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Dopo L’Aquila tocca ad Amatrice, un imprenditore rideva per il ‘business’ terremoto

Era capitato nel 2009, dopo le scosse all’Aquila. È accaduto anche nel 2016, dopo il sisma che ha seminato morte al Centro Italia. Un imprenditore è stato intercettato mentre rideva sulla tragedia, pensando agli appalti e alle commesse che sarebbero arrivate, e ovviamente ai soldi. Si tratta di Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura, in provincia di Bari, presidente del cda della cooperativa l’Internazionale, intercettato nell’ambito della nuova inchiesta della procura de L’Aquila su presunte mazzette nella ricostruzione post sisma.

TERREMOTO AMATRICE, IMPRENDITORE RIDEVA AL TELEFONO

L’ordinanza di custodia cautelare del gip racconta dell’imprenditore che «ride», annuisce e sghignazza parlando dei lavori che verranno, in particolare ad Amatrice. Il particolare emerge dal provvedimento che è stato emesso nei confronti di 15 persone (10 indagati sono finiti agli arresti domiciliari, ad altri 5 invece è stato notificato il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale). I reati contestati sono si corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, commessi in quello che i giudici definiscono il «cantiere più grande d’Europa». I carabinieri hanno anche eseguito diversi sequestri e perquisizioni, nelle province de L’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino, Bari e Benevento. L’inchiesta vede complessivamente vede indagate complessivamente 35 persone e coinvolge funzionari pubblici, professionisti e imprenditori. Le indagini sono state coordinare dal procuratore capo Michele Renzo e dal pm Antonietta Picardi.

 

Nell’ordinanza si legge che dopo le scosse di terremoto «gli imprenditori monitorati da questo ufficio, tra i quali hanno assunto un comportamento particolarmente cinico i rappresentanti della società l’Internazionale, hanno cercato nuovi incarichi, grazie ai rapporti diretti con i pubblici funzionari». Leonardo Santoro (un geometra della ditta di Giustino), parlando di conversazioni avute con dipendenti del Mibact Abruzzo, spiegava al suo datore di lavoro «che presso il Mibact era stata creata un’unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici. Giustino, sentite le parole del Santoro ha riso in maniera beffarda della nuova situazione venutasi a creare, in quanto per l’impresa il nuovo sisma non avrebbe potuto che portare nuovi introiti, tanto più se l’appoggio di Piccinini e Marchetti, funzionari del Mibact e inseriti nell’unità di crisi, non sarebbe venuto meno».

 

Source: http://www.giornalettismo.com

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