Per questo i suoli coltivati con i metodi biologico e biodinamico – secondo un’elaborazione dei dati dell’Istituto svizzero Fibl – sono in grado di trattenere fino al 55% in più di acqua rispetto a quelli coltivati con la chimica di sintesi e i fertilizzanti industriali, grazie alla qualità dell’humus presente.
‘L’humus si comporta come una vera e propria spugna naturale, capace di trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso’ dichiara Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, una delle maggiori aziende del biologico in Italia.
Oltre che nel consumo di acque, l’agricoltura chimica ha una responsabilità come fonte di inquinamento ambientale. Il dilavamento di pesticidi e fertilizzanti di sintesi così come quello delle deiezioni dei grandi allevamenti industriali costituiscono una minaccia sempre maggiore alla qualità delle acque superficiali e di falda.
Secondo dati OCSE, ‘in alcuni dei Paesi in oltre il 60% dei siti monitorati risulta la presenza di uno o più pesticidi nelle acque di superficie e in quelle profonde. Nei soli Stati Uniti, l’agricoltura è responsabile del 60% dell’inquinamento dei fiumi, del 30% di quello dei laghi e del 15% dell’inquinamento degli estuari e delle coste’.
‘La transizione verso un modello di agricoltura più rispettoso dell’ambiente è uno dei cardini delle politiche di difesa dell’acqua’, afferma Brescacin. ‘Il nostro compito, come produttori, è di creare organismi agricoli che conservino l’integrità della terra, rispettandola. L’agricoltura biologica e la scelta del biologico da parte dei consumatori sono un tassello importante per costruire la sostenibilità globale’, conclude il presidente di EcorNaturaSì.
Tra gli obbiettivi dichiarati nel proprio regolamento, l’agricoltura biologica si impegna ad ‘ un impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali come l’acqua, il suolo, la materia organica e l’aria’ a differenza dell’agricoltura tradizionale che pesa per il 70% dei consumi idrici.
Source: suoloesalute.it