Snobbano il posto fisso, vogliono diventare imprenditori, identificano negli spazi disponibili più che nei tutor una risorsa indispensabile per allenare la creatività, ma soprattutto preferiscono apprendere nozioni dai vecchì libri di carta più che dai moderni video tutorial. E’ l’identikit dei nativi digitali che emerge da Giffoni Big Data, report nato dalla collaborazione tra Giffoni Innovation Hub, creative agency che progetta e realizza strategie – format ed eventi nel mondo dell’innovazione per i giovani – e DeRev, azienda italiana specializzata in strategie digitali e comunicazione sui social media.
I risultati di un’indagine condotta sui giurati del festival del cinema per ragazzi di Giffoni lo scorso anno, la prima in Italia su una comunità chiusa in uno spazio e in un determinato periodo, sono stati presentati in occasione della partenza dell’edizione 2017 di Next Generation 2017, in programma fino al 22 luglio a Giffoni Valle Piana nell’ambito del Giffoni Experience. Con 20 quesiti a risposta multipla tra percentuali e punteggi, l’analisi ha coinvolto 1.836 adolescenti italiani in totale, divisi in fasce di età nel range 10-22 anni. Tre le aree esaminate: necessità formative per realizzare le aspirazioni professionali, familiarità con la dimensione social e modalità di fruizione dei prodotti culturali.
La maggioranza del campione crede nel supporto di scuola (7.105 punti) e famiglia (6.751 punti) per concretizzare i propri sogni, rispetto l’aiuto degli amici (5.608 punti), con una netta preferenza per l’esperienza pratica (6.967) e la lettura dei libri, al secondo posto tra i modi di apprendimento favoriti. Altra sorpresa: la condivisione e la discussione delle proprie passioni è importante ma, in questo ambito, la tecnologia e la connessione virtuale cedono il passo alla relazione personale. In assoluto i giovani optano per il confronto con i coetanei dal vivo (7.249 punti) piuttosto che via social (2.781 punti).
“Giffoni Big Data – spiega Orazio Maria Di Martino, co-founder di Giffoni Innovation Hub – ribalta molti dei luoghi comuni che definiscono i giovani”. Dal rapporto emerge il profilo di una generazione decisamente intraprendente. Ambisce infatti al lavoro dipendente e senza grosse responsabilità solo l8,27 per cento degli intervistati, contro il 52 per cento che spera di affermarsi nella libera professione per gestire il lavoro secondo scelte e tempi autonomi.
Risultano pragmatici senza però rinunciare ai sentimenti. Per inseguire un sogno, non sono disposti a fare rinunce sul piano dei rapporti personali (4.181 punti) e degli affetti familiari (3.426 punti) ma non temono di sacrificare tempo libero (7.107 punti) e soldi (5.826 punti). Riconoscono alle tecnologie un ruolo fondamentale o importante (58 per cento) per ottenere i propri obiettivi e ritengono (oltre il 90 per cento) di avere competenze altamente competitive verso l’uso degli strumenti tech.
Anche sul piano dei social network e delle app utilizzate crollano diversi stereotipi. Le preferenze d’uso nei principali canali social e app individuano nei sistemi di messaggistica diretta il mezzo essenziale per la comunicazione interpersonale con Whatsapp (8.181 punti) privilegiato rispetto Facebook (5.040 punti), Instagram (5.660 punti) e Twitter (1.852 punti), mentre molto gradito è Youtube (7.225).
Nella modalità di fruizione dei social, solo una ristretta cerchia è molto attiva (3,75 per cento), ossia pubblica contenuti tutti i giorni e più volte al giorno, mentre oltre il 46 per cento si dichiara semplice spettatore di quel che postano gli altri, presenza che emerge attraverso like, reazioni e condivisioni dei post (5.920 punti) piuttosto che pubblicando. Tra i linguaggi preferiti è la fotografia a uscire vincitrice (7.122 punti) rispetto al solo testo (3.998 punti).
Nelle scelte dei prodotti creativi, essenziale il rapporto orizzontale, in particolare il consiglio degli amici (6.608 punti) e le recensioni di altri utenti sul web (4.782 punti), mentre i giudizi degli influencer sui social (youtuber e instagramer, 3.833 punti) sono indietro. La comunicazione commerciale classica, la pubblicità in televisione (3.787 punti), le recensioni sui giornali (3.502 punti) e le inserzioni web e social (3.600 punti) restano indietro. I canali di fruizione preferiti rivelano una tendenza anche in questo caso meno digital di quanto presumano i luoghi comuni con la televisione (7.010 punti) e lo spettacolo dal vivo (7.473 punti) a prevalere sul pc (5.727 punti). E persino la portabilità è ridimensionata con tablet (4.291) e smartphone (3.915) in fondo alla classifica.
Source: www.agi.it
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