Source: www.agi.it
Non bastano alla Lega le norme ‘anti-divano’ inserite nel provvedimento sul reddito di cittadinanza. Il partito di via Bellerio vuole stringere ancora di più il campo dei beneficiari. E sta preparando, riferiscono fonti parlamentari, un pacchetto di emendamenti che verrà presentato martedì. Si tratta di modifiche per evitare che i fondi vadano “a chi finora non ha fatto nulla per ottenere un posto di lavoro”, spiegano le stesse fonti.
Il reddito – questa la premessa – deve andare a chi dimostra di essere iscritto all’università o di aver fatto perlomeno un percorso scolastico. L’obiettivo è quello di “scovare i furbetti”, di non far sì che a beneficiare della misura del governo siano nullafacenti.
Secondo lo schema del reddito chi firma il Patto per il Lavoro o il patto per l’inclusione sociale “deve partecipare a progetti utili alla collettività predisposti dai comuni, fino ad 8 ore settimanali”. Ma la Lega sta studiando come intervenire in maniera più rigida sulla platea e far sì che la misura non sia assistenziale. Interventi che riguarderanno non solo i beneficiari italiani ma anche quelli stranieri. È prevista una ‘stretta’ anche per questi ultimi. Al momento può beneficiare del reddito di cittadinanza chi è residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa. Il termine dei 10 anni non verrà cambiato, ma ci saranno – viene spiegato – ulteriori paletti.
Entro martedì il partito di via Bellerio presenterà anche la richiesta di aumentare i fondi per i disabili e una norma anti-evasori. Chi non ha pagato la Tari o non ha rispettato gli obblighi fiscali deve essere escluso dalla platea dei beneficiari del reddito. L’altra ipotesi è quella di sottrarre il mancato introito allo Stato al beneficiario inadempiente o costringerlo a pagare il dovuto prima di poter attingere al fondo. Si tratta – questo il ragionamento – di una misura a sostegno dei comuni affinché non siano danneggiati. Ed è proprio per venire incontro ai timori dei comuni che la Lega sta studiando dei correttivi anche su ‘quota cento’, per quanto riguarda i dipendenti pubblici.
“I furbetti in questo Paese ci sono, è inevitabile dirlo, lo sappiamo lo dicono i dati. Non credo che il reddito di cittadinanza possa farli aumentare”, ha osservato ieri il sottosegretario M5s all’Economia, Castelli, “uno Stato che lotta contro la criminalità organizzata fa in modo che ogni nuova misura varata non finisca in mani sbagliate”. In ogni caso un ‘big’ del Carroccio chiarisce che non c’è l’intenzione da parte del partito di ‘bloccare’ il reddito. Dipenderà dai tempi tecnici se le card arriveranno prima delle Europee, non ci sarà alcuno scontro, sottolineano fonti parlamentari della Lega.
Di Maio intanto ha ribadito quale sarà l’iter del reddito: “Entro fine aprile, inizio maggio diremo se puoi accedere o no – ha spiegato – il giorno dopo che si riceve la card inizieranno i doveri”. Confermata la platea dei beneficiari: coinvolgerà 1,7 milioni di famiglie per cinque milioni di persone. Anche il governo dovrebbe presentare degli emendamenti sul ‘decretone’. I lavori della Commissione andranno avanti per tutta la prossima settimana. Il provvedimento è atteso nell’Aula di Palazzo Madama dal 19 febbraio.
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