Più della metà di tutto il tempo speso su un “mezzo digitale”, smartphone, tablet o pc che sia, se lo giocano appena cinque app. L’annuale report comScore sull’utilizzo delle app negli Stati Uniti conferma una tendenza nota ed estendibile senza troppe sorprese a tutto il mondo, Italia compresa.
Di più: il 90% del tempo speso nell’utilizzo di app mobile riguarda le “solite” cinque e il 49% una sola app. Facile indovinare quale, soprattutto se si aggiunge che il 93% degli utilizzatori mobile usa almeno una app social.
Dominio assoluto di Facebook e Google
La distanza tra Facebook, leader incontrastato, e la seconda più utilizzata è abissale: dal 49% si passa al 18%, per un rapporto di quasi tre a uno. Preoccupante, inoltre, un’altra conferma: 8 delle app 10 presenti nella Top Ten appartengono alla sfera Google o a quella Facebook.
Fin qui poco di nuovo. Che si usassero al massimo cinque app su uno smartphone è notizia vecchia, ma solo recentemente l’evidenza ha convinto le aziende e il mercato in generale a rimettere in discussione il “vecchio” adagio “there’s an app for that” introdotto nel 2009 da Apple.
Un’azienda oggi, prima di imbarcarsi in un costoso progetto di app, si deve fare diverse domande e, probabilmente, convenire che potrebbe investire meglio il proprio budget. comScore avvisa, il 51% degli utilizzatori intervistati non scarica neanche una app al mese – una percentuale in crescita di due punti dall’anno scorso, contro il 49% che ne scarica almeno una, di questi il 13% solo una.
Se non si tratta di una morte, è certamente un ridimensionamento fisiologico dettato anche da una maturazione da parte dell’utente. Oggi una app deve servire a qualcosa, possibilmente di esclusivo. Se è solo informativa o promozionale non conquisterà l’utente.
Top Ten: dov’è WhatsApp?
Ma, ciononostante, il rapporto di comScore evidenzia qualche trend non banale. La lista delle app più utilizzate parla chiaro, tre appartengono alla sfera Facebook, 5 a quella di Google, Snapchat è l’unico intruso oltre a Pandora non disponibile in Italia, inspiegabile l’assenza di WhatsApp:
Focalizzandoci sui millennials, per esempio, i giovani d’età compresa tra i 18 e i 34 anni, si scopre che il 64% scarica nuove app più frequentemente di un anno fa. E il 57% ne scarica più di quante ne cancella.
I millennial non usano Gmail su smartphone (ma spendono)
Ancora, tra i 18 e i 24 anni YouTube è più utilizzato di Facebook, mentre Snapchat supera Facebook Messenger e, soprattutto, Gmail non è nella top ten delle app utilizzate nella fascia tra i 18 e i 34 anni.
Fenomeno interessante ed esplicativo della maturità raggiunta dagli utenti riguarda la tendenza alla spesa via app, in crescita tra i millennial. Il 46% del totale, infatti, ha acquistato dalla app (in-app purchases) beni digital almeno cinque volte in un mese, per esempio per sbloccare le funzionalità dei giochi, ma non solo.
Più di un millennial su tre, infatti, considera la app Amazon essenziale più di ogni altra, mentre non la considera SnapChat, per esempio. Inoltre, considerando le app più in crescita rispetto al 2016 troviamo Waze, Uber, Musical.ly e altre ancora poco note in Italia come Wish, letgo, Bitmoji, OfferUp.
Ultimo trend interessante evidenziato dal rapporto comScore riguarda l’accettazione delle notifiche da una app, un incremento del 16% rispetto ai dati dell’anno scorso. Così, se una app assolve a un compito specifico, l’utente sarà più incline a riceverne gli aggiornamenti.
Source: https://it.businessinsider.com
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