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Netflix è diventata così grossa da poter tranquillamente snobbare Cannes. Un’analisi

Il primo Oscar, conti in salute, investimenti miliardari in contenuti e crescita degli utenti oltre le attese. Netflix​ chiude un trimestre che dimostra tutta la sua forza. Tanto da potersi permettere di snobbare il Festival di Cannes, abbandonato senza troppi rimpianti.

La crescita degli utenti

Le aspettative erano alte. Il rischio, pur in presenza di conti positivi, era non rispettarle. E invece Netflix continua a correre. Le stime diffuse a gennaio indicavano una crescita netta di 6,35 milioni di utenti. Ne sono arrivati molti di più: 7,4 milioni, con una crescita anno su anno del 43%. Merito di un mercato sempre più globale che però non dimentica gli Stati Uniti.

Per la piattaforma di streaming è una conferma doppia: l’espansione internazionale spinge la crescita e il ritocco dei prezzi di fine 2017 non ha messo in fuga gli utenti nei mercati più maturi. Tutt’altro. Il numero di utenti è il dato che più ha sorpreso (in positivo) i mercati. Ma non sfigura neppure il conto economico: il fatturato del primo trimestre (3,7 miliardi dollari e un progresso anno su anno del 40,4%) ha rispettato le stime di Netflix.

L’utile netto è salito a 290,1 milioni contro gli attesi 282 milioni. Il margine operativo, che era stato indicato dalla società come dato prioritario, è salito dal 9,7 al 12,1%. Per il prossimo trimestre, la piattaforma punta a 6,2 milioni di nuovi utenti (1,2 negli Stati Uniti e 5 milioni all’estero). Il fatturato dovrebbe sfiorare i 4 miliardi di dollari e l’utile atteso è di 358 milioni.

Adesso è (davvero) internazionale

Da un parte il Paese d’origine resta il più remunerativo (ha margini più alti ed è da lì che arriva ancora la maggior parte del fatturato). Ma allo stesso tempo si dimostra non ancora saturo: nell’ultimo trimestre ha guadagnato 1,96 milioni di utenti, 510 mila in più del previsto. Per platea e prospettive di crescita, però, Netflix punta molto sui mercati internazionali. Fuori dagli Usa, ha guadagnato 5,46 milioni di abbonati contro i 4,9 milioni previsti.

Una platea (e, in prospettiva, è una buona notizia) non ancora del tutto valorizzata: gli utenti internazionali sono 68,29 milioni e fruttano 1,78 miliardi. Negli Stati Uniti gli abbonati sono meno (56,7 milioni) ma fanno incassare di più (1,82 miliardi). Il prossimo trimestre, Netflix dovrebbe definitivamente abbandonare lo status di impresa “domestica”: secondo le previsioni della società dovrebbe arrivare dai mercati esteri oltre il 50% del fatturato (il sorpasso per numero di utenti si è già consumato nel secondo trimestre 2017).

Gli investimenti in contenuti

Netflix conferma il suo imponente piano di investimenti: punterà sui contenuti tra i 7,5 e gli 8 miliardi di dollari. Cui si aggiungono 2 miliardi per il marketing e 1,3 miliardi in tecnologia. Significa che gli investimenti del 2018, dollaro più dollaro meno, equivalgono all’intero fatturato del 2017. La società guidata da Reed Hastings ha sottolineato i successi dei propri prodotti. Nel primo trimestre 2018, Netflix ha infatti vinto il suo primo Oscar, con il documentario Icarus.

E ha ribadito l’impegno a produrre serie internazionali. Come la spagnola “La Casa de Papel” (“La casa di Carta” nella versione italiana), diventata la più vista di sempre tra quelle non in lingua inglese. Il primo trimestre si è poi rinnovata la campagna acquisti: a febbraio Netflix ha strappato alla 21st Century Fox (con un contratto di 5 anni da 300 milioni di dollari) Ryan Murphy, il creatore di Glee, American Horror Story e Nip/Tuck.

La frecciata a Cannes

I numeri e i premi dimostrano che Netflix è ormai un protagonista della cinematografia mondiale. Non più solo un distributore ma un produttore di peso. Tanto da potersi permettere di saltare la Croisette: quest’anno infatti non ci sarà alcuna pellicola prodotta dalla società al Festival di Cannes. Ma, precisa Netflix, non per scarsa qualità: “Ci spiace che i nostri film non abbiano potuto competere quest’anno, ma il Festival ha adottato nuove regole che impongono ai film in concorso di non essere diffusi su Netflix in Francia per i successivi tre anni. Non faremmo mai una cosa del genere ai nostri abbonati. Continueremo – continua Netflix – a celebrare i nostri film e i nostri registi in altri festival in tutto il mondo, ma sfortunatamente dovremo farlo per il momento lontano da Cannes”.

Source: www.agi.it

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