La Uefa boccia il piano di voluntary agreement dell Milan: questo il responso anticipato dalla Gazzetta della commissione sul fair play, che si riunisce domani a Nyon. Non ha convinto dunque nemmeno il secondo piano di rientro della società rossonera.
Non ci sarà moratoria sulle sanzioni, verosimilmente sia di tipo pecuniario che sportivo (riduzione della rosa nelle coppe possibile, esclusione dalle stesse poco probabile), anche se per queste bisognerà attendere la primavera.
La “rosea” (ma la notizia è riportata anche da “Repubblica” e “Corriere”) spiega di aver avuto accesso ad informazioni confidenziali che hanno rivelato informalmente il no della commissione, che arriverà entro pochi giorni dalla riunione di domani.
Si tratta chiaramente anche di uno schiaffo d’immagine per la società e l’a.d. Fassone, perché la bocciatura riguarda un piano sottoposto volontariamente un dossier di 150 pagine, peraltro primo esempio di questo tipo.
L’Uefa non ha evidentemente dato credito al piano di sviluppo e risanamento, né i dubbi sulla consistenza patrimoniale di Yonghong Li devono aver aiutato.
E c’è anche la questione del rifinanziamento del prestito di Elliott, ancora non risolta: quest’ultimo aspetto pare abbia pesato non poco, perché ad oggi non ci sono certezze sulla continuità aziendale.
Niente apertura di credito e niente moratoria sulle sanzioni per il club, che si era presentato con un bilancio in passivo di 255 milioni, al netto anche delle spese non considerate in chiave di financial fair play.
Seguirà il settlement agreement, come fu per Inter e Roma. Secondo lo scenario ipotizzato da Repubblica, la commissione richiederà una nuova verifica nel febbraio 2018, possibile “patteggiamento” con la Uefa in primavera.
L’ingresso di nuovi soci arabi prima di allora, di cui s’è parlato in questi giorni (ma ad oggi siamo fermi solo a voci), potrebbe alleggerire il quadro.
PRIMO VOLUNTARY AGREEMENT A GIUGNO. Il Milan ci aveva già provato a giugno, ma i ricavi commerciali attesi dal mercato cinese (oltre 200 milioni annui a regime, nel 2021) erano decisamente fuori mercato, così la Uefa aveva chiesto al Milan di presentare in autunno un piano rivisto.
I ricavi dalla Cina sono stati ridimensionati a 30-40 milioni nel 2018, comunque nemmeno questo nuovo piano di rientro ha convinto.
Il Milan sperava di ottenere un sì condizionato a covenant (paletti), ma la copertura delle perdite va assicurata con una visibilità della consistenza patrimoniale degli azionisti.
Un aspetto che ha pesato molto, controbilanciando in negativo il nuovo business plan del Milan, che prevedeva scenari stavolta prudenti e differenti ipotesi di ricavi.
Oltretutto si prospetta un appesantimento dei prossimi bilanci per via della campagna acquisti da oltre 200 milioni dell’estate scorsa e che alla luce dell’attuale settimo posto (e soprattutto -13 dalla Roma quarta che deve anche recuperare un match) sembra poter comportare come conseguenza un riassetto in società.
Source: www.todaysport.it
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