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nuovo “vademecum” “Io non butto” edito da Csv Milano in partnership con l’Ordine dei Dottori commercialisti

Source: lanuovaecologia.it

Quali sgravi fiscali mi spettano se dono le eccedenze alimentari alle non profit? Quali alimenti possono essere donati? Quali realtà del Terzo Settore possono ricevere le donazioni? Quali documenti burocratici produrre? A queste e altre domande cerca di dare una risposta  grazie al nuovo “vademecum” “Io non butto” edito da Csv Milano in partnership con l’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, con la collaborazione di Food Policy Milano e Corriere della Sera.

Un instant book, chiaro e efficace, che in poco meno di venti pagine, si affianca e completa il primo volume che era dedicato specificatamente alle non profit che quotidianamente si attivano per il recupero a filiera corta delle eccedenze alimentari. Questo nuovo strumento parla quindi ai donatori che si vogliono impegnare in questo processo virtuoso sospinto dalla Legge Gadda (Legge 19 agosto 2016 n. 166), Legge che realmente ha posto l’Italia all’avanguardia in Europa e nel mondo con un approccio strategico per il contrasto allo spreco alimentare.

Un contrasto che il progetto #IONONBUTTO, varato a giugno 2017 da un’idea di CSV Milano, continua a sostenere contando a oggi venti Reti distribuite sull’intero territorio metropolitano, ma operanti genuinamente in un regime virtuoso di recupero/ridistribuzione a Km0. Reti capaci di salvare dalla spazzatura annualmente più di 190 tonnellate di cibo pari a più di 380.000 pasti equivalenti, tonnellate che, attraverso l’azione capillare di queste non profit, arriva realmente, in giornata e senza sprechi, dove necessita.

“Questa volta i soggetti che vogliamo raggiungere sono proprio i donatori, i bottegai, i negozianti… soprattutto quelli che, pur coscienti dell’importanza del non gettare l’invenduto fresco di giornata, si sentono soli e persi nei cavilli burocratici e legislativi – afferma Ivan Nissoli, presidente CSV Milano – per noi aiutarli nell’attivarsi a norma di Legge, grazie anche alla preziosa partnership con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, significa prima di tutto creare una ricaduta virtuosa proprio in quell’impegno civico, su quel Volontariato territoriale, che da decenni abbiamo l’onore di supportare. Anzi – conclude Nissoli – è proprio in queste commistioni, in queste ibridazioni, dove il gioco di squadra tra profit e non profit è funzionante, che l’impegno settoriale diventa invece sfida per il Bene Comune”.

Oltretutto, tra le norme stringenti che segnano il giusto cammino di chi vuole a norma di Legge donare le eccedenze alimentari, esistono anche delle opportunità economiche non indifferenti. Ad esempio il vademecum rende noto come vengano considerati “distrutti” i beni ceduti a titolo gratuito nei confronti di enti pubblici e associazioni (detrazione dell’IVA assoluta sugli acquisti) e come le cessioni solidaristiche non siano considerati ricavi ai fini del calcolo del reddito d’impresa (no tassazione IRES e IRPEF). Ad esempio, localmente, lo stesso Comune di Milano riconosce una riduzione della Tassa Rifiuti stabilita annualmente con la delibera di approvazione delle tariffe TARI e potrà essere al massimo pari al 50% della parte variabile.

 

 

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