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Olio EVO: tra innovazione e ricerca

1 aprile 2017

Il cibo come ossessione mediatica, ostentato, presentato con immagini ammiccanti nelle vetrine dei negozi piu? disparati, librerie monotematiche, mentre appare ad ogni ora su schermi tv, nelle foto che schiere di golosi scattano con il telefonino appena si siedono a tavola, ancor prima di annusare, assaggiare le pietanze.

Una sorta di schizofrenia che spesso relega in secondo piano i valori degli ingredienti e raramente omaggiano i veri fattori alimentari. Specialmente quando il cibo e? caratterizzato dal sapiente uso dell’olio extravergine d’oliva.
L’EVO, l’olio extravergine di oliva, schietto artefice della tipicita? alimentare e? il risultato di costante ricerca scientifica, abbinata alle consuetudini agronomiche della comunita? d’origine.
Ecco perche? l’EVO della Riviera trentina del lago di Garda e? pronto a giocare una partita decisiva sul concetto della ricerca scientifica legata al futuro di questo ingrediente fondamentale per gran parte dell’alimentazione umana.
Innovazione e ricerca sono difatti quanto mai decisivi per superare macroscopiche interpretazione di ingredienti gastronomici tra realta? fattuale (calo dei consumi agroalimentari, scarsa educazione sensoriale, drastica riduzione dei locali deputati al consumo qualitativo) e realta? virtuale, con una ‘cibaria’ sovraesposizione mediatica di web, blog, magazine, canali satellitari e altro ancora.
Cosi i ricercatori della Fondazione Edmund Mach scendono in campo per coadiuvare gli olivicoltori trentini – coinvolti da un Progetto dell’Agraria Riva del Garda e della Provincia Autonoma di Trento – per definire il ruolo della coltivazione dell’ulivo, in particolare della varieta? principe del Garda: la Casaliva.

L’obiettivo e’ di combattere ogni sorta di sofisticazione. Come dire, la genetica a garanzia dell’origine. In quanto i marcatori genetici, isotopi compresi, sono strettamente legati a precise, ben delimitate, zone di coltivazione. E quindi opportunamente certificati.
L’olio extravergine d’oliva della Riviera trentina del Garda – spiegano i produttori – “come ingrediente decisivo per impostare innovative strategie di ricerca agroalimentari. Vale a dire: investire sulla ricerca olearia per coinvolgere i produttori nella sfida a tutela della qualita”.(AGI)
Bru

Source: www.agi.it

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