Il nostro sentimento vacilla e dubitiamo di amare
Vogliamo che la persona che amiamo ci dica d’essersi innamorata di noi perché un giorno, senza neanche pensarci,
l’abbiamo toccata in un punto in cui non sapeva di essere sensibile, come certe carezze che arrivano molto in fondo per conto loro.
«Ti amo perché ti gratti il polso in quel modo tutto tuo», questo per esempio vorremmo sentire, piuttosto che:
«Ti amo perché sei generoso e affidabile».
C’innamoriamo di minuzie, di riflessi in cui vediamo l’altra persona come pensiamo che nessuno l’abbia mai vista e mai la potrà vedere,
e custodiamo questi attimi di unicità in forma d’immagine, anche se negli anni sbiadisce;
ma è a quell’immagine che chiediamo aiuto quando il nostro sentimento vacilla e dubitiamo di amare,
allora la richiamiamo, e ci basta (quando ancora l’immagine è viva) ritrovare quel modo di bere a canna,
tenendo la bottiglia distante dalle labbra, perché l’amore torni a insinuarsi e si riaccenda, rimettendo a posto le cose,
disponendole intorno a noi nell’ordine rassicurante in cui ci siamo abituati a vivere,
e ci lasci dove siamo, reprimendo di schianto i progetti di fuga a cui avevamo già cominciato a lavorare.