a cura di Paola Ciccioli
Blogger, scrittrici, studiosi, collaboratrici e collaboratori, soci, amici, musicisti, pensionate, precarie, docenti, giornaliste, ex allievi, giovani professioniste e professionisti: l’appello è incompleto, d’accordo, però siamo in parecchi. E ognuno di noi, transitando su questo blog, ha lasciato una traccia del proprio rapporto con la lettura. Perché per noi leggere, e incoraggiorare a farlo, è importante. Anche per questo la mostra di Steve McCurry che verrà inaugurata a Brescia il 7 marzo già ci piace: si intitola “Leggere”!
«Sono in giardino a leggere quando sento la voce della mia amica Carmen che, come al suo solito, chiama appena scende dall’auto. Lei non suona, non bussa, nelle case al mare si vive fuori e basta chiamare per annunciarsi. Chiacchieriamo un po’ e poi lei se ne viene fuori con un: “a novembre vado a New York”». (Adele Colacino)
«Il racconto che Sara sta leggendo s’intitola Chicca non prende mail tram. È un omaggio alle mie ex compagne di scuola, a quelle dell’anno scorso: le cosiddette ranelle, una specie protetta dell’Umberto, il liceo dei figli di papà. A quelle ragazze un po’ pipine dai nomignoli stravaganti, per lo più bionde, tutte uguali, che sembrano fatte in serie». (Michele Di Palma)
«Le piaceva anche leggere, intorno ai 95 anni è stata operata di cataratta ad un occhio e le è parso di rinascere. Ha rivisto con stupore tutti i colori e soprattutto ha potuto con naturalezza riprendere l’attività di lettura. Ha iniziato con un romanzo: I promessi sposi. Donna d’altri tempi, per lei la cultura era Manzoni». (Erica Sai)
«Sul giornalino di Topolino si può leggere dello sfortunato Paperino che vaga smarrito nella selva oscura. Le chiavi di lettura del poema sono numerose e varie: i peccati, le virtù, le storie, la politica e vi è anche il femminicidio!». (Rosalba Griesi)
«Da pensionata, ho letto molti libri che i miei figli mi regalano spesso perché sanno che è il mio passatempo preferito. Io li leggo, li catalogo e ho raccolto una piccola biblioteca di cui sono molto gelosa». (Anna Caltagirone Antinori)
«Vedevo mia sorella che leggeva di nascosto libri e poesie di Pablo Neruda ed altri scrittori che erano severamente vietati. Vedevo quei libri girare tra i giovani. Lei leggeva nel corridoio, la luce non si rifletteva nel cortile del palazzo e così nessuno poteva accorgersi della sua grave infrazione alle leggi imposte dal Partito e fare la spia contro di lei». (Tefta Matmuja)
«Lo avvicinai più tardi, durante l’intervallo, e mi sembrò veramente cambiato. Fu come sempre molto gentile, e come se ci fossimo lasciati il giorno prima intavolò subito un complicato discorso sulla musica romantica, sul rapporto con la letteratura, e su come si sarebbe dovuto suonare il violino. Secondo lui, molto spesso, gli archi stridevano. Per tutto aveva le sue idee, e non si poteva far altro che ascoltarlo». (Sergio Angelo Picchioni)
«Leggo con attenzione il post “Brahms e il respiro” di Sergio Angelo Picchioni e lo sguardo cade, e si ferma, su questa frase: «Certo, amico mio» azzardai allora «del resto nella musica il respiro è tutto, così come nel canto». (Luca Bartolommei)
«Una cosa che ti colpisce quando conosci Serena Mercanti è che nel suo salone di parrucchiera c’è una piccola biblioteca. Cioè: mentre ti fai i capelli puoi leggere un libro, oppure puoi sfogliare gli album di foto dei suoi viaggi, o il catalogo di qualche mostra importante: arte, architettura, cinema…». (Margherita Rinaldi)
«Ho letto il ricordo della signora del blog sulla nevicata dell’85 e tra la mia collezione di film mentali ho ripescato quello nato dai racconti di mia mamma. Nel 1985 io non c’ero ancora, ma mi è stata descritta tante, tante, tante volte quella nevicata: “tuo fratello aveva la neve che gli arrivava fino al naso perché lui era alto così! Era carinissimo mentre cercava di uscire da casa”». (Roberta Valtorta)
«Dei nostri scritti legge qualche brano Chiara. Lei fa parte di un gruppo che si chiama Lettori d’assalto. Giovani attrici e attori che escono dai teatri e vanno per le strade a leggere brani di letteratura a sorpresa tra la gente in occasione di eventi o festività, fanno anche “letture sensoriali”, creando suggestioni inusuali in chi li ascolta. (Angela Giannitrapani)
«Prima di partire, come faccio spesso prima di un viaggio, sono passata in libreria per comprare un libro che accompagnasse la mia avventura. Nel banco delle novità mi ha subito colpito La prima verità di Simona Vinci, edizioni Einaudi, e d’istinto l’ho acquistato perché, come ho letto nel risvolto della copertina, la storia che racconta è ambientata a Leros, un’isola del Dodecaneso». (Maria Elena Sini)
«Ciao Paola, ieri ho letto il libro di Mariagrazia Sinibaldi in un lampo. Che bella sorpresa per una lettrice difficile e sempre affamata come me». (Laura Bartolommei)
«E in tema di Abc: quando ero molto piccola, ancor prima di iniziare la scuola materna, ho detto ai miei genitori che volevo imparare a leggere. Loro, stupiti per questa mia richiesta, sono corsi dalla pediatra per chiederle se soffrissi di qualche disturbo mentale (sì, ci sono rimasta male anche io scoprendolo anni dopo!): ovviamente la pediatra trasalì a questa richiesta e domandò quali strani segni manifestassi». (Chiara Pergamo)
«Nel mio caso, leggere è un po’ viaggiare, raggiungere mete altrimenti inaccessibili. La sovrana ritaglia del tempo per la lettura e poco a poco si appassiona: lo stesso accade a me. Leggere mi apre mondi nuovi e soprattutto mi dà la consapevolezza di ciò che sono». (Simona Zucconi)
«leggendo del lavoro sulle emozioni in bicocca, mi è tornato in mente che nel mio piccolo, fatto di un lavoro che con l’insegnamento non c’entra più nulla da molti anni ma che mi fa ogni giorno conservare nel cuore l’insegnamento come uno dei lavori migliori che abbia fatto, mi sono laureata da adulta (avevo già 31 anni) con una tesi sulla valenza sociopedagica delle fiabe popolari». (Elisabetta Baccarin)
«Nonna lesse il romanzo con molta attenzione, poi lo dette a leggere alle sue due sorelle, Amelia e Laura, per un parere. Sul giudizio che avrebbe dato Zia Laura forse si poteva contare poco: Zia Lallotta, come affettuosamente veniva chiamata in famiglia, era pittrice, sempre appresso ai suoi colori, sempre un po’ svagata: cosa poteva sapere, lei, di giovanette e di letture adatte a loro…». (Mariagrazia Sinibaldi)
«Ciao Mariagrazia! Non ho resistito: appena ho ricevuto il tuo libro ho iniziato subito a leggerlo. È stato un bellissimo regalo. Ho approfittato di ogni momento libero nella mia incasinata quotidianità, scordandomi pure di scendere alla fermata giusta del bus che avevo preso per recarmi al lavoro (stavo leggendo il racconto della mortadella coi pistacchi)». (Donatella Cividini)
«Intanto, gli anni passavano sulle pagine dei libri, tra giorni di studio “matto e disperatissimo” prima degli esami e una gioia immensa nel momento in cui superavo l’esame. Con mio grande stupore mi avvicinavo al traguardo con la consapevolezza di essere sempre più protagonista e di realizzare un sogno!». (Rosa Di Paolo)
«Il preside al genitore di turno leggeva ad alta voce, e davanti a tutti i presenti, i voti del figlio. Questo sistema praticamente sostituiva gli attuali colloqui con i genitori, che fanno parte dell’orario annuale degli insegnanti. Mio padre ritornava a casa visibilmente soddisfatto, ma i figli più di tanto non si potevano elogiare ed io lo dovevo solamente intuire». (Eliana Ribes)
«Ma la vera passione di Jane erano le scimmie. A poco più di un anno, suo padre le aveva regalato uno scimpanzé di pezza, a cui lei aveva dato il nome di Jubilee, che divenne il suo amico inseparabile. Cominciò così a sognare di andare in Africa per incontrare delle scimmie vere, e a divorare libri che parlavano di viaggi». (Alba L’Astorina)
«Il racconto di una donna che nonostante le violenze, le delusioni e la malattia, torna a vivere, fermamente convinta che la normalità è dentro ognuno di noi, e che la malattia mentale si può gestire e non deve escludere, non deve far paura». (Patrizia L’Astorina)
«Ho già detto troppo credo, ma è bello poter parlare di un libro che mi ha lasciata con la sensazione, non comune al termine di una lettura, di sospensione: al termine della sua prima opera, “Gazzelle”, sfido chiunque a non essersi identificato almeno in uno dei personaggi che popolano il libro». (Elena Novati)
«Persino questo libro è stato scritto con quel sistema: dettando ogni singola lettera con un battito di ciglia. Il battito d’ali di una farfalla che cerca di uscire dallo scafandro. Trovo stupefacente che non compaia mai la sorda disperazione che il lettore è portato ad immaginare. Insomma, trovarsi in quella condizione, improvvisamente privato delle cose più istintive come le espressioni del viso, deve far male». (Maria Grazia Iannone)
«Quante volte l’abbiamo sentito o letto? È proprio in queste settimane che i teatri di tutto il mondo presentano al loro pubblico i grandi nomi di artisti e attori che calcheranno le scene nei prossimi mesi». (Giorgia Farace)
Source: https://donnedellarealta.wordpress.com
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