘atto medico’ dalla stessa Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici” e che rappresenta un “sistema di salute adottato con soddisfazione da 7 milioni di italiani e da decine di milioni di Europei”.
Rimarcano, inoltre, l’esistenza di numerose prove scientifiche di efficacia a sostegno dell’omeopatia pubblicate anche su riviste scientifiche a medio e alto impatto, tanto che “anche la prestigiosa Cohrane Collaboration dedica un sito specifico dedicato a queste discipline”.
Insomma, l’annoso dilemma se dell’omeopatia ci si possa fidare o meno non sembra destinato a trovare soluzione.
Source: greenme.it
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