Olanda, eutanasia. Per la prima volta un medico sarà processato per omicidio – di Leone Grotti
Una dottoressa ha assassinato con l’eutanasia una donna demente di oltre 80 anni, che aveva chiesto di non morire ma è stata drogata di nascosto e poi tenuta ferma mentre le veniva praticata l’iniezione letale
Per la prima volta da quando la “buona morte” è stata legalizzata in Olanda, nel 2002, un medico verrà processato per aver ucciso con l’eutanasia una donna affetta da demenza, senza avere ottenuto il suo consenso.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, la decisione è stata annunciata dal pubblico ministero olandese venerdì, dopo che il caso era stato passato ai magistrati nel 2017 dalla Commissione di controllo dell’eutanasia.
TESTAMENTO BIOLOGICO. Tempi.it aveva già parlato del caso nel gennaio del 2017. Secondo i revisori, la vittima ultraottantenne aveva in passato scritto un testamento biologico, spiegando che avrebbe voluto ricevere l’eutanasia «solo quando riterrò sia giunto il momento giusto».
AFFETTA DA DEMENZA. La donna viveva in una clinica per malati di demenza, nonostante avesse ripetutamente chiesto ai familiari di rimanere a casa sua.
Arrivata da sole sette settimane nella casa di cura e non essendosi mai ambientata, l’anziana si lamentava tutto il giorno e vagava per i corridoi di notte.
Di conseguenza, la dottoressa della clinica decise in totale autonomia che la sua sofferenza era ormai diventata insopportabile.
Se il paternalismo del medico è ingiustificabile, è il modo in cui l’ha uccisa a essere ancora più sconvolgente.
DROGATA E UCCISA A FORZA. La dottoressa infatti, per «non causarle stress», ha preferito non comunicare alla donna che l’avrebbe uccisa.
La donna aveva ripetutamente dichiarato di non voler morire e il medico, sapendola contraria, la drogò versandole di nascosto un sedativo nel caffè.
Quando pareva ormai addormentata, il medico ha cominciato a praticarle una delle tre iniezioni necessarie per l’eutanasia ma la donna «ha reagito all’improvviso» cercando di tirarsi indietro.
Allora la dottoressa, invece di fermarsi, ha chiesto ai familiari di tenerla ferma e ha terminato l’operazione. La donna è morta poco dopo.
LA DIFESA. Secondo il pubblico ministero, la dottoressa «non ha agito con attenzione e ha oltrepassato una linea» invalicabile.
Il medico si è difeso affermando che l’anziana aveva firmato un testamento biologico e che non era più in grado di intendere e volere.
Ma secondo la procura olandese la richiesta scritta di eutanasia era in realtà «poco chiara e contraddittoria». La dottoressa, di cui non è stato rivelato il nome, andrà dunque a processo.
Dal 2017 in Olanda è legale uccidere i malati di demenza in stato avanzato, a patto che abbiano lasciato un testamento biologico chiaro.
Nei primi nove mesi del 2018 sarebbero morte con l’eutanasia 4.600 persone in Olanda.
Pochi giorni fa un medico è stato invece scagionato dalle accuse, e dunque il processo non verrà aperto, nonostante avesse ucciso una donna di 72 anni in stato di semi-incoscienza senza che questa avesse rilasciato una richiesta scritta di eutanasia.
ABUSI. Gli abusi dell’eutanasia potrebbero essere molti di più di quelli riportati, e quasi sempre non perseguiti dai magistrati.
La Commissione di controllo, infatti, revisiona soltanto i casi denunciati dai medici e secondo Lancet, almeno il 23 per cento dei casi non viene riportato dai dottori.
Source: http://www.informarexresistere.fr
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