Ad annunciarlo sono l’Onu e il governo locale del Sud Sudan che denunciano, che è in corso una vera e propria carestia. Secondo il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) e l’Unicef, questa situazione sarebbe stata creata proprio dall’uomo.
All’origine del crollo della produzione agricola,e della conseguente impennata dei prezzi, ci sono infatti i combattimenti tra le forze fedeli al presidente Salva Kiir e i ribelli legati al suo ex vice, Riek Machar.
Era da sei anni che non veniva diramata una comunicazione ufficiale in cui si parlasse di carestia. Adesso, denuncia, l’Unicef solo in Sud Sudan a rischio sono circa 5 milioni e mezzo di persone, in pratica il 50% della popolazione.
Ma anche gli uomini, le donne e soprattutto i bambini tra Gibuti, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan e i limitrofi Uganda e Kenya, dove i campi profughi sono diventati enormi agglomerati di tende e baracche, non sono lontani da una situazione che potrebbe esplodere da un minuto all’altro.
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Una grande crisi umanitaria globale che rischia di essere dimenticata. La ong Intersos ricorda le 260mila persone, tra cui 133mila bambini, morti in Somalia qualche anno fa. Anche in quel caso, il resto del mondo non era riuscito a intervenire tempestivamente sulla carestia.
Secondo la Fao, Wfp e il fondo Onu per l’infanzia bisogna, invece, fare qualcosa al più presto perché, spiegano all’unisono in un comunicato congiunto:
“Se verrà fornita con urgenza un’assistenza duratura e adeguata, la situazione potrà migliorare nei prossimi mesi e si potranno mitigare ulteriori sofferenze”.
“La carestia è diventata una tragica realtà in alcune parti del Sud Sudan e i nostri peggiori timori sono diventati realtà. Molte famiglie hanno esaurito qualsiasi mezzo di sopravvivenza”, ha affermato il rappresentante della Fao in Sud Sudan, Serge Tissot.
“La maggioranza della popolazione è costituita da contadini e la guerra ha sconvolto l’agricoltura. Hanno perso il bestiame, ed anche gli attrezzi agricoli”, ha continuato.
Mancato accesso ai servizi sanitari, numero elevato di sfollati, bassa copertura di strutture igieniche, fanno da scenario a una situazione che penalizza soprattutto i più piccoli.
“Si stima che oltre un milione di bambini siano affetti da malnutrizione acuta in tutto il Sud Sudan, oltre 250mila sono già gravemente malnutriti. Se non raggiungiamo questi bambini con aiuti urgenti molti di loro moriranno. Chiediamo a tutte le parti di consentire alle organizzazioni umanitarie di avere accesso senza restrizioni alle popolazioni colpite, in modo che si possano aiutare i più vulnerabili ed evitare l’ennesima catastrofe umanitaria”, ha dichiarato Jeremy Hopkins, rappresentante Unicef in Sud Sudan.
Cosa si può fare per salvare dalla carestia queste persone? Sostenere i programmi e le operazioni di soccorso messi in campo dalla Fao, Unicef e Wfp.
In particolare la Fao continua a fornire dei kit di sostentamento d’emergenza per aiutarli a pescare o coltivare verdure e vaccina gli animali.
L’Unicef lavora con oltre 40 partner per curare i bambini e salvarli dalla malnutrizione acuta, sostiene programmi terapeutici negli ospedali del paese e fornisce servizi di acqua potabile.
Il Wfp opera soprattutto in Sud Sudan e fornisce assistenza alimentare e nutrizionale, insieme a programmi di recupero incentrati sulle comunità. Nel 2016, sono state assistite oltre 4milioni di persone africane e fornite 265mila tonnellate di cibo.
Dominella Trunfio
Source: greenme.it
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