L’insula è una regione cerebrale tanto sconosciuta quanto cruciale per comprendere il nostro comportamento. Alcuni sostengono che in essi si localizzi il nucleo della nostra “coscienza”. Al momento, i neurologi si limitano ad affermare che questa struttura, più che altro, funga da sorgente delle nostre emozioni, da sede della nostra empatia e da scrigno del nostro intuito.
La neuroscienza è indubbiamente una disciplina affascinante che non smette mai di stupirci. Pochi anni fa, ad esempio, si è scoperto che c’erano persone capaci di smettere di fumare dal giorno alla notte con la massima naturalità senza soffrire di alcuna sindrome da astinenza. Il motivo? Quando gli fu fatta una risonanza magnetica, si scoprì che avevano una piccola lesione all’insula.
“Il cervello non è un vaso da riempire, ma una lampada da accendere”
-Plutarco-
Un altro aspetto che è stato dimostrato è che anche l’alessitimia, o analfabetismo emotivo, è collegata ad un problema in questa stessa regione. Questa grande difficoltà nell’essere empatici con le emozioni altrui, l’incapacità di riconoscere le proprie o di esprimere verbalmente qualsiasi tipo di sentimento sono strettamente legate a questa piccola area così speciale.
L’insula è effettivamente una sorgente magica che tinge di sensazioni ed emozioni ogni parte del nostro cervello cosicché noi reagiamo, in modo positivo o negativo. È grazie ad essa che proviamo la sensazione di ribrezzo, di orgoglio, di lussuria. E sempre grazie ad essa ci spingiamo alla comprensione del comportamento altrui e rispondiamo in modo emotivo alla musica…
L’insula è una piccola regione nella corteccia cerebrale situata all’interno del solco laterale. Per arrivarci, dovremmo addentrarci nella grande fessura che separa il lobo frontale e parietale da quello temporale. Se leggessimo questo articolo trovandoci negli anni ’80, tutto quello che potremmo dire è che si tratta di un’area ignota del cervello, una struttura con funzioni sconosciute sulla quale sono state formulate centinaia di ipotesi nel corso della storia.
Con l’arrivo degli anni ’90, però, si riuscì a far luce al riguardo. Grazie ai progressi nelle tecniche dell’analisi e della diagnosi, questa oscurità nella teoria cominciò ad essere dissipata e vennero fatte scoperte sorprendenti. Basandosi su molteplici studi condotti su pazienti che avevano subito danni cerebrali in questa regione, sì scoprì che l’insula svolge un ruolo molto vasto in svariate attività quotidiane.
Se chiedessimo a vari scienziati in quale processo è coinvolta quest’area, rimarremmo impressionati dalla ricchezza della risposta: nel dolore, nell’amore, nell’emozione, nelle voglie, nella dipendenza, nel godersi la musica, nella presa di decisioni, nella degustazione del vino e nella coscienza. Incredibile, vero?
Bene, in realtà tutti questi processi potrebbero essere riassunti in uno solo: l’insula è la sede della nostra coscienza sociale.
I neuropsicologi ci avvertono di fare molta attenzione ad attribuire a qualsivoglia regione del cervello una funzione così importante come quella della generazione di coscienza. Tuttavia, visto l’alto grado di implicazione che ha l’insula in gran parte del nostro comportamento sociale ed emotivo, non è difficile arrivare a questa ipotesi; anche grazie al fascino del termine e per quanto risulta complesso definire con esattezza quali attività, funzioni e processi svolge quest’area.
È stato dimostrato che le persone che hanno subito un grave danno all’insula sono completamente slegati dal proprio contesto e da sé stessi. Ci troveremo dinanzi ad una persona caratterizzata da una profonda apatia, priva di empatia, incapace di godere di qualsiasi aspetto della vita e anche di provare “ribrezzo”; in pratica non sarebbe in grado di distinguere il cibo fresco da quello imputridito.
Gli scienziati ci dicono che l’insula è una sorta di confluenza del nostro essere in cui prendiamo coscienza di corpo e mente. Tuttavia, per una migliore comprensione, dobbiamo avere ben chiaro un concetto: nessuna struttura cerebrale lavora in modo isolato. Quando sosteniamo il classico stereotipo che una persona molto creativa usa l’emisfero destro, in realtà sbagliamo. Il cervello, infatti, è un tutt’uno, tutte le aree cerebrali sono connesse tra di loro, è un organo in cui ogni parte lavora in perfetta armonia tramite infiniti circuiti e meravigliose connessioni.
Avviene lo stesso per l’insula. Essa è collegata fisiologicamente al corpo, partecipa alla percezione dell’olfatto, genera in noi sentimenti soggettivi per svegliare la fame, riceve informazioni anche dai recettori della pelle e dai nostri organi affinché reagiamo quando abbiamo freddo o caldo, quando qualcosa ci brucia o ci punge, e sempre essa ci suggerisce cose come “esci da questa stanza perché hai bisogno di aria per schiarirti le idee…”
È altrettanto importante segnalare che anche gli animali possiedono questa meravigliosa struttura. Di conseguenza, anche loro hanno questo senso di coscienza fisica ed emotiva. Un gatto, un cane, un diavolo della Tasmania o un lemure, dunque, cercheranno l’ombra quando avranno caldo. Quando troveranno del cibo, sceglieranno quello fresco anziché quello imputridito. Quando un animale si troverà davanti ad un altro animale, il suo intuito gli dirà se ha buone o cattive intenzioni, se può essere una preda o se, al contrario, gli sarà possibile intraprendere un legale.
Tuttavia, così come ci dicono i neurobiologi, gli esseri umani, i grandi primati, le balene e gli elefanti hanno un’insula molto più complessa e sofisticata.
L’insula ha al suo interno varie aree. Sappiamo, ad esempio, che l’insula frontale è collegata alle nostre emozioni, ad amore e odio, a gratitudine e risentimento, a vergogna e sfiducia, ad empatia e disprezzo… Ed esiste anche un punto preciso tra l’area frontale e la corteccia cingolata anteriore nel quale si concentrano tutti i processi associati alle dipendenze.
“L’energia della mente è l’essenza della vita”
-Aristotele-
Quando, ad esempio, una persona prova a smettere di fumare, alcuni stimoli aumentano il desiderio di una sigaretta e la sindrome da astinenza. Determinati odori, situazioni sociali e scenari intensificano questa ansia segretamente attivata dalla nostra insula cerebrale. Tutto ciò è dovuto ad un fatto molto importante, ovvero che l’insula è strettamente collegata al sistema limbico.
Sono molti gli studi che ci dimostrano come questa piccola struttura contribuisca a mantenere la dipendenza o il fenomeno noto come “craving”, ovvero l’intenso desidero di assunzione di una sostanza.
In conclusione, come abbiamo potuto vedere, l’insula è in grado di guidarci verso la parte migliore di noi stessi in quanto specie (con l’empatia e il valore delle emozioni positive), ma anche verso il lato peggiore, ad esempio l’insediarsi di determinati processi di dipendenza. Molto probabilmente nei prossimi anni arriveremo a nuove scoperte sull’insula, questa piccola sorgente cerebrale che ci regala molteplici sensazioni estremamente complesse che ci rendono umani.
Piccola nota finale: la prossima volta che ci godiamo della bella musica o un buon calice di vino, ricordiamoci che ciò si deve all’insula.
Riferimenti bibliografici
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Source: lamenteemeravigliosa.it
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