Agli spettatori del cinema classico capitava spesso un episodio abbastanza strano: i primi frame di molti film mostravano per qualche secondo ragazze che non c’entravano proprio nulla con la trama, né con il resto del film. Donne che non parlavano, non si muovevano, raramente guardavano in macchina. Erano i volti delle China Girls e non si sarebbero dovuto vedere, ma per un errore di montaggio potevano apparire sullo schermo per pochissimi secondi, il tempo di riuscire appena a percepirle.
Di cosa stiamo parlando, qualche pratica oscura e inquietante? Assolutamente no. Be’, magari un po’ inquietante sì, ma il mistero è stato svelato da Atlas Obscura: “China Girls” è semplicemente il nome che veniva dato alle donne che prestavano il loro volto ai tecnici cinematografici, affinché questi potessero eseguire una prova dell’immagine e verificare che fosse tutto ok. Sono anche chiamate, in gergo, Leader Ladies. Immaginate di girare un intero film per poi scoprire che, per esempio, era sovraesposto: un disastro. Le China Girls evitavano che questo succedesse, ma non erano professioniste. Chi erano, allora? Be’, donne qualsiasi: attrici, modelle, ma anche fidanzate, colleghe, donne delle pulizie. Tutte bianche, o quasi. Forse per questo le chiamavano proprio “China”, dall’effetto porcellana che i loro volti avevano in video. Il loro compito era semplice, dovevano soltanto stare ferme davanti alla macchina da presa, anche senza fare niente. Le loro immagini non dovevano essere pubbliche, ma a volte capitava che lo diventassero per sbaglio: un certo taglio della pellicola e ZAC, gli spettatori al cinema le avrebbero viste, ma per un secondo soltanto. Il tempo di percepirla e inquietarsi un po’, perché: che accidenti era? Perché c’era una donna in uno sgabuzzino che mi fissava? Paura. Comunque, una singola immagine poteva essere usata nelle prove di laboratorio per anni e anni, il che rendeva una china girl molto famosa tra i tecnici, anche se – paradossalmente – nessuno sapeva chi fosse.
Le China Girls sono state impiegate abitualmente almeno fino agli anni ’80, cioè quando il digitale ha cominciato a muovere i suoi primi passi, eppure non ci sono quasi documentazioni su di loro. Solo nel 2011 la Chicago Film Society ha cominciato a pubblicare online alcune loro foto, ricavate da vecchie scatole polverose nei magazzini o da collezioni private. Su Leader Lady Project potete vederne alcune molto affascinanti, l’effetto è quello di una strana mappatura di pellicole, tecniche e mode. Ma soprattutto, di donne.
Source: freedamedia.it
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