Il 1997 è stato un anno trascendentale per chi, negli anni ’90, ci è nato e cresciuto. Era settembre, e nelle sale cinematografiche usciva, per la prima volta, Titanic, senza il quale la nostra educazione emotiva, umana e sentimentale non sarebbe mai stata la stessa. La storia di Rose e Jack ha insegnato a ognuno cose diverse; per me ha significato scoprire che Leonardo DiCaprio esisteva, che la vita è bella ma ingiusta (consapevolezza, questa, che non mi ha mai più abbandonato) e che sui sedili di una macchina d’epoca ci si può sdraiare in due, mentre su una zattera no.
Solo crescendo, però, ho capito davvero chi era il personaggio più bello, significativo e interessante di tutti: la mitica e inaffondabile Molly Brown, la buffa signora bistrattata dalle malelingue della prima classe, perché considerata una parvenue, e l’unica, tra i passeggeri di quel rango in grado di mostrare umanità e coraggio. Non tutti, però, sanno che Molly Brown è esistita davvero e che voglia di vivere, generosità e determinazione, sono state le sue principali caratteristiche.
Margaret Tobin (chiamata da tutti “Molly”), nasce ad Hannibal, in Missouri, il 18 luglio del 1867. I suoi genitori sono entrambi irlandesi e al secondo matrimonio, e lei è la quarta di sei figli. Trascorre un’infanzia umile, ma mostra fin da piccola tenacia e soprattutto desiderio di indipendenza: inizia a lavorare a 13 anni in un Hotel, e a 18 si trasferisce insieme a una sorella a Leadville, in Colorado, dove trova lavoro come commessa in un negozio di abbigliamento.
È in questo periodo che conosce James Joseph (J.J.) Brown, anche lui di origine irlandese. Si innamorano, si sposano nel 1886, e vanno a vivere nel quartiere di Leadville, dove di lì a poco accoglieranno anche le loro rispettive famiglie. Molly resta subito incinta: dal matrimonio con J.J. avrà due figli, ma non si lascerà mai ingabbiare nel ruolo canonico di “madre” o “moglie”. Anzi, complice il supporto del marito, che crede in lei e la stima, aderisce attivamente ai primi focolai del movimento femminista di Leadville, mobilitandosi per far sì che le donne abbiano una migliore educazione e il diritto al voto. Quando, grazie a una astuta manovra, J.J. riesce a ottenere il controllo di una ex miniera di argento – che lui trasformerà in oro – la famiglia Brown diventa improvvisamente ricchissima.
Nel 1894 si trasferiscono nella lussuosa zona di Capitol Hill, a Denver, e lei viene ammessa all’esclusivo Denver Woman’s Club, capostipite di una serie di iniziative a favore dell’alfabetizzazione, del suffragio universale e dei diritti umani, in Colorado e in tutto gli Stati Uniti. In questo periodo Molly raccoglie fondi per costruire nuovi ospedali, e lavora con il giudice Ben Lindsey all’istituzione del primo Tribunale dei Minori di tutto il paese. Avendone la possibilità si iscrive anche al Carnagie Institute di New York, dove studia letteratura, lingua e teatro. Oltre ai propri figli cresce anche quelli di suo fratello Daniel.
Come se tutto questo non bastasse, diventa anche una delle prime donne degli Stati Uniti a candidarsi per un ruolo politico, prima ancora che le donne avessero diritto di voto. Nel 1909 e poi nel 1914 correrà (purtroppo invano) per il Senato. Intorno al 1905 le cose tra lei e J.J. iniziano a non andare bene; nel 1909 decidono di separarsi, pur continuando a mantenere un rapporto intimo, di stima reciproco appoggio. Quando, nel 1912, Molly si imbarca sul Titanic, il suo nome è già noto a molti. Si trova a Parigi, per aiutare la figlia Helen, allora studentessa alla Sorbona, e viene a sapere che il nipote si è ammalato. Decide così di salire sul Titanic, a Cherbourg, per tornare a New York nel minor tempo possibile.
Mentre il Titanic sta affondando Molly viene fatta salire sulla scialuppa di salvataggio numero 6. A bordo c’erano venti donne, due membri dell’equipaggio e il maggiore Arthur Godfrey Peuchen, ma l’imbarcazione aveva posto per 65 persone. Indignate le donne chiedono di tornare indietro a prendere altre persone, ma i membri dell’equipaggio si rifiutano, e così Molly decide di prendere in mano la situazione, remando lei stessa per mettere in salvo altri superstiti. Tornata negli Stati Uniti sana e salva cerca un modo per testimoniare davanti alla Commissione di Inchiesta che indagava sulla tragedia del Titanic, ma, essendo donna, non viene ammessa. Senza perdersi d’animo utilizza i suoi contatti per far pubblicare la sua versione dei fatti sui principali media dell’epoca.
Negli anni successivi Molly diventa presidente dell’associazione dei sopravvissuti del Titanic, e si impegna a conservare la memoria dei defunti e di quanto accaduto, collaborando alla costruzione di alcuni memoriali. Sfrutta la fama conferitale dalla tragedia, per portare all’attenzione di tutti le fasce più deboli della popolazione: le donne, i poveri e i bambini. Durante la prima guerra Mondiale lavora con il Comitato americano alla ricostruzione dei territori francesi distrutti, e si guadagna così la Legion d’Onore francese, per buona cittadinanza. Negli ultimi anni della sua vita si dedica al teatro e all’arte, e muore, a causa di un tumore al cervello, nel 1932.
L’incredibile storia di Molly Brown ha ispirato moltissimi ruoli cinematografici, che hanno contribuito a creare la leggenda di una donna in qualche modo sfacciata, non particolarmente ben vista dall’alta società. Ma sono solo leggende, appunto. La verità è che Molly è stata un personaggio importante della storia statunitenitense del ‘900, una che non ha avuto paura di sfruttare i privilegi ottenuti per sensibilizzare un’opinione pubblica dalla mentalità ristretta, su cause importanti. Una che aveva sempre il sorriso sulle labbra, qualsiasi cosa accadesse. Una che inaffondabile lo è stata davvero.
Source: freedamedia.it
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