MILANO (ITALPRESS) – Il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale fa nascere nuovi interrogativi sui possibili squilibri della società digitale, sui limiti delle tecnologie e sui rischi dell’innovazione: sono questi i temi al centro de “Il mondo nuovissimo. Dialoghi su etica e intelligenza artificiale”, scritto da Fabio De Felice, professore di Ingegneria all’Università degli Studi di Napoli Parthenope, e da Roberto Race, consulente in corporate e reputation strategy per multinazionali ed imprese ad alto tasso di innovazione. Edito da Luiss University Press e con la prefazione del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Vincenzo Paglia, “Il mondo nuovissimo” vede confrontarsi i due autori sull’impatto dell’innovazione in diversi ambiti, dall’arte all’innamoramento, dalla globalizzazione all’economia circolare.
L’intelligenza artificiale presenta “tanti rischi e tante opportunità”, ha detto Race, intervistato dall’agenzia Italpress. “Stiamo vivendo una nuova rivoluzione industriale che anche rispetto ai tempi di internet avrà dei tempi molto più veloci: oggi l’intelligenza artificiale è trasversale e tutte le organizzazioni devono porsi il tema di cogliere l’opportunità e evidenziare quelli che sono i rischi. Al legislatore starà capire come normare l’utilizzo”, ha aggiunto. Con l’intelligenza artificiale, “da un lato si andranno a creare nuovi posti di lavoro con un valore aggiunto, perchè servono professionalità molto elevate e complesse. Dall’altro, l’intelligenza artificiale andrà a sostituire dei lavori che probabilmente avremmo già dovuto sostituire: è chiaro che bisogna avere un equilibrio, abbiamo bisogno innanzitutto di creare una finestra temporale di 10-15 anni per far sì che quelle persone che oggi stanno facendo quei lavori possano essere “accompagnate” o verso nuovi lavori o all’uscita dal mondo del lavoro, col pensionamento”, ha sottolineato.
“A livello europeo siamo i primi al mondo ad aver affrontato in maniera olistica il problema di tenere in considerazione le esigenze dello sviluppo della tecnologia e le esigenze del pubblico, dell’uomo, dei nostri dati: stanno emergendo una serie di possibili storture del processo nella sua interezza. Tuttavia, per la prima volta si sta creando una cornice chiara all’interno della quale poi la tecnologia dovrebbe svilupparsi”, ha aggiunto poi De Felice.
“Senza un approccio etico alla tecnologia si rischiano delle derive pericolose: dobbiamo fare in modo che la parallela crescita della morale umana vada nella stessa direzione della tecnologia” e dobbiamo investire “sulla crescita morale dell’uomo, nella stessa misura con cui investiamo nella tecnologia”, ha proseguito.
– Foto Luiss University Press –
(ITALPRESS).
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