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La telepatia esiste?

La telepatia è un tema piuttosto recente, infatti si è iniziato a parlare di esso solo nel XX secolo. Nessun documento né reperto dell’antichità ha dimostrato che si sia mai parlato di questo fenomeno prima di allora. Da quando sono iniziate le ricerche su questo argomento, tuttavia, la questione non ha mai smesso di suscitare dibattiti e controversie. Ad oggi, la scienza rifiuta di accettarne l’esistenza. Eppure, allo stesso tempo, continuano a sentirsi testimonianze di esperienze telepatiche inspiegabili.

La telepatia viene definita come la trasmissione di un pensiero a distanza senza la mediazione di alcuna tecnologia che faciliti questa comunicazione. È una specie di “comunicazione wireless” tra due cervelli umani. Migliaia di persone dicono di averla sperimentata, ma fino a oggi non è mai stato possibile riprodurre questo fenomeno in un laboratorio.

Gli scienziati hanno sottolineato più volte che la telepatia, dal punto di vista fisico, non è plausibile. Non esiste alcuna zona del cervello che possa emettere o recepire comunicazioni a distanza. Inoltre, l’attività elettromagnetica del cervello non ha la capacità di trasportare informazioni e non esiste alcun mezzo conosciuto attraverso cui possa farlo.

Nel quadro della fisica classica, la telepatia è, quindi, impossibile. Tuttavia, nel contesto della fisica quantistica, le cose stanno diversamente. Molti fisici,infatti, hanno fatto riferimento a questo fenomeno e non escludono la possibilità che esista la comunicazione telepatica. La questione, dunque, non è ancora chiusa.

Gli esperimenti sulla telepatia

A fronte delle migliaia di testimonianze di persone che dicono di aver sperimentato la telepatia, alcuni scienziati hanno deciso di iniziare a studiare questo fenomeno. Uno degli esperimenti più famosi è quello di Karl Zener. Utilizzando cinque carte da gioco, lo scienziato ha realizzato una rigorosa ricerca statistica su un gruppo di partecipanti. Tuttavia, i risultati ottenuti tramite questo esperimento non hanno portato a nessuna conclusione solida.

I ricercatori Montaque Ullman e Stanley Krippner del Maimonides Medical Center di Brooklyn (New York) hanno realizzato un esperimento sulla trasmissione telepatica durante il sonno. I risultati hanno suggerito che, in molti casi, l’immagine presente nella mente dell’emittente compariva nel sogno del recettore. Tuttavia, anche questo studio è stato abbandonato.

Un’altra ricerca famosa è stata quella degli “esperimenti Ganzfeld”. In totale ne sono stati portati a termine 88, dal 1974 al 2004. La conclusione è stata un indice di successo telepatico del 37%. I risultati erano controversi e per questo motivo sono stati realizzati altri esperimenti, che hanno abbassato la percentuale a 34%. In ambito statistico si tratta di un risultato significativo, e tuttavia il metodo dell’esperimento aveva generato molti dubbi, per cui anche questa ricerca è stata abbandonata.

Infine, Rupert Sheldrake, biochimico e fisiologo dell’Università di Cambridge, ha realizzato un altro esperimento telepatico tra il 2003 e il 2004. Dopo aver effettuato 571 tentativi di comunicazione telepatica, con 53 volontari, ha stabilito che la percentuale di successo era del 41%, un risultato che è stato pubblicato in diverse riviste scientifiche.

La telepatia e la fisica quantistica

L’aspetto più controverso della telepatia è che essa contraddice le leggi della fisica classica e di altre scienze. La possibilità che esiste farebbe crollare diversi assiomi che oggigiorno sono considerati validi. Dal punto di vista della fisica e della neurologia, è impossibile che si produca un fenomeno tale nel cervello senza che ci sia uno stimolo sensoriale interno o esterno che lo scateni.

Per la scienza convenzionale, il pensiero è un processo biochimico. Di conseguenza, non si originerebbe se non ci fosse alcuno stimolo materiale. La telepatia è proprio questo: l’assenza di uno stimolo materiale. Per questo motivo, apparentemente una cosa esclude l’altra. Tuttavia, la fisica quantistica ha proposto alcune ipotesi che parlano della possibilità che ci siano altri tipi di interazione nella materia.

Roger Penrose, fisico e matematico esperto nella teoria della relatività, ha postulato l’esistenza di una biofisica quantistica della mente. La sua tesi è stata supportata da Stuart Hameroff, un anestesista dell’Università dell’Arizona. Le ipotesi Penrose-Hameroff aprono una nuova via per interpretare la telepatia dal punto di vista scientifico. Tuttavia, non sono ancora state tratte conclusioni, si è solo aperto un nuovo ambito di ricerca scientifica.

Molte persone sostengono di aver vissuto esperienze di comunicazione telepatica. L’orgoglio che esiste, e che è sempre esistito, da parte di chi difende a spada tratta i postulati scientifici esistenti ha fatto sì che non venisse mai dato sufficiente rilievo alla ricerca in questo ambito, al di là degli studi di cui vi abbiamo parlato.

Un altro dei grandi problemi che la telepatia porta con sé, infatti, è che molto spesso è stata utilizzata al fine di manipolare informazioni o scambiata per “magia”. Solo la scienza può determinare se la discussione sia davvero chiusa o se, al contrario, si possa aprire un nuovo capitolo della ricerca, ricco di affascinanti interrogativi.

Source: lamenteemeravigliosa.it

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