Source: ilfogliettone.it
Due canadair di nuovo in volo su Stromboli per spegnere i focolai di sterpaglie e vegetazione ancora attivi. In un primo tempo allontanatisi, sono tornati in azione dopo una ripresa delle fiamme alimentate dal maestrale. L’innalzamento del livello di allerta a ‘giallo’ e’, al momento, una ipotesi al tavolo degli esperti della Protezione civile, ma non e’ stato ancora dichiarato. Lo precisano fonti dell’Ingv rispetto a quanto precedentemente dichiarato.
Insomma, come dichiara Eugenio Privitera direttore dell’Osservatorio etneo e dell’Ingv di Catania, “lo Stromboli e’ ancora in disequilibrio”, i “tremori registrati nei condotti magmatici interni da ieri sera sono saliti su livelli alti”. Dunque, “il vulcano resta sorvegliato. Ci sono state altre esplosioni – rivela – ed e’ presente una colata lavica nella Sciara del fuoco. I boati della notte scorsa, che hanno provocato tremori nei terreni e nelle abitazioni, sono stati scambiati per attivita’ sismica”. Lo Stromboli e’ un vulcano dalla struttura complessa, visto che tremila metri della sua altezza sono sotto il livello del mare. E’ piu’ complessivamente piu’ alto dell’Etna, ma “non ci sono collegamenti tra loro” perche’, spiega Privitera, sono “strutture geodinamiche diverse”.
Intanto, una squadra di volontari, una decina di persone guidate da Antonio Grasso della Protezione Civile, e’ sbarcata a Ginostra per ‘pulire’ il borgo marinaro dell’isola di Stromboli. Dotati di ramazze, secchi e Sacchi sella spazzatura stanno salendo nel centro del paesino per togliere dalle stradine cenere lavica, lapilli carbonizzati e pomice nera e rendere cosi’ anche maggiormente agibile l’unica via di fuga.
LA TESTIMONIANZA “Sono un miracolato. E mi chiedo perche’ sono rimasto vivo io”. Cosi’ Thiago Takeuti, il 35enne turista brasiliano sopravvissuto all’eruzione di ieri a Stromboli in cui e’ morto il suo compagno di escursione e suo coetaneo, Massimo Imbesi. “Dopo l’eruzione – ricostruisce – abbiamo cercato riparo in una zona dove il fuoco era gia’ passato e pensavamo non tornasse. Ma correndo tra le pietre e i lapilli siamo caduti a terra. Respirava sempre piu’ affannosamente. Ho provato a rianimarlo ma non c’era piu’ niente da fare”.
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