La relazione medico paziente si struttura a seguito di una sofferenza che porta chi sta male (il paziente) a chiedere al medico di essere curato. Cioè che “si prenda cura di lui”, che faccia a lui su di lui, con lui, qualcosa che gli permetta di sentirsi e di funzionare meglio in quanto “liberato dal male” .
Ma proprio questa espressione “liberato dal male” introduce nel contesto in cui avviene l’intervento sanitario, che è tecnico per eccellenza, aspetti di tipo magico, simbolico, regressivo.
In realtà questa invocazione rivolta al medico è la stessa contenuta nella più significativa tra le preghiere cattoliche. Ci si rivolge a Dio dicendo: “Liberaci dal male”.
Quindi ancora oggi il magico e il religioso, seppur mascherati e nascosti, contribuirebbero alla costituzione della relazione medico- paziente, anche quella più tecnica.
Quindi è la relazione che si struttura tra malato e colui che si “prende cura” che è determinante al fine di “liberare dal male”.
E di conseguenza innesca il meccanismo della guarigione.
Maura Luperto
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