MARSALA (TRAPANI) (ITALPRESS) – La città di Marsala, nel trapanese, ricorda Vito Pipitone, 39 anni, contadino e sindacalista ucciso dalla mafia l’8 novembre del 1947 perchè cercava di garantire i diritti essenziali ai braccianti agricoli. La commemorazione è avvenuta in via Bue Morto, in contrada Berbaro, proprio nel luogo in cui è stato ucciso a colpi di lupara mentre camminava in bicicletta. Il Presidio di Libera a Marsala gli ha reso omaggio con la deposizione di fiori sulla stele che ne ricorda il sacrificio, collocata su una piccola strada nella periferia sud della città, un tempo aperta campagna, ogni zona residenziale. Sono state inoltre fatte alcune letture in ricordo del sindacalista, con la partecipazione di tanti liberi cittadini, imprenditori che hanno ricordato l’importanza simbolica per il territorio, fortemente sentita ancora oggi. “Noi dobbiamo innanzitutto differenziare le mele marce dalle mele buone. Le mele buone dobbiamo saperle coltivare bene e portarle sempre dentro di noi nel futuro, perchè altrimenti il qualunquismo è quello che ci fa perdere il valore. Molti di questi già li abbiamo persi” -ha dichiarato nel corso del suo intervento Piero Genco segretario della Cgil di Marsala- “Vito ha dato la sua vita per i poveri, per i più deboli, per i più fragili. Anche oggi continua la stessa cosa. Non più di un paio di giorni fa ci sono state delle retate per il caporalato, non distante, in provincia di Trapani. Questo perchè ogni giorno il sindacato ogni giorno sta a fare le denunce, a contatto proprio con la delinquenza per contrastarla”. (ITALPRESS).
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