«All’inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli. Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino». È il severo giudizio sull’emergenza migranti espresso da Emma Bonino, nel corso della 69esima assemblea di Confartigianato Brescia. Intervistata due giorni fa dalla direttrice del Giornale di Brescia Nunzia Vallini l’ex ministra ha ricostruito le scelte politiche su immigrazione e integrazione degli ultimi anni evidenziando gli errori del nostro Paese e fornendo, di fatto, una chiave di lettura del problema diversa da quella delle ultime settimane (in cui si parla di chiusura dei porti e di un’Europa che non rispetta gli accordi). Bonino dunque ribalta le carte in tavolo spiegando che questa situazione ce la siamo creata da soli. L’intervista è stata pubblicata sul sito di Radio Radicale.
«Una delle cose di cui sono più orgogliosa – ha detto Bonino – è Mare Nostrum. Sono convinta che sui cadaveri non si costruisce niente. Poi non l’abbiamo voluta più perché troppo cara. Poi è intervenuta l’Ue prima con Triton e poi con l’operazione Sophia. […] E nel 2014-2016 che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi, violando di fatto Dublino. Disfare questo accordo adesso è piuttosto complicato. Io non apprezzo per niente né l’atteggiamento spagnolo, né francese, né quello degli altri. Ma un po’ ci siamo legati i piedi e un po’ francamente abbiamo sottovalutato la situazione. Io non credo che la settimana prossima arriveremo a una soluzione».
Emma Bonino ha anche sottolineato le difficoltà di accordi con la Libia («Non si può fare un accordo, ammesso che sia accettabile, semplicemente perché ha due governi, due parlamenti, 140 tribù») e ha ricordato quanto il traffico di esseri umani sia redditizio («come il traffico di droga, i meccanismi sono gli stessi»). Parlando poi di razzismo, ha detto: «Non credo che gli italiani siano più razzisti di altri. Penso quello che gli italiani non sopportano sia il disordine, la mala integrazione, la gente sbattuta nei Cie, o che non può lavorare o lavora in nero». «I 7 milioni di immigrati regolari, che sono l’8% della popolazione – ha proseguito – producono l’8% del pil, pagano le tasse e fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, nell’agricoltura, nelle costruzioni, nell’aiuto domestico». E dunque: «Credo che quello che dà un senso di paura, di ansia, sia questo esercito che ci stiamo creando da soli, di cosiddetti clandestini, che in Italia sono 500mila».
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