ROMA (ITALPRESS) – Si chiude con l’intervento di Maurizio Landini la tre giorni di “Futura: lavoro, ambiente, innovazione”. Intervistato da Gad Lerner, il segretario generale della Cgil ha rimarcato la volontà di “rimettere al centro il lavoro”, spiegando anche il nome della rassegna: “Futura perchè è donna, bisogna avere anche la capacità di assumere la cultura di genere come un valore e di disegnare azioni del sindacato e della politica”.
Da venerdì a domenica sono stati tanti gli interventi, tra cui quelli del premier Conte e del presidente di Confindustria Bonomi.
“La proroga del blocco dei licenziamenti fino alla fine di marzo e della cassa integrazione è stata frutto di una discussione vivace, non era scontato. Quando abbiamo posto il problema di un prolungamento le prime risposte del governo erano negative, al punto che eravamo pronti ad arrivare a uno sciopero generale. Poi si è capito che era un modo per dare un messaggio di protezione al mondo del lavoro e alle imprese”, dice Landini. E sulle posizioni di Confindustria afferma: “Il mio problema è cercare accordi che siano in grado di migliorare la condizione delle persone che rappresento. Siamo arrivati alla conclusione che da soli non siamo in grado di migliorare la situazione”.
Tema centrale in epoca di pandemia il ruolo dell’Europa e dei fondi a disposizione dei Paesi.
“Abbiamo scritto ai governi europei confermando che fino alla fine del 2021 sarà in vigore la clausola di sospensione del patto di stabilità – ha affermato il Commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni – Ora abbiamo bisogno di far partire il Recovery e di fronteggiare l’emergenza”.
Un passaggio per cui i sindacati spingono per avere un ruolo importante: “Il dialogo serve per decidere insieme gli asset strategici del Paese e il governo finora ha latitato – dice il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri – Non vorrei che si pensasse solo a una mediazione tra partiti e Parlamento quando si tratta di decidere del futuro del Paese”.
“C’è molta aspettativa sulla destinazione delle risorse del Recovery ma dobbiamo essere tutti all’altezza di dare risposte – sottolinea Annamaria Furlan, leader della Cisl – Prima c’erano circa 300 progetti col piano Colao, poi siamo andati agli Stati Generali e sono cresciuti di un altro centinaio sino ad arrivare con quelli dei ministeri a 500. La cabina di regia ha un senso se si entra nel merito del tema del lavoro altrimenti sono passerelle”.
(ITALPRESS).
Da venerdì a domenica sono stati tanti gli interventi, tra cui quelli del premier Conte e del presidente di Confindustria Bonomi.
“La proroga del blocco dei licenziamenti fino alla fine di marzo e della cassa integrazione è stata frutto di una discussione vivace, non era scontato. Quando abbiamo posto il problema di un prolungamento le prime risposte del governo erano negative, al punto che eravamo pronti ad arrivare a uno sciopero generale. Poi si è capito che era un modo per dare un messaggio di protezione al mondo del lavoro e alle imprese”, dice Landini. E sulle posizioni di Confindustria afferma: “Il mio problema è cercare accordi che siano in grado di migliorare la condizione delle persone che rappresento. Siamo arrivati alla conclusione che da soli non siamo in grado di migliorare la situazione”.
Tema centrale in epoca di pandemia il ruolo dell’Europa e dei fondi a disposizione dei Paesi.
“Abbiamo scritto ai governi europei confermando che fino alla fine del 2021 sarà in vigore la clausola di sospensione del patto di stabilità – ha affermato il Commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni – Ora abbiamo bisogno di far partire il Recovery e di fronteggiare l’emergenza”.
Un passaggio per cui i sindacati spingono per avere un ruolo importante: “Il dialogo serve per decidere insieme gli asset strategici del Paese e il governo finora ha latitato – dice il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri – Non vorrei che si pensasse solo a una mediazione tra partiti e Parlamento quando si tratta di decidere del futuro del Paese”.
“C’è molta aspettativa sulla destinazione delle risorse del Recovery ma dobbiamo essere tutti all’altezza di dare risposte – sottolinea Annamaria Furlan, leader della Cisl – Prima c’erano circa 300 progetti col piano Colao, poi siamo andati agli Stati Generali e sono cresciuti di un altro centinaio sino ad arrivare con quelli dei ministeri a 500. La cabina di regia ha un senso se si entra nel merito del tema del lavoro altrimenti sono passerelle”.
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