Ognuno ha un rapporto particolare con il proprio secondo nome; chi lo ama, chi lo odia, chi ne è completamente indifferente. Bene, a me è piaciuto fin da subito ma mi ha anche stupito, visto che mia madre ha scelto di chiamarmi con il nome di una regina passata alla storia per una frase infelice (che non ha nemmeno ha pronunciato davvero); sto parlando di Maria Antonietta. In realtà, la scelta era dovuta ai nomi della mie nonne e non aveva a che fare con un omaggio alla sovrana di Francia, ma questo mi ha comunque spinta a interessarmi alla sua storia – ben prima del famoso del film di Sofia Coppola, che in tempi recenti ha riportato alla nostra attenzione la sua vita leggendaria.
Diventata regina a 18 anni e decapitata a 38, la figura di Maria Antonietta ha ispirato e appassionato tantissimi artisti: scrittori, pittori, cantanti, registi, hanno infatti raccontato del suo stile sfarzoso, del suo amore per gli spettacoli e per il divertimento; una spensieratezza che mascherava però una grande solitudine, e che si è tramutata poi in una drammatica incapacità di leggere il proprio tempo, portandola a una tragica fine.
Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena nasce a Vienna il 2 novembre 1755, ed è la quindicesima figlia di Maria Teresa d’Austria e di Francesco Stefano di Lorena. Nonostante le regole imposte dall’etichetta di corte, la giovane arciduchessa cresce coltivando una certa spontaneità, grazie al carattere permissivo della sua istitutrice, la contessa Brandeiss. Più che i libri ama danzare e passare il tempo con le sorelle, a cui è molto legata. Ma come per loro, anche Antoine – così si dice che venisse chiamata a corte e in famiglia – rientrava nei piani matrimoniali e politici di sua madre, e non ancora quattordicenne viene data in sposa al delfino di Francia per suggellare una nuova all’alleanza. Il 19 aprile 1770 vengono celebrate le nozze per procura e Maria Antonia diventa Maria Antonietta, delfina di Francia. Pochi giorni dopo lascia definitivamente l’Austria per cominciare la sua nuova vita e incontrare il suo sposo – molto meno affascinate di lei, che invece dai dipinti e dalle cronache dell’epoca, pare fosse molto bella.
L’accoglienza è tiepida, visto che la corte francese prova un certo astio nei confronti dell’Austria, e nonostante un lieve entusiasmo iniziale, presto viene soprannominata con disprezzo “l’austriaca”. Anche con il consorte, il giovane Luigi Augusto deve combattere questa diffidenza e i due per molto tempo non consumano il matrimonio – causando la preoccupazione della corte di Francia e le pressioni di Maria Teresa sulla figlia. Con molti sforzi, però, riesce comunque a conquistare l’affetto e la simpatia del marito.
Nella primavera del 1774 Luigi XV contrae il vaiolo e in poco tempo muore, lasciando il regno al figlio, che diventa così Luigi XVI: a 18 anni, Maria Antonietta è regina di Francia. Questo non fa altro che inasprire l’atteggiamento già diffidente della corte, che teme che la regina possa influenzare il re favorendo l’Austria. In realtà, nei primi anni di regno Maria Antonietta è estranea agli affari di stato; è questo il periodo degli abiti sfarzosi della modista Rose Bertin, delle maestose acconciature di Léonard e degli spettacoli a corte. La regina è un’appassionata di moda e di teatro, ma dietro la maschera della frivolezza e della mondanità, si nasconde una donna frustrata e triste a causa dell’incapacità di relazionarsi con il marito e di dare al regno il tanto atteso erede.
A causa dell’aggravarsi della situazione finanziaria della Francia, scoppia una sommossa chiamata “guerra delle farine” e sarebbe in questo contesto che le viene attribuita la famosa frase – che in realtà non pronunciò mai – “Se non hanno pane, che mangino brioches!”. Le spese folli, i divertimenti a corte e la mancanza di un erede la mettono in cattiva luce e cominciano a girare pamphlet su una presunta impotenza del re e sui costumi ambigui della regina, a cui vengono attribuiti diversi amanti (sia uomini che donne), contribuendo a far crescere la sua cattiva reputazione.
Finalmente la situazione si sblocca dopo l’arrivo del fratello della regina, l’imperatore Giuseppe II, che la riprende per il suo comportamento leggero e la sollecita a passare più tempo con il marito: il matrimonio viene consumato e nella primavera del 1778 rimane incinta. Questa visita del fratello e la successiva influenza che Maria Antonietta ebbe sul re, nel favorire la politica austriaca, dovuta alle continue pressioni della madre, contribuiscono ulteriormente a inasprire i sentimenti di diffidenza dei consiglieri del re nei suoi confronti. Nel dicembre del 1778 nasce una femmina, Maria Teresa Carlotta. Stanca di essere costantemente sotto osservazione, dopo la nascita della piccola dà scandalo per la scelta di vivere nel Petit Trianon, un castello circondato da giardini nel parco di Versailles, cercando di allontanarsi dalle pressioni di corte. Rafforza così il suo rapporto con la contessa de Polignac, suscitando molte malelingue sul loro rapporto.
Questo allontanamento preoccupa Maria Teresa, che cerca di spingere la figlia a occuparsi più delle faccende famigliari e politiche che di amicizie che giudica sbagliate, ma poco tempo dopo, nel 1780, la regina muore: Maria Antonietta è sconvolta. Grazie alla premura di Luigi nello starle accanto, i due si riavvicinano e nell’ottobre del 1781 finalmente la regina partorisce l’erede: Luigi Giuseppe. La buona notizia non basta a calmare l’opinione pubblica, che ironizza sulla paternità del bambino. Ormai è malvista sia dalla corte che dal popolo, che la giudicano una donna ambigua e meschina, che cerca di favorire gli austriaci mentre spende i soldi dei francesi. Ad aumentare la tensione, la notizia delle sue continue richieste di denaro per alcune ristrutturazioni e per l’acquisto di un castello.
Dà alla luce altri due figli, nel 1785 e nel 1786, Luigi Carlo e Sofia Elena Beatrice, e nonostante decida di dare un taglio alle spese e al suo stile di vita sfarzoso, è ormai troppo tardi per cambiare la sua situazione. La costosa politica estera del marito ha fortemente compromesso le finanze del regno, già ridotte, ma sembra che il biasimo sia tutto per Maria Antonietta e il suo stile di vita assurdo (tanto da alimentarie storie false, come la scelta di foderare di diamanti e oro i corridoi di Versailles) che le valgono il soprannome di Madame Deficit.
Dopo numerose sommosse e complice lo scontento degli aristocratici, vengono chiamati gli Stati Generali, l’assemblea del popolo francese che non veniva richiamata dal 1614. Siamo alle porte della rivoluzione francese, ma l’attenzione di Maria Antonietta è per il primogenito di otto anni, Luigi Giuseppe, che si ammala di tubercolosi e muore il 4 giugno del 1789. I sovrani sono sconvolti dal dolore mentre la situazione politica precipita velocemente: il Terzo stato, ovvero i mercanti e i professionisti, si separa dagli altri membri degli Stati Generali (aristocrazia e clero) e inaugura l’Assemblea Nazionale Costituente.
Scoppiano violenti tumulti, culminati nella presa della Bastiglia del 14 luglio 1789. Ad ottobre, una folla armata marcia su Versailles, invade gli appartamenti reali e Maria Antonietta assieme alla famiglia si trasferisce a Parigi, al palazzo delle Tuileries. Tentano la fuga nel 1791 (denominata poi come “la fuga di Varennes”), ma vengono scoperti e riportati a Parigi, dove Luigi viene costretto ad approvare la costituzione.
Con la fuga, l’odio nei confronti della regina aumenta ancora di più e viene presa di mira da pamphlet che l’accusano di tutto: tradimento, costumi dissoluti e addirittura di aver avuto un rapporto incestuoso con suo figlio. Nella prima riunione della Convenzione Nazionale, viene decretata la fine della monarchia e la nascita della prima Repubblica. Luigi XVI viene messo sotto processo per tradimento e decapitato il 21 gennaio del 1793. Maria Antonietta ha 38 anni e quando viene processata è irriconoscibile; è malata ed emaciata. Viene accusata di tradimento e condannata. Il giorno dell’esecuzione, il 16 ottobre 1793, a Place de la Révolution (oggi Place de la Concorde) arriva vestita di bianco con i capelli tagliati corti. Si dice che pestò il piede del boia, al quale disse: “Pardon, monsieur, non l’ho fatto apposta”.
Ultima regina di Francia prima della rivoluzione, simbolo di un’epoca al suo tramonto, la sua stessa storia ha subito varie vicissitudini; è stata ricordata per una frase attribuitale e poi smentita, passando dall’essere odiata al diventare leggenda. Per quel che mi riguarda, la prima volta che ho letto della sua vita in maniera più approfondita, ho provato una profonda tristezza per questo lunghissimo fraintendimento, perché ne emerge il racconto di una donna diversa dalla figura unicamente effimera che il nostro immaginario associa al suo nome, più complessa e tragicamente inconsapevole del destino cui andava incontro.
Source: freedamedia.it
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