L’abbiamo aspettato molto, circa tre anni, ma l’update del nuovo MacBook Air 2018 è finalmente arrivato ed è qui, anche se con qualche giorno di ritardo sull’effettivo rilascio, nelle nostre mani. Uno dei computer più iconici della mela è tornato ai fasti del lancio, seppure adesso in una fascia di mercato un po’ diversa, ma resta un prodotto fondamentale in un mercato in profondo cambiamento.
Il MacBook Air di strada ne ha fatta molta da quel lancio “dentro la busta” che ancora fa scuola; del resto il mondo, informatico e no, è molto diverso da dieci anni fa, tuttavia resta ancora il MacBook per il resto di noi, anche considerando la presenza di quell’altro MacBook, che da circa un mese è entrato forse in crisi d’identità: specifiche da prodotto (quasi) per tutti, prezzo enormemente superiore a quello del mercato.
Diamo quindi una occhiata a questo nuovo-vecchio amico, per capire come si colloca nel contesto del sistema Apple e come si propone al mondo e, soprattutto, come fa e quali esigenze prova a rispondere.
MacBook Air 2018, la recensione
Primo contatto
L’apertura della scatola non riserva particolari sorprese: il minimalismo di Apple è consolidato ed evidente, dato che troviamo il Mac, l’alimentatore e il cavo che adesso al pari dei modelli Pro funge da cavo di ricarica e anche da cavo per i dati in presenza di un altro device Thunderbolt 3 o USB-C.
Oltre a questo una piccola busta con i fogli classici che soddisfano le questioni legali e le prime istruzioni.
Una volta messo sulla scrivania ammiriamo subito i tratti caratteristici di questa versione: il modello da noi testato è quello in colore Grigio siderale, che con il colore Argento si affianca ai MacBook Pro, mentre fa capolino la nuova tinta che Apple chiama Oro, ma che a noi è sembrato più vicino ad un rosa pesca (anche se la percezione dipende dalla luce che vi circonda). Ammirato alla presentazione, quest’ultimo colore per chi scrive è senza dubbio il più bello e quello che meglio caratterizza il modello: forse un po’ femminile e poco hi-tech, è vero, ma sicuramente di tendenza con la sua ventata di freschezza e novità.
L’apertura mostra subito l’eccellente precisione costruttiva: con un dito si apre la parte superiore, mentre quella inferiore resta fermamente ancorata al tavolo senza necessità di trattenerla: lo spessore è davvero contenuto (1,56 cm da chiuso, 0,41 da aperto) come il peso (1,25 kg), anche se in entrambi i casi si tratta di dati più elevati rispetto a quelli dei MacBook 12″ Retina, che resta il computer più leggero di tutti, anche se con un display più piccolo.
Le differenze estetiche con le precedenti generazioni, colore a parte, non si notano subito perché rimane il profilo a cuneo che si allarga nella parte delle cerniere del display. Però anche un occhio non esperto dopo qualche secondo trova le novità: da chiuso si nota subito l’assenza della mela luminosa (un addio avvenuto da tempo) e i due nuovi connettori Thunderbolt 3/USB-C, tutti e due scomodamente collocati entrambi sulla sinistra. Apple spiega che mettere i connettori su entrambi i lati avrebbe necessitato di una scheda madre diversa e più costosa. Sul lato opposto di trova invece il jack.
Da aperto la questione è tutta diversa: il MacBook Air 2018 non assomiglia affatto ai vecchi modelli: è cambiato il display, adesso retina, è cambiata la giuntura con il case, con bordi molto più sottili e neri, è cambiata la tastiera ed è stato introdotto il Touch ID.
Confrontato con il vecchio modello, il nuovo MacBook Air 2018 ha un display ugualmente grande, ma con il quadruplo dei pixel e una dimensione totale più contenuta (per via dei bordi più piccoli). Pesa pure circa un etto in meno.
Che cosa c’è adesso e che cosa non c’è più
Il confronto con il vecchio MacBook Air è normale, ma tecnicamente non proponibile. Le due macchine sono molto diverse si prendono in considerazione le specifiche tecniche.
Il display è adesso retina, capace di offrire una buona copertura colore (95% dello spazio sRGB) anche se diversa dall’Ampia gamma cromatica (P3) dei MacBook Pro, nei cui confronti si dimostra anche leggermente meno brillante (300 nit contro i 500 del pro).
Quello che si nota subito è anche la mancanza della funzione TrueTone, sistema che adatta la temperatura colore del display in base all’ambiente esterno.
A conti fatti però resta un eccellente display per tutti i giorni, con brillantezza ottimale in tutte le situazioni ideale per vedere film, leggere, scrivere e usare tutte le App al meglio, con qualche limite sulla rispondenza alle richieste di alcuni applicativi più professionali, come è normale.
Non c’è neppure la Touch Bar, al pari dei MacBook Pro senza Touch Bar, una scelta che dipende certamente da ragioni di costi. Un piccolo problema per chi, come chi scrive, si è abituato ai MacBook Pro 15″, trovando anche interessante l’evolversi della compatibilità della Touch bìBar con le varie App. L’assenza di questa tecnologia in una macchina che si presume sarà popolare aumenta i dubbi sulla effettiva presa del sistema. Apple si dice comunque ottimista riguardo il futuro dell’innovativo sistema di controllo. Potrebbe dimostrarlo portandola, magari con una tastiera, su iMac e sui Mac Pro. Questo darebbe definitivamente il via libera ad un prodotto che per ora resta un esperimento bello ma poco riuscito.
Ne nuovo MacBook Air 2018 invece il Touch ID a cui, in tutta onestà, ci si abitua in un batter d’occhio, ben prima della Touch Bar, e a cui si fa davvero fatica a rinunciare: comodo, veloce, preciso e mai invadente, coadiuvato dal chip T2 a bordo, che partecipa anche a diverse altre operazioni di sicurezza del Mac, è un bel passo avanti e dimostra come l’attenzione per la privacy non debba per forza sottostare sempre alla scomodità d’utilizzo. Con Touch ID è anche possibile utilizzare Apple Pay, piccola visione di un futuro sempre più diffuso e probabile.
Infine c’è la nuova tastiera, la stessa dei MacBook Pro che brilla per spesso anche se qualcuno ne contesto la precisione e la risposta, Da parte nostra possiamo dire che serve certo farci la mano ma dopo qualche ora diventa del tutto naturale. Ottimo il Touchpad, anch’esso ereditato dai fratelli maggiori, più grande e spazioso. Tastiera e Touchpad sono una combinata che ha pochi rivali nel mercato.
Fascia media
Quando Apple lanciò il primo MacBook Air, nel 2008, la potenza non era un problema perché l’Air era un prodotto che privilegiava la leggerezza e l’immediatezza, non certo la forza bruta.
Oggi Air si trova in una fascia di mercato inedita rispetto alle previsioni: da una parte ci sono gli iPad Pro 2018, dall’altra i MacBook Pro mentre questo MacBook Air 2018 rappresenta sempre di più il computer per chi ha già ad esempio un iMac o un Mac mini e vuole una macchina da appoggio per la mobilità, che per molti motivi (ma soprattutto per via di macOS) non può essere un iPad Pro e per questioni di peso o di budget non può essere un MacBook Pro.
In questo contesto il MacBook Air offre qualche cosa di tutto sommato equilibrato in fatto di potenza e autonomia. Il modello da noi testato ha un processore i5 a 1,60 Ghz di categoria Y, destinato a consumi molto contenuti, 8GB di RAM e 256 GB di SSD interna, con scheda video integrata Intel UHD 617. Una macchina che nei benchmark (3703 a singolo core, 7351 a multicore e 20943 in OpenCL i dati rilevati da Geekbench 4) sono sostanzialmente del 10/15% più alti di un MacBook Pro del 2013 da 13″ con processore i5 a 2,4 GHz (di precedente generazione) e non paragonabili a quelli di un MacBook Pro attuale.
Tuttavia, soprattutto grazie ad una SSD molto veloce (1155 in scrittura e 2072 in lettura i dati di AJA System test) possiamo utilizzare al meglio tutte le App di macOS, inclusi Safari, iTunes, iMovie, Pages e Keynote e moltissime altre di uso comune come Office 2019, Adobe InDesign CC, Photoshop CC, Parallels Desktop, Adobe Premiere Rush CC, VLC, Plex e QuarkXPress 2018.
Concordiamo con le prime considerazioni che avevamo fatto qualche tempo fa riguardo i primi test effettuati: la potenza poteva essere superiore ma alla fine quello che emerge da questa macchina è un senso di equilibrio, dato da una parte da una potenza ponderata per la fascia di prezzo, dall’altra da un hardware che presenta una lunga autonomia rispetto ad un MacBook Pro, probabilmente dovuto per il gap di potenza.
Peccato per la scelta, forzata, di un unica scelta per il processore (Intel Core dual-core i5 dual-core a 1,6GHz di ottava generazione, con Turbo Boost fino a 3,6GHz) quando sarebbe stato molto più interessante avere una configurazione più spinta a richiesta.
Thunderbolt 3
Finalmente potremmo dire: la scelta di optare per connessioni Thunderbolt 3 anche su un Mac di fascia non Pro (come d’altra parte è stato fatto per il Mac mini) è felice per tutta una serie di motivi.
Prima di tutto la piena compatibilità con USB-C offre la possibilità di collegare una marea di dispositivi, grazie a tutti gli adattatori oggi sul mercato: due porte non sono molte ma sono abbastanza, ed inoltre offrono la stessa forma e distanza dei modelli pro, quindi è possibile collegare anche modelli come il QacQoc GN28K.
Chi si lamenta della mancanza di porte USB-A può anche aver ragione (sono ancora molto pratiche e diffusissime) tuttavia ricordiamo che una USB-A difficilmente può essere moltiplicato in più porte, mentre un connettore Thunderbolt 3 può ospitare sino a tre porte USB-A (sei per questo Mac, dati i due connettori) senza alimentazione esterna. Per un approfondimento sulla tecnologia USB-C e sui motivi della scelte di Apple riportiamo i lettori a questo nostro approfondimento.
Infine, le porte Thunderbolt 3 permettono a chi lo desidera il collegamento ad una eGPU esterna, come questa di Blackmagic, che eleva la potenza del MacBook Air 2018 di moltissimo, grazie alla presenza di una scheda video discreta e al supporto software dato da macOS. Questa scelta, oggi abbastanza inusuale per questa fascia di mercato, potrebbe rivelarsi interessante nel tempo, con costi delle eGPU destinati a calare e configurazioni sempre più elastici, offrendo una seconda giovinezza a macchina come questa tra due o tre anni, ad un costo molto contenuto.
Prova su strada
Abbiamo provato il MacBook Air 2018 su diversi ambienti: in casa, in ufficio, in Tram (dove questo pezzo è editato, grazie a iA Writer), a letto e a scuola con piena soddisfazione. Ma vogliamo essere chiari: nei giorni della prova del MacBook Pro 2018, il Mac era diventata l’unica macchina, con l’iMac messo temporaneamente in soffitta, mentre in questo caso il MacBook Air è stato una seconda macchina per quanto eccezionale, con l’iMac sempre pronto sulla scrivania.
MacBook Air 2018 può diventare la prima macchina, nonché l’unica, se i compiti variano da Office a Safari/Firefox, da VLC a QuickTime, da Foto a iMovie, con qualche salto a Parallels Desktop (qui soprattutto grazie ad una SSD molto performante).
Ma se intendete usare Applicazioni come Photoshop, Luminar, Premiere, Illustrator e strumenti di sviluppo come XCode, in modo più che superficiale, allora probabile che la differenza con un MacBook Pro si faccia più marcata e palese.
Di contro, il consumo della batteria interna è modesto e questa è una bella notizia: nei nostri test il Mac è sempre arrivato tranquillo a sera, anche se di tanto in tanto l’icona della batteria nella barra dei menu ha mostrato valori oscillanti, riprendendosi all’istante quando richiamata all’ordine.
Per il resto ne abbiamo apprezzato la leggerezza in viaggio: la dimensione di 13″ lo porta a collocarsi praticamente in qualsiasi zaino senza problemi e per chi come il sottoscritto è abituato ad un Pro, la differenza sulle spalle si sente.
Unica pecca, la ventola interna si sente di più del MacBook Pro e si avvia più spesso, anche in assenza di App pesanti per il processore come Photoshop o Premiere: niente di insopportabile, e spesso per periodi molto contenuti, ma chi ha utilizzato un MacBook Pro noterà di certo questo aspetto
Considerazioni
Preso di per sé, il MacBook Air 2018 è un’ottima macchina con un prezzo corretto, che di fatto manda in pensione sia la precedente versione (che resta a listino ma con caratteristiche onestamente datate anche per i palati più morbidi) ma che per certi versi corre il rischio di offuscare anche il MacBook da 12″, che resta tra l’altro più caro e più leggero, ma con caratteristiche inferiori sulla carta.
Considerato però il listino Apple noi vediamo in questa macchina anche un vero e proprio alter ego al MacBook Pro 13″ senza Touch Bar, che costa circa 200 Euro in più ed è un po’ più pesante, con una scheda video leggermente più vecchia anche se con più potenza di processore e schermo più capace.
Una bella lotta, sulla quale vincerà sicuramente una scelta di stile più che tecnica, che per questo profilo di Mac spesso è secondaria: nella recensione del MacBook Pro 15“ ci eravamo lamentati della mancanza, nel listino Apple, di un modello intermedio e siamo stati, in parte, ricompensati con questo Air da 13” (che con un display da 15″ avrebbe risposto correttamente alle nostre esigenze).
Adesso Apple ha a listino tre macchine (MacBook 12“, MacBook Air 13” e MacBook Pro 13″ senza Touch Bar) che, in parte e in modo inusuale, si sovrappongono e che, molto probabilmente, vedremo meglio ridefinite nel 2019 perlomeno nei modelli più vecchi, ma con una scelta molto articolata che può solo far piacere all’utente che in questo modo può capire quale modello corrisponde pienamente ai propri bisogni, senza dover troppo cedere a compromessi.
Pro:
• Un giusto equilibrio tra potenza, batteria e design
• Porte Thunderbolt 3 molto interessanti e versatili
• Schermo retina
Contro:
• Manca un modello a maggior potenza
• L’uso della ventola è più frequente che nei Pro
Prezzo:
• MacBook Air 13″, Intel Core i5, 8GB RAM e 128GB SSD 1.379,00 Euro
• MacBook Air 13″, Intel Core i5, 8GB RAM e 256GB SSD 1.629,00 Euro
• MacBook Air 13″, Intel Core i5, 16GB RAM e 256GB SSD 1.869,00 Euro
• MacBook Air 13″, Intel Core i5, 16GB RAM e 512GB SSD 2.119,00 Euro
• MacBook Air 13″, Intel Core i5, 16GB RAM e 256GB SSD 3.119,00 Euro
• MacBook Air 13″ (precedente), Intel Core i5, 8GB RAM e 128GB SSD 1.129,00 Euro
Source: www.macitynet.it