Avete sentito dire che Ray Crock, il fondatore di McDonald’s, è stato l’inventore e pioniere del sistema di franchise, vero? Ecco, non è proprio così. Questo merito in realtà andrebbe a una donna di nome Martha Matilda Harper che, con sorpresa di nessuno, è stata omessa per decenni dalle pagine dei libri di economia.
Martha Matilda Harper nacque nel 1857 da una famiglia umile, tanto che a 7 anni fu spedita dal padre a prestare servizio come domestica a un lontano zio. Fin qui, per l’epoca, niente di strano. Fortuito, invece, fu il suo secondo impiego, identico, ma questa volta per un dottore tedesco in olistica, che aveva idee decisamente rivoluzionarie in fatto di cura di capelli. Se avete letto questo pezzo horror, sapete già che a quel tempo lavarsi i capelli era un’impresa non da poco e semplicemente moltissime donne non lo facevano. Questo dottore, però, credeva nell’importanza dell’igiene dei capelli e aveva addirittura scoperto che la stimolazione del cuoio capelluto con una spazzola li aiutava a crescere più sani. Martha adoperò con curiosità i metodi del dottore sui propri capelli e il risultato fu eccezionale. Prima di morire, nel 1881, il dottore le fece un dono inestimabile: la formula del tonico per capelli al quale aveva lavorato per anni.
L’anno seguente Martha si trasferì a New York, nel vivace e innovativo quartiere di Rochester, sempre in veste di domestica. Ma questa volta portava con sé delle conoscenze di cui vedeva il potenziale e la determinazione necessaria a farle fruttare.
Inizialmente, Martha fece provare i trattamenti per capelli ai suoi nuovi datori di lavoro e ai loro amici, che ne furono molto colpiti. Fu così che ebbe un’idea: creare un luogo pubblico dove le donne potessero ricevere quegli stessi trattamenti. Aveva inventato il mestiere della parrucchiera come lo intendiamo oggi.
In tutta la vita Martha era riuscita a risparmiare solo 380 dollari, che – nel caso ve lo stiate chiedendo – erano pochi anche allora (basti pensare che George Eastman quello stesso anno fondò la Kodak investendone un milione). Se li fece bastare. Comprò un piccolo negozio in città e appese all’esterno la prova dell’efficacia dei suoi metodi: una fotografia gigante di se stessa, in cui metteva in mostra i suoi capelli, che arrivavano fino al pavimento.
Come tutte le idee davvero rivoluzionarie, però, la sua era così avanti coi tempi che nessuno la capiva, e le clienti non arrivavano. Così, anziché rinunciare, Martha ideò una strategia di marketing geniale. Lì vicina c’era una scuola di musica che non aveva sala d’aspetto dove accogliere le madri, quindi perché non invitarle nel suo salone a passare il tempo, e solo dopo tentarle con i suoi servizi? La tattica funzionò a meraviglia.
Il salone di Martha divenne un luogo in cui donne di ogni estrazione sociale si ritrovavano e parlavano tra loro. Esattamente come oggi, sì, con la differenza che, tra un gossip e l’altro, si toccava spesso un argomento che in altri luoghi a frequentazione maschile era proibito: il movimento delle suffragette. Tra le clienti, infatti, c’era anche Susan Brownell Anthony, saggista e agguerrita attivista per i diritti delle donne, che in quegli anni si battevano per poter votare.
Martha si stava facendo da sola in un mondo di uomini, ed era per tanto ovvio che avesse idee femministe. Lei però non sosteneva le sue sorelle solo in teoria, ma anche in pratica. Assunse nel suo salone soltanto donne, molte delle quali di umili origini, e pretese che lo stesso facessero tutti i saloni aperti successivamente con il suo marchio. Martha infatti era convinta che la libertà della donna passasse per la sua indipendenza economica, ecco perché insegnare un mestiere a una giovane significava davvero cambiarle la vita. Inoltre, se qualcuna desiderava aprire un distaccamento del salone in un’altra città e dimostrava di esserne all’altezza, bene: Martha le concedeva sia l’uso del brand che una somma per avviare l’attività. Ecco come nacquero gli oltre 500 negozi che formarono il concetto di franchise.
Martha rifiutò di sposarsi finché non fu certa di poter mantenere il controllo del proprio impero. A 63 anni sposò Robert MacBain, di 39, che alla sua morte assunse il controllo dell’attività e la mandò più o meno in malora. Introdusse l’uso di componenti chimici nei prodotti (ai quali Martha si era sempre opposta) e allontanò le donne dalle posizioni amministrative. Nel 1970 vendette il brand, che ormai era un colabrodo, e l’ultimo salone superstite è stato chiuso una decina d’anni fa, nel 2005.
Parrucchiere, se siete in ascolto, siate molto orgogliose di voi. Qualcuno potrà dirvi che fate un mestiere vanesio, ma la verità è che tra le vostre poltrone reclinabili (sempre inventate da Martha!) abbiamo fatto la nostra rivoluzione.
Source: freedamedia.it
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