Source: lanuovaecologia.it
“Quasi 70 strade per la cura della casa comune” Le definisce così Maria Grazia Mammuccini portavoce di Cambia la terra. Sono i sentieri tracciati dai Comuni che hanno regolamentato l’uso dei pesticidi. Tra questi c’è Belluno minacciato dall’espansione dei vigneti del prosecco: il comune ha proibito l’uso dei diserbanti di sintesi nelle aree verdi cittadine e avviato la graduale riduzione dell’uso di pesticidi nelle zone vicine alle abitazioni. C’è anche Melpignano che ha dato terreni per gli orti sociali a patto che non si usi chimica di sintesi. A controllare la crescita delle aiuole e siepi ci pensa l’asino Geo che va anche a scuola, portando sul suo dorso dei libri. E poi Prato dove si “ragiona in modo organico”: ci sono solo metodi bio per la gestione del verde cittadino, divieto di uso di glifosato e impegno per costruire il distretto bio entro il 2020. Ed infine Tollo (Chieti) dove si coltiva solo bio nel centro abitato e se un campo contamina un vicino biologico paga una sanzione che arriva fino a 1.000 euro e Vallarsa (Tn) dove chi vuole allevare o coltivare senza metodi bio deve dimostrare di non inquinare e attivare una polizza assicurativa per eventuali danni.
Sono le buone pratiche raccontate durante il convegno “Liberi dai pesticidi: l’Italia comincia dai Comuni” organizzato da Cambia la Terra. La campagna è stata voluta da FederBio con Legambiente, Lipu, Isde – Medici per l’ambiente e WWF. L’incontro si è tenuto proprio in coincidenza con una delle tappe per la realizzazione del prossimo Piano di Azione per l’uso sostenibile dei pesticidi (PAN), alla revisione presso i ministeri competenti, prima di essere avviato alla consultazione pubblica.
“Aumento delle superfici coltivate ad agricoltura biologica, eliminazione dei pesticidi dannosi per le specie protette nelle aree tutelate in base alle direttive UE (siti Natura2000), tecniche bio per la gestione del verde pubblico e privato in città, controllare la dispersione di fitofarmaci a seguito dei trattamenti dei campi, distanze di sicurezza tra case e campi dove si usa chimica di sintesi così come tra coltivazioni biologiche e non per evitare contaminazioni accidentali. Molte delle richieste che una vasta coalizione di associazioni ha rivolto al governo per la redazione del nuovo PAN prendono spunto proprio dalle pratiche virtuose dei Comuni liberi dai pesticidi cui oggi abbiamo voluto dare eco”, dice Maria Grazia Mammuccini, portavoce di Cambia la Terra. “Con FederBio e una vasta coalizione di associazioni del biologico, ambientali e della società civile abbiamo chiesto l’apertura di un confronto che porti passi in avanti rispetto al precedente PAN del 2014. Quello è stato un atto di indirizzo che di fatto non ha definito obiettivi tangibili e monitorabili di riduzione d’uso dei pesticidi di sintesi chimica e ha dato priorità a metodi che ne fanno largo uso invece di favorire pratiche agricole rispettose della salute dei cittadini e dell’ambiente come l’agricoltura biologica e biodinamica”.
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