Parlare del significato che ha la lettura e di quello che rappresenta, come esperienza, non è mai facile. Non lo è perché sui libri sono già state dette tantissime cose, e quindi il rischio di risultare banali e scontati è elevatissimo. E d’altra parte si tratta di un’esperienza così intima e personale, che renderla a parole sembra quasi impossibile. Esistono però dei periodi dell’anno in cui il nostro rapporto con i libri si intensifica. E Natale è uno di quei momenti: le vacanze, l’occasione di riflettere sulle nostre letture preferite per scegliere il libro più adatto da regalare agli amici, il freddo fuori, la coperta sul divano, la neve.
Nel suo corto Oltre le pagine, il regista Paolo Genovese è riuscito a inserire, in modo molto delicato, tutti questi elementi. Sullo sfondo di una bellissima Milano, inaspettatamente silenziosa e accogliente, la nascita di una storia d’amore rivela che “i libri raccontano molte più storie di quelle scritte tra le loro pagine. Anche la tua.” Perché in fondo ogni volta che apriamo le pagine di un libro lo facciamo a partire da un preciso momento della nostra vita, che ci porta a leggere, tra quelle parole, qualcosa che riguarda noi stessi più che i personaggi di un racconto.
Per chiarirci un po’ le idee sul significato della lettura, siamo andate alla presentazione di Oltre le pagine, alla Fondazione Feltrinelli, e abbiamo fatto quattro chiacchiere con Paolo Genovese, che ci ha spiegato come mai ha scelto di parlare di libri attraverso l’amore.
D: Qual è, se c’è, il libro che ti ha cambiato la vita?
R: Nessun libro mi ha cambiato la vita. Un libro che mi ha fatto capire che leggendo avrei potuto sognare e viaggiare è stato il primo che ho letto: Il Gabbiano Jonathan Livingston. Sono stato molto fortunato, ero veramente piccolissimo. E poi, subito dopo, mi è rimasto molto impresso Siddharta che è un altro classico, e da lì è nata la mia passione per la lettura.
D: Quanto è importante la lettura?
R: È fondamentale. Quando ero piccolo c’era molto tempo libero per leggere. Adesso siamo diventati tutti multitasking, forse troppo. Riusciamo a fare mille cose insieme, e finisce che ne facciamo forse troppe. Leggere è l’unica cosa che ci costringe a fare quella cosa e basta: è il nostro spazio privato, il nostro angolo dove possiamo rintanarci, dove probabilmente possiamo ancora sognare e usare la fantasia. Quando smetteremo di usare la fantasia e useremo soltanto la tecnologia sarà finita. Quindi leggere è fondamentale: non per le storie che leggiamo, che sicuramente ci arricchiscono, ma perché usiamo la fantasia e stimoliamo la creatività.
D: Perché la lettura è un’attività così personale?
R: Perché con la letteratura viviamo le vite che vorremmo vivere, proviamo le emozioni che vorremmo provare, sopperiamo a mancanze. Quando scegliamo un libro, scegliamo un viaggio che vorremmo fare: per questo è personale. Secondo me la scelta parte da una analisi molto intima del nostro momento, se siamo innamorati probabilmente abbiamo voglia di leggere una storia d’amore, perché rispecchia la nostra anima.
D: Perché ha scelto l’amore come protagonista di questo corto sulla lettura?
R: Delle mille sensazioni che possono stimolare la letteratura, come la passione, l’avventura, il coraggio, la fantasia, l’amore mi sembra la passione più ricorrente, quella che ha ispirato i più grandi romanzi, i più grandi scrittori. Tutti i tipi d’amore: quello struggente, quello passionale, quello massacrante. L’amore è in assoluto il sentimento più rappresentativo della lettura. Ogni libro è una sorta di storia d’amore.
Source: freedamedia.it
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