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La paradossale proposta contro la sfiducia

Quando la sfiducia entra a far parte di una relazione, è molto difficile recuperare le sensazioni perse. È facile che il sospetto diventi ossessione. Se si verifica tra amici, prendere le distanze è relativamente semplice. Ma cosa succede se questa situazione si presenta in una coppia? Se manifestiamo dei dubbi con il nostro partner, è probabile che questi si senta messo sotto accusa. Può provare paura o offendersi. E allora come dobbiamo reagire?

La formula della fiducia ha molte variabili che ancora non abbiamo calibrato con precisione. A volte depositiamo un sentimento di calma totale in una persona che abbiamo appena conosciuto. Altre volte, invece, il nostro collega con cui abbiamo ormai condiviso sei anni in ufficio, continua a trasmetterci una sensazione di incertezza. La sfiducia, a prima vista, pare il cammino più semplice su cui procedere, o almeno quello più sicuro.

Se scegliessimo delle persone a caso e chiedessimo loro cosa sono la fiducia e la sfiducia, sicuramente troveremmo più punti in comune riguardo al primo termine che al secondo. Diffidare dell’ignoto sarebbe la cosa più giusta da fare se seguissimo il nostro istinto di sopravvivenza. Fidarsi è difficile. Gli ingredienti in gioco da gestire sono molti e variano a seconda delle emozioni, dell’intensità, della situazione e delle persone che ci circondano.

Il tempo della sfiducia

Scegliere volontariamente di fidarsi di qualcuno richiede uno sforzo, è un atto consapevole. È una scommessa che facciamo con noi stessi mentre accantoniamo il sentimento di controllo. Mettiamo le nostre emozioni e il nostro comportamento nelle mani di un’altra persona. Per questo motivo, è facile spezzare tale equilibrio ed è poi molto complesso recuperarlo, perché gli ingredienti hanno molte possibilità di “impazzire”, come nella maionese.

Considerando tutti i problemi delle relazioni, il più complesso è probabilmente la sfiducia nella coppia. Se un amico o un familiare tradisce la nostra fiducia, stiamo male e in noi nasce la voglia di prendere le distanze; iniziamo ad evitare l’intimità fino a raggiungere una lontananza emotiva con quella persona. Una volta che la spirale dei pensieri e delle sensazioni di sfiducia ha inizio è difficile uscirne.

È inevitabile pensare che la gente faccia sempre le cose per un determinato motivo. A volte il nostro modo di pensare è condizionato dalle cosiddette “distorsioni cognitive”, tra cui troviamo la congettura di pensiero, la congettura del futuro e la generalizzazione.

In altre parole, nel momento in cui crediamo che qualcuno ha tradito la nostra fiducia, attribuiamo un movente a quella persona (un movente che tendenzialmente è negativo). Inoltre, facciamo una previsione futura secondo cui questa persona ripeterà l’accaduto. Se l’ha fatto una volta, perché non dovrebbe succedere di nuovo?

A seconda della gravità dell’atto disonesto subito, reagiamo in modo più o meno estremo e, alla fine, la ruota della sfiducia inizia a girare. Iniziamo ad evitare quella persona, ad allontanarcene e a prenderne le distanze. Entriamo in una dinamica che ci trascina fino alla fine del rapporto, salvo non provare a frenarla consapevolmente, compito per nulla facile.

Il virus nella coppia

A differenza di altre relazioni (quelle familiari o di amicizia), in coppia non possiamo scegliere quest’opzione.  Esiste una convivenza emotiva in cui i sentimenti non seguono modelli né regole. Inoltre, vi sono forze contrarie che ci spingono in direzioni opposte: l’amore e la sfiducia.

Una volta che iniziamo a diffidare del nostro partner, inizia una sorta di guerra fredda. Facciamo delle cose di nascosto e nascono i sospetti. Sicuramente ora starete pensando che parlare di sfiducia nella coppia porti direttamente al tema dell’infedeltà, ebbene niente di più falso. La sfiducia può far parte della nostra routine. Possiamo riporre fiducia nella coppia in molti sensi: in senso familiare, lavorativo, ecc. E può andare male.

Il sospetto tende a diventare ossessione. Lo spazio condiviso viene invaso da mine nascoste dall’altra persona, la quale nega di stare sabotando il rapporto. Alla fine, la spirale si trasforma in un percorso di rimproveri in cui passiamo da 0 a 100 in meno di un minuto.

Antidoto o vaccinazione?

La comunicazione è la chiave di tutto. La sfiducia è un virus sibillino che penetra nella relazione tra due persone. Può rimanere fermo e silenzioso e manifestarsi all’improvviso facendo esplodere tutto. Ricostruire queste relazioni è molto complesso. L’antidoto, una volta assunto, è difficile da integrare alle nostre emozioni e ai nostri sentimenti. Ci sono componenti quali un sovraccarico di responsabilità, la ricerca del perfezionismo, il senso di colpa e dubbi su come risolvere la situazione. Non è una missione impossibile, ma di certo è un cammino assai arduo.

La matematica Hanna Fry ha mostrato in una conferenza una formula, sotto forma di equazione, che può aiutarci a capire perché è positivo non trascurare i sospetti. Il punto più importante dell’equazione è che i due membri della coppia si influenzano a vicenda. Affinché questa influenza si faccia palese, la comunicazione deve essere continua. Le coppie con un futuro più roseo in previsione non ignorano le sciocchezze, ma riequilibrano di continuo la relazione, spesso anche in modo automatico o inconsapevole.

Sorprendentemente, la comprensione e l’impegno non sono i pilastri di una coppia. È vero, sono fondamentali, ma alla fine, se non comunichiamo nelle situazioni di diffidenza, questi due elementi non saranno sufficienti per far andare avanti il nostro rapporto. L’aspetto più importante è prendersi cura degli spazi comuni di dialogo, facendo attenzione ai piccoli problemi quotidiani, e di influenza reciproca.

 

Source: lamenteemeravigliosa.it

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