L’età della tesi scende a 26,1 anni (24,9 anni per i laureati triennali, 26,9 per i magistrali a ciclo unico e 27,5 anni per i laureati magistrali biennali). Ad un anno dal titolo risulta occupato (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, anche quanti sono in formazione retribuita) il 68% dei laureati triennali e il 71% dei laureati magistrali biennali. Il confronto con le precedenti rilevazioni evidenzia un miglioramento, seppur lieve, del tasso di occupazione. Dopo la significativa contrazione intervenuta tra il 2008 e il 2013 (-16 punti percentuali per i triennali; -11 per i magistrali), nell’ultimo triennio il tasso di occupazione è aumentato di oltre 2 punti percentuali per i triennali e di 1 punto per i magistrali biennali.
Dopo la laurea, quasi la metà dei laureati è disposta a trasferirsi all’estero per trovare lavoro, rileva il rapporto. La disponibilità a lavorare in un altro Stato europeo è dichiarata dal 49% dei laureati (era il 38% nel 2006); il 35% è addirittura pronto a trasferirsi in un altro continente. Nonostante i luoghi comuni che dipingono i laureati poco propensi a spostarsi per lavoro, l’indagine – che ha coinvolto 620 mila laureati – rileva una diffusa disponibilità ad effettuare trasferte anche frequenti (27%), ma anche a trasferire la propria residenza (52%). Solo il 3% non è disponibile a trasferte. Il rapporto ha preso in esame settantuno università italiane su settantaquattro interpellate, per un totale di oltre 270 mila laureati nel 2016. In particolare, 156 mila laureati triennali (o di primo livello), 79 mila laureati nei percorsi magistrali biennali e 34 mila laureati a ciclo unico.
Dall’indagine, emerge inoltre che le esperienze di studio all’estero, i tirocini e il lavoro durante gli studi aumentano le chance di trovare lavoro. Il 10,6% dei laureati del 2016 ha svolto esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di studi (nel 2006 erano il 7,6%): più nel dettaglio, ciò è avvenuto per oltre l’8% utilizzando programmi dell’Unione Europea (Erasmus in primo luogo) e per il 2% attraverso altre esperienze riconosciute dal corso di studi (Overseas, ecc.). I laureati triennali sono tendenzialmente meno coinvolti da tali tipi di esperienze (8%) rispetto ai laureati magistrali a ciclo unico (15%) e a quelli biennali (15%). Nello specifico, le esperienze di studio all’estero con programmi europei aumentano le chance occupazionali del 12%, i tirocini dell’8% e aver lavorato occasionalmente durante gli studi del 48%.
Dal rapporto emerge inoltre la figura di un laureato che vanta apprezzabili conoscenze linguistiche: la quota dei laureati 2016 con una conoscenza “almeno buona” dell’inglese scritto si aggira sul 76% e raggiunge l’80% tra i laureati magistrali biennali. In generale, secondo i dati del Consorzio Almalaurea, laurearsi conviene ancora, mentre l’età della tesi scende a 26,1 anni (24,9 anni per i laureati triennali, 26,9 per i magistrali a ciclo unico e 27,5 anni per i laureati magistrali biennali).
Source: www.agi.it
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