Anche a chi non è particolarmente appassionato di storia, il nome di Lucrezia Borgia suonerà familiare. Poeti, compositori, letterati e registi (in tempi recenti c’è stata una fortunata serie televisiva che ha tenuto incollati allo schermo milioni di spettatori) hanno narrato le sue vicende, contribuendo a rilanciare la leggenda della sua controversa famiglia. È facile associare il nome di Lucrezia a un’esistenza dissoluta, fatta di amanti, avvelenamenti e giochi di potere. In vita l’hanno accusata di incesto e di essere la silente testimone delle efferatezze dei suoi familiari, ma, nel tempo, gli storici hanno mitigato la figura di Lucrezia restituendone l’immagine di una donna che fin da bambina è stata la pedina di due uomini potenti come il padre – il papa Alessandro VI – e il fratello Cesare, detto il Valentino. Cresciuta in un ambiente corrotto e ambiguo, è stata la protagonista degli intrighi politici dei Borgia fino a quando non ha lasciato Roma, a 22 anni, per condurre una vita il più possibile “normale” alla corte di Ferrara. Sposa Alfonso I d’Este e riesce con abilità e intelligenza a cancellare il suo passato burrascoso per dedicarsi al governo del Ducato. Tra leggenda e storia, la vita di Lucrezia racconta un’epoca – quella Rinascimentale – che brilla non soltanto per le meraviglie prodotte dai suoi grandi artisti, ma anche per la crudeltà e il cinismo degli uomini di potere.
Il contesto in cui nasce già dice molto delle abitudini del suo tempo e di ciò che la aspetta: Lucrezia è infatti la figlia illegittima del cardinale Roderic Llançol de Borja che diventerà papa nel 1492 con il nome di Alessandro VI. La madre è Vannozza Cattanei, amante del cardinale da circa 15 anni. Lucrezia ha già due fratelli maggiori – Cesare e Juan – e ne avrà un terzo, Jofrè. Lo status di figlia illegittima non le impedisce di ricevere l’educazione migliore; viene allevata infatti come una vera nobildonna per poter ambire alla mano dei rampolli della politica del tempo. Questi sono i piani del padre, che da quando Lucrezia ha undici anni comincia a prendere accordi per il suo matrimonio – che si immagina in terra spagnola. Quando però viene eletto Papa, nel 1492, le cose cambiano: per avere più influenza sul territorio italiano, decide di dare in sposa la tredicenne Lucrezia al rampollo di casa Sforza, il ventiseienne Giovanni. Ma in tempi brevissimi i piani politici di Alessandro VI cambiano nuovamente e si impegna per annullare il matrimonio della figlia, insistendo sui dettagli della vita sessuale della coppia. Di fatto viene dato a Giovanni dell’impotente e lui, di tutta risposta, denuncia i rapporti incestuosi tra Lucrezia, il fratello e il padre.
Il matrimonio viene annullato e per mettere a tacere le dicerie diffuse da Giovanni, Lucrezia si rifugia nel Convento di San Sisto. In questo periodo di relativa quiete, dove i Borgia stanno già organizzando le sue seconde nozze, la giovane si innamora del messaggero del padre – tale Pedro Calderon detto Perotto – e si dice che sia lui il padre del suo primo figlio. Alcuni riportano invece che la scelta di mandare Lucrezia in convento è dovuta alla gravidanza già in stato avanzato, e che il padre del bambino possa essere il fratello o addirittura Alessandro VI. In ogni caso, il figlio viene dato in custodia a Cesare e la relazione di Lucrezia termina presto con la morte di Pedro, che secondo le cronache del tempo avviene per mano del sicario del fratello, Micheletto. Il corpo viene trovato nelle acque del Tevere assieme a quello della dama di Lucrezia, Pantasilea e il messaggio sembra essere chiaro: stare accanto alla giovane Borgia senza il consenso di chi gestisce la sua vita, può essere molto pericoloso.
Lo stesso trattamento sarà riservato anche al secondo marito di Lucrezia, Alfonso d’Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli. Il matrimonio viene organizzato da Alessandro VI e da Cesare – all’apice della sua fama di uomo spregiudicato e potente – per avvicinarsi al trono di Napoli, ma a differenza della prima unione con Giovanni Sforza, Lucrezia si innamora del diciassettenne Alfonso: aveva sentito parlare spesso di lui da parte della sorella Sancha, moglie di suo fratello minore Jofrè. E per qualche tempo, Lucrezia riesce a difendere la sua unione, dimostrandosi un’abile donna di corte. Ma non può certo ribellarsi alla volontà del padre e del fratello e quando Cesare sposa Charlotte D’Albret, le alleanze dei Borgia cambiano un’altra volta: ora appoggiano i francesi, che vogliono riconquistare il regno di Napoli. Il legame di Lucrezia con Alfonso (così come quello del fratello Jofrè con Sancha) diventa un problema. Alfonso stesso è preoccupato e si vede costretto ad abbandonare Lucrezia – che nel frattempo, rimane incinta ed è al sesto mese di gravidanza. Anche Sancha viene allontanata da Jofrè, e Alessandro VI decide di mandare a Spoleto i due figli rimasti senza coniuge: consegna a Lucrezia il governo del Ducato e riammette Alfonso al fianco della figlia solo dopo averlo rassicurato, conferendogli il territorio di Nepi. La situazione sembra quindi sistemata. Con la riabilitazione di Alfonso, Lucrezia può tornare a Roma, dove dà alla luce il figlio Rodrigo d’Aragona. Ma Cesare non ha alcuna intenzione di avere un cognato così ingombrante. Nella notte del 15 luglio del 1500 Alfonso viene assalito, riportando gravi ferite, e Lucrezia capisce subito che c’è di mezzo il fratello. Che sia per gelosia o convenienza politica, le intenzioni di Cesare appaiono chiare e per paura di un altro agguato, Lucrezia fa in modo di stare sempre accanto al marito assieme a Sancha, e supplica il padre di far sorvegliare Alfonso dai suoi uomini. Ma anche queste precauzioni si rivelano inutili: approfittando di un momento in cui viene lasciato da solo, il sicario di Cesare riesce a portare a termine il piano e il 18 agosto strangola Alfonso nel suo letto.
Lucrezia è disperata; le sale una febbre altissima e non vuole più avere a che fare con gli intrighi del fratello e del padre. Si trasferisce a Nepi dove trascorre il periodo di lutto. Nel frattempo, riprendono le trattative per le sue nuove nozze – perché nonostante le dicerie sul suo conto, il potere della famiglia è tale che la sua mano diventa il simbolo di una preziosa alleanza con i protagonisti della scena politica del tempo. Lucrezia ha 22 anni: capisce che non può sottrarsi al volere dei suoi famigliari ma vuole comunque limitarne il potere sulla sua vita. Per questo accetta ben volentieri le nozze con l’erede di casa d’Este. Questa unione fa contento il fratello – che può così ampliare le sue influenze sul territorio di Ferrara – ma anche Lucrezia, che si lega a una delle più antiche e potenti casate del tempo. Abbandona Roma per lasciarsi il passato alle spalle e ricostruirsi un futuro nella lontana Ferrara. E nonostante i timori iniziali da parte dello sposo, Lucrezia riesce perfettamente a farsi amare dalla nuova famiglia e dalla popolazione ferrarese. Il matrimonio – nonostante i tradimenti di Lucrezia – è stabile: e dopo le difficoltà iniziali, riuscirà a dare sei figli al marito. Una volta nominata duchessa nel 1505, governerà con intelligenza e abilità assieme ad Alfonso. Alla sua corte riceve poeti e letterati – tra cui il poeta Pietro Bembo, con il quale stringerà un legame molto forte. E per quanto si parli dei suoi tradimenti, l’unione con Alfonso è solida. Ma Lucrezia difende sempre gli interessi della sua famiglia e non perde mai contatti con il fratello Cesare, che sostiene anche quando – alla morte del padre, nel 1503 – la fortuna non è più dalla sua parte. Con l’avvento del nuovo Papa, infatti, la situazione cambia non poco per i Borgia e comincia un periodo di guerre. Con il passare del tempo, le condizioni di Lucrezia si aggravano: le gravidanze la indeboliscono e deve sopportare il dolore per la morte del fratello Jofré nel 1516 e di sua madre Vannozza nel 1518. Diventa molto devota e si dice che sotto gli abiti scollati che ama portare, indossi il cilicio.
Nel 1519 partorisce una bambina, Isabella Maria, ma le complicazioni dovute al parto le fanno presagire che la fine è vicina. In una lettera al Papa richiede un’indulgenza plenaria, firma il testamento il 22 giugno e muore due giorni dopo, a trentanove anni. Finisce la sua vita e inizia a diffondersi la leggenda della scandalosa famiglia Borgia che è arrivata fino a noi; ma oltre ai racconti delle vicende sanguinose che hanno caratterizzato il periodo del loro potere, si è delineato anche il profilo, forse più veritiero, di una donna usata strategicamente per motivi politici, che ha dovuto fare i conti con la propria famiglia senza mai potersene del tutto liberare.
Source: freedamedia.it