Sono in un imprecisato spazio bianco e vuoto – simile al programma di caricamento dove finisce Neo in Matrix. Capisco che è ampio, provo a intuirne le dimensioni e la profondità, ma non riesco. Verso una direzione che definisco come l’orizzonte, vedo un punto nero. Lo continuo a guardare. Passa un po’ di tempo – impossibile dire quanto – ed ecco che mi rendo conto che quel punto nero sullo sfondo è in realtà la corda su cui cammino. Lo spazio cambia all’improvviso: ne percepisco le dimensioni, soprattutto l’altezza. Sento un peso sul petto. Sento il vuoto. Comincio a sudare. Ogni passo è una stretta al cuore. Ho paura. Passa ancora del tempo e arriva un treno. A quel punto i finali sono i più diversi: alla volte mi sveglio all’impatto con il treno. Altre volte, vengo tramortita dal senso di vertigini e prendo coscienza molto prima di essere travolta dalla locomotiva nera, tipo quella della serie animata Galaxy Espress.
Questo è l’unico esempio di sogno ricorrente di cui io abbia memoria. Mi accompagna da quando sono bambina e ogni tanto torna a farmi visita. Il mondo onirico mi ha sempre affascinata e considerando la mia passione (se così si può definire) per il dormire, diciamo che ho indugiato spesso nell’universo strano e misterioso dei sogni. Perché, come la Luna per il leggendario Astolfo de L’Orlando Furioso, nella dimensione onirica ho trovato di tutto: i baci che non ho mai dato, i finali alternativi delle serate deludenti, le mie speranze, la mia rabbia, tantissimi ricordi di luoghi e persone che pensavo dimenticati e – come nel caso del sogno del treno – le mie paure vissute in valore assoluto.
Ma al di là delle considerazione personali, più interessante ancora è vedere quali spiegazioni nel corso della storia sono state date a questo fenomeno. Artisti di tutte le discipline, presto o tardi, si sono confrontati col tema del sogno. Ne hanno provato a descrivere la natura e gli effetti sul nostro comportamento. Hanno usato il mondo onirico per spiegare la nostra realtà e ancora oggi è oggetto di interesse per filosofi, scrittori, psicologi, neurologi, pittori e registi. Ma cosa sono i sogni? Cerchiamo di capirlo analizzando cinque possibili spiegazioni.
Sono numerosi gli esempi letterari in cui si parla di sogni rivelatori. Nel libro della Genesi, ad esempio, Giuseppe racconta spesso i suoi sogni ai fratelli. E interpreta il sogno premonitore del Faraone, in cui sette vacche magre divorano sette vacche grasse e sette spighe vuote inghiottiscono sette spighe piene. La visione onirica preannunciava l’arrivo di sette anni di abbondanza, seguito da un periodo altrettanto lungo di carestia. Secondo Kelly Bulkeley, autore di Big Dreams: The Science of Dreaming and the Origins of Religion, questo tipo interpretazione dei sogni come monito divino che giunge a noi attraverso il mondo onirico, assolve a una delle principali funzioni dei sogni: quella di prepararci a un avvenimento.
Noi tutti sappiamo essere previdenti – se con l’arrivo dell’inverno scende il gelo, è bene fare riserve di cibo. Tutto ciò che facciamo dipende dalla nostra capacità di predire il futuro. Vedo la mente e il cervello come un sistema attivo 24 ore su 24 e dunque quel tipo di pensiero “preparatorio” può accadere anche nel sonno.
Per Bulkeley sognare è un gioco dell’immaginazione che spesso ha a che vedere con il futuro. Questo perché probabilmente, in un mondo pieno di pericoli, il lavoro immaginifico notturno preparerebbe meglio ad affrontare la realtà. Della serie, mai una tregua.
Quando una sensazione è chiara è difficile sfuggirle. E spesso, l’esperienza del sogno che intreccia mente e corpo, immaginazione ed emotività, può essere così forte da portare la persona che la vive a raccogliere la giusta motivazione per fare qualcosa. Ci sono molte leggende riguardo personaggi noti che raccontano di aver seguito un sogno per arrivare a realizzare un progetto nella realtà. Si racconta che Cartesio abbia avuto una serie di visioni notturne che lo portarono alla creazione delle sue teorie. Freud scrisse L’interpretazione dei sogni a seguito di un sogno avvenuto il giorno prima del funerale del padre. E ancora, Lincoln faceva spesso sogni vividi, prima di eventi importanti.
Il padre della psicanalisi, Sigmund Freud, scrive che “l’interpretazione dei sogni è la via maestra per la conoscenza delle attività inconsce della mente”. Lo spazio onirico diventa il luogo dove possono prendere forma i nostri desideri repressi. Per Carl Jung invece, i sogni sono strumenti tramite i quali alcune parti di noi, oltre la nostra coscienza, ci mandano segnali in maniera simbolica. In entrambi i casi, prestare attenzione a questi messaggi e al loro possibile significato può darci molte informazioni su di noi che non conosciamo.
Si è cominciato a studiare empiricamente i sogni attorno agli anni ’50, con la scoperta della fase REM da parte dei ricercatori Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman della University of Chicago. In tempi più recenti, Kelly Bulkeley ha condotto una ricerca su 20,000 volontari per raccogliere dati sui sogni, creando Sleep and Dream Database. Tramite questo archivio è stato possibile per lui scoprire dei temi ricorrenti – come il non trovarsi da soli e la tendenza a sognare persone con cui si ha legame particolarmente stretto.
I sogni riflettono le preoccupazioni che abbiamo nelle nostre relazioni. Sognare è una risorsa per esplorare la qualità dei nostri legami affettivi, scoprire le persone cui teniamo e quali sono le nostre difficoltà.
Come dimostrerebbero alcuni studi, i sogni sarebbero frammenti del processo della memoria – nello specifico, la formazione della memoria a lungo termine. Componendo immagini che risultano tanto famigliari quanto estranee alla nostra esperienza. E quest’ultimo aspetto mi fa pensare a molti sogni in cui ho trovato ricordi intrecciati tra loro. Oppure, a come alcuni miei sogni si siano trasformati in ricordi, come se fossero scene effettivamente vissute.
Queste ovviamente sono soltanto alcune delle spiegazioni che nel tempo sono state date a quel misterioso processo che ci porta a sognare. Sono state scritte parole indimenticabili sul mondo onirico e i suoi molteplici significati. E ancora, continua a ispirare le menti di scienziati, artisti e, naturalmente, cantanti.
Source: freedamedia.it
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