La ricerca, condotta presso la Columbia University’s Mailman School of Public Health, ha rivelato che l’esposizione al particolato ha anche un effetto negativo sulle ossa che contribuisce ad indebolire.
I risultati ottenuti dai ricercatori, pubblicati sul The Lancet, sono i primi a documentare come siano maggiori le fratture ossee in quelle comunità esposte ad elevati livelli di polveri sottili (PM2.5). Purtroppo si è visto anche che il rischio di ammalarsi di fratture ossee è più alto nelle comunità a basso reddito.
Per arrivare ad affermare questo i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 9 milioni di persone (da 65 anni in su) che vivono in alcune zone degli Stati Uniti, monitorate per un periodo di otto anni (da gennaio 2003 a dicembre 2010). Le analisi hanno determinato che coloro che vivevano in luoghi con concentrazioni più elevate di particolato nell’aria avevano il 4,1% in più di probabilità di essere ricoverati in ospedale per fratture ossee correlate all’osteoporosi. Tra i quartieri a basso reddito, il rischio aumentato è stato ancora più alto (7,6%).
Un ulteriore follow-up di otto anni relativo a 692 adulti di mezza età e a basso reddito ha scoperto che i partecipanti che vivono in aree con livelli più alti di PM2.5 e particelle di carbonio (la fuliggine proveniente da motori a gas e diesel, centrali a carbone e altri fonti di combustibili fossili) avevano livelli inferiori di ormone paratiroideo (sostanza particolarmente importante per la salute delle ossa), nonché una maggiore diminuzione della densità minerale ossea rispetto a coloro che erano esposti a bassi livelli dei due inquinanti.
I ricercatori hanno osservato che le polveri sottili possono causare danni ossidativi sistemici e infiammazioni che potrebbero accelerare la perdita ossea e aumentare il rischio di fratture ossee negli individui anziani.
Così ha commentato Andrea Baccarelli, MD, Ph.D., presidente di Scienze della Salute Ambientale alla Mailman School e autore principale dello studio:
“Decenni di approfondita ricerca hanno documentato i rischi per la salute dell’inquinamento atmosferico, sulle malattie cardiovascolari e respiratorie, il cancro e le funzioni cognitive compromesse e ora l’osteoporosi”.
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Come suggeriscono gli esperti, il modo migliore per prevenire le malattie legate all’inquinamento atmosferico è attraverso politiche in grado di migliorare la qualità dell’aria. Naturalmente i risultati di questi studi vanno ampliati per valutare meglio l’impatto dei fattori ambientali sulla salute delle ossa e la comparsa di osteoporosi.
Source: greenme.it
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