Quest’ultima osserva Marte da vicino da circa 15 anni, dal 2003. Per la prima volta abbiamo la prova che sotto la superficie di Marte ci sia dell’acqua allo stato liquido. Secondo i dati forniti da MARSIS, probabilmente si tratta di acqua salata, individuata alla profondità di 1.5 km e con una temperatura al di sotto di 0°C.
I sali, probabilmente simili a quelli che la sonda della NASA Phoenix ha trovato nel ghiaccio della zona circumpolare nord, funzionano come una sorta di “antigelo”, permettendo all’acqua di rimanere allo stato liquido nonostante le basse temperature.
A dimostrarlo è stato un team di ricerca tutto italiano, formato dagli scienziati dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), e dai ricercatori delle Università degli studi Roma Tre, Università degli studi D’Annunzio, La Sapienza di Roma e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
MARSIS è un radar sounder, in altre parole è in grado di penetrare nel terreno marziano fino a 4 o 5 km di profondità. Proprio per questa sua capacità, è l’unico strumento in grado di risolvere il dilemma e trovare l’acqua liquida nel sottosuolo. Da circa 12 anni sonda le calotte polari del Pianeta Rosso in cerca di tracce d’acqua sotto forma di eco.
Negli ultimi anni, si è soffermato nella regione del Planum Australe. I ricercatori hanno analizzato i dati che il radar aveva acquisito tra il maggio 2012 ed il dicembre 2015.
“Questi risultati indicano che ci troviamo probabilmente in presenza di un lago subglaciale, simile ai laghi presenti al di sotto dei ghiacci antartici, relativamente esteso e con una profondità certamente superiore alla possibilità di penetrazione delle frequenze usate da MARSIS. In alternativa potrebbe trattarsi di un acquifero profondo nel quale l’acqua liquida riempie i pori e le fratture della roccia. Non siamo attualmente in grado di stimare con precisione la profondità del lago, ovvero dove si trova il fondo del lago o la base dell’acquifero, ma possiamo senza dubbio affermare che sia come minimo dell’ordine di qualche metro” ha spiegato Elena Pettinelli, responsabile del Laboratorio di Fisica Applicata alla Terra ed i Pianeti dell’Università Roma Tre e co-investigatore di MARSIS.
Lasonda Viking della NASA nel 1976 aveva già accertato che sulla superficie di Marte in passato vi fossero mari, laghi e fiumi.
“Il grande dilemma era quindi quello di dove sia finita tutta quell’acqua. Buona parte di questa è stata portata via dal vento solare, che spazzò quella che mano a mano si vaporizzava dalla superficie degli specchi d’acqua. Un’altra significativa porzione è depositata sotto forma di ghiaccio nelle calotte, soprattutto quella nord, e negli strati prossimi alla superficie o è legata al terreno nel permafrost. Ma una parte doveva essere rimasta intrappolata nelle profondità e potrebbe ancora trovarsi allo stato liquido” ha spiegato Roberto Orosei dell’INAF, primo autore dell’articolo.
Le implicazioni potrebbero essere importanti. La presenza di acqua, sali, rocce e protezione dalla radiazione cosmica, secondo gli scienziati, sono ingredienti che potrebbero far pensare anche ad una nicchia biologica. I ricercatori pensano che potrebbero esserci altre zone con condizioni favorevoli alla presenza di acqua in profondità su Marte.
Source: greenme.it
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