PALERMO (ITALPRESS) – Si chiude con la condanna definitiva in Cassazione di Battista Ventura, il processo che vedeva imputato il boss di Vittoria, per le minacce rivolte al giornalista Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi e presidente dell’associazione Articolo21. Un processo durato sette anni e che si è chiuso con la condanna a un anno e 10 mesi confermata a Ventura per le minacce di morte e la tentata violenza privata ai danni di Borrometi per le sue inchieste sulla criminalità organizzata vittoriese. La suprema corte ha rigettato il ricorso di Ventura contro la sentenza della Corte d’appello di Catania che nel giugno 2020 lo aveva condannato riconoscendo l’aggravante del metodo mafioso.
Ad inchiodare l’imputato le frasi rivolte al cronista tra cui “Ti scippo la testa, sarò il tuo peggior incubo e poi ci incontreremo nell’aldilà; se vuoi ci incontriamo anche negli uffici della Polizia, tanto la testa te la scippu u stissu; tu ci morirai con il gas” e diversi altri epiteti irripetibili che hanno portato Borrometi a vivere sotto scorta a partire dal 2014.
Nel corso del processo di primo e secondo grado, a confermare il calibro del Ventura e le minacce verso Borrometi, anche i collaboratori di giustizia fra cui l’ex genero del boss, Rosario Avila. “Grande soddisfazione per la decisione della Cassazione” viene espressa dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia, che si è costituito parte civile nel processo insieme allo stesso Borrometi, alla Fnsi e all’Ordine nazionale dei giornalisti.
(ITALPRESS).
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