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L’Indonesia affida agli indigeni la gestione delle foreste: vittoria storica

Prima che il governo coloniale olandese dichiarasse le foreste proprietà dello Stato, per secoli erano stati gli indigeni a proteggerle e farle prosperare. La decisione di Joko Widodo segna dunque una tappa fondamentale.

Per anni, infatti, essi hanno lottato per il riconoscimento dei loro diritti contestati dal governo nazionalista anche dopo l’indipendenza nel 1945. Nelle isole dell’Indonesia vivono migliaia di gruppi etnici distinti e Widodo recentemente ha compiuto un passo simbolico importante nel concedere formalmente titoli di gestione forestale a 9 comunità indigene.

“Il riconoscimento della gestione abituale delle foreste non è limitato al riconoscimento dei diritti della Comunità come indicato nella Costituzione 1945. Riconoscimento significa anche apprezzamento dei valori originari dell’Indonesia e della sua identità come nazione”, ha detto il presidene Widodo.

Dei nove destinatari, i Kajang sono stati notati da Widodo come modello nazionale da cui gli altri avrebbero dovuto imparare. La strada che porta al riconoscimento è stata lunga e difficile. La lotta è iniziata quando il governo nazionale precedente aveva cambiato lo status della gestione delle foreste dei Kajang trasformandolo da ‘indigeni’ a ‘foreste di produzione ad uso limitato’.

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James M. Roshetko, scienziato del World Agroforestry Centre ha spiegato che il buon coordinamento tra le organizzazioni partner di Agroforestry and Forestry in Sulawesi (AgFor), la comunità Kajang e il governo locale è stata la chiave che ha portato al riconoscimento e alla tutela delle foreste da parte delle popolazioni indigene.

Anche se le foreste del Kajang sono relativamente piccole e isolate, la lotta per proteggerle ha avuto un grande impatto sulla politica indonesiana. Esse ospitano numerose specie endemiche, simbolo culturale per le popolazioni locali, ma non solo. La loro cura permetterà di ridurre le emissioni di CO2, la deforestazione, lo sfruttamento e l’erosione del suolo.

Una vittoria che fa ben sperare. Siamo infatti abituati più spesso a raccontare e leggere storie con un finale meno lieto, in cui gli indigeni vengono cacciati via dalle loro terre native per far posto allo sfruttamento dell’olio di palma o a quelle del petrolio, come sta accadendo in questi giorni negli Usa con la Dakota Access Pipeline.

Una storia che dovrebbe servire da monito e che da una parte conferma la forte volontà degli indigeni di difendere le terre, tutelandole e amandole come i loro avi hanno fatto per secoli, dall’altra mostra la lungimiranza del governo indonesiano che le ha loro affidate, sapendo di metterle in buone mani.

Francesca Mancuso

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Source: greenme.it

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